Skip to content

APPROFONDIMENTI

La radio e la diretta

12/03/2009

La radio e la diretta

I nuovi media sono già qui. Eppure nell'era di internet, di forum globali e di piazze virtuali, c'è un vecchio mezzo di comunicazione che continua ad attrarre l'attenzione della gente: la radio. Proprio il primo mezzo di comunicazione di massa che, ai nostri giorni, ha ancora il suo appeal e ottiene risultati sorprendenti. Ciò è dovuto all'immediatezza, che permette alla radio di andare in diretta dal luogo di una notizia, e alla possibilità per l'ascoltatore di fare altro mentre la si ascolta.
L'immediatezza è il requisito fondamentale per avere una radio di qualità che si possa affermare nel mondo della moderna comunicazione. La tv e tutti gli altri media hanno dei tempi di reazione molto più lunghi. La radio invece reagisce subito. Basta un telefono e si può andare in onda dal luogo desiderato. La possibilità di ascoltare la radio mentre si sta facendo altro non è un fattore da sottovalutare perché contribuisce in maniera determinante al successo del mezzo in questione. Il giornalista radiofonico deve, però, essere bravo nel tenere alta l'attenzione del proprio pubblico. Non deve dilungarsi troppo e, allo stesso tempo, fornire quante più informazioni possibili.
La radio esprime il suo massimo potenziale nella diretta, quando offre al suo pubblico una cronaca in tempo reale. Lo slogan di un’emittente di Dublino recitava: “Puoi vederle stasera, puoi leggerle domani, ma puoi ascoltarle subito su Newstalk 106”. Questo motto è esemplare per capire il potenziale radiofonico in caso di breaking news e di diretta dal luogo di una notizia.
La diretta può essere programmata o improvvisata, dipende da che cosa si va a raccontare. In caso di un incidente o di un evento improvviso, sarà una diretta improvvisata: si decide al momento se seguire la notizia e come farlo.
In alcune occasioni invece la diretta è programmata, quando ad esempio si segue un certo evento in una data prefissata: è questo il caso di eventi sportivi ma anche di importanti momenti istituzionali.
Quale migliore occasione per andare in diretta se non durante lo spoglio di un'elezione?
La diretta elettorale è uno dei momenti più duri per i giornalisti radiofonici che allo stesso tempo può dare enormi soddisfazioni.
Bisogna essere reattivi e pronti ad ogni evenienza, bisogna improvvisare perché sarebbe impossibile preparare una scaletta. È un lavoro molto difficile perché va fatto nei tempi brevi della radiofonia e allo stesso tempo deve essere esauriente nei confronti dell’ascoltatore.
Discorso lineare e semplice se lo spoglio procede in maniera normale, ma quando cominciano a sorgere dei problemi? In quel caso è importante l’affiatamento della redazione e la sua capacità di reazione. Bisogna trovare sempre qualche tema per mandare avanti la trasmissione continuando ad informare il pubblico, cui deve rimanere chiaro il quadro totale dell’evento.
Dietro una diretta elettorale c’è un’enorme mole di lavoro che parte molto prima del giorno dello spoglio.
Il lavoro svolto dalla radio nel periodo di campagna elettorale è altrettanto importante e può aiutare i giornalisti durante la diretta.
Buona norma nei giorni precedenti l’elezione, ma anche nella cronaca politica durante il resto dell’anno, è quella di affidare a ogni giornalista un’area di interesse; quindi ci dovrebbe essere chi segue questo o quello schieramento, chi segue questo o quel partito. Questa prassi permette al giornalista radiofonico di specializzarsi su un settore e far fruttare le conoscenza al momento della diretta per avere le notizie con anticipo e con maggiori dettagli.
Il lavoro di preparazione comincia durante la campagna elettorale quando la radio deve illustrare il panorama politico in cui si svolgeranno le elezioni. I Gr e gli approfondimenti daranno ampio spazio alla cronaca politica. Compito principale del giornalista sarà di illustrare i vari punti dei programmi elettorali delle coalizioni in campo e, durante gli approfondimenti, spiegarli nel dettaglio e magari far partecipare gli ascoltatori permettendo loro di fare delle domande ai politici ospiti.
Un altro fattore importante sarà quello di spiegare tutte le regole che caratterizzeranno la tornata elettorale di cui ci si occuperà. Gli ascoltatori, al momento della diretta, dovranno conoscere bene tutti i meccanismi di spoglio e di conteggio dei voti oltre alle novità che possono essere introdotte nell’elezione in questione. I giornalisti di solito preparano delle schede informative da leggere e proporre durante i Gr e i programmi di approfondimento che spiegano la legge elettorale e le modalità di conteggio dei seggi oltre alle possibili peculiarità dell’elezione.
Una volta che il lavoro pre diretta è stato svolto si può iniziare a pensare a come seguire le operazioni di spoglio. Lo schema è classico, nel senso che ci saranno sicuramente dei giornalisti in studio con alcuni ospiti, poi ci saranno degli inviati dalle varie sedi istituzionali.
Le postazioni saranno allestite al ministero degli Interni, al Quirinale, alla sede dell’azienda di sondaggi e nelle sedi dei vari partiti o dagli uffici stampa delle coalizioni.
Compito dei giornalisti in studio è quello di coordinare le operazioni, dando la parola ai vari inviati e cercando spunti per la discussione con gli ospiti. Non è un compito facile perché bisogna sempre mantenere viva la discussione, non annoiando gli ascoltatori e informandoli su tutte le novità in tempo reale. Il linguaggio deve essere semplice e diretto altrimenti si rischia di fuorviare l’ascoltatore e confonderlo, bisogna avere un appiglio in caso di momenti morti. La preparazione è dunque fondamentale per svolgere questo ruolo.
Altrettanto difficili sono i compiti che attendono gli inviati. Il giornalista che segue la diretta dal Viminale avrà il compito più difficile, sarà quello che avrà l’ultima parola su tutto; tutte le notizie ufficiali e i dati ufficiali passano infatti dal ministero degli Interni. Il suo sarà un compito difficile perché si troverà, spesso, a dare dati che sono già stati forniti dall’azienda dei sondaggi e quindi subentra il rischio di far calare l’attenzione dell’ascoltatore. Allora suo compito sarà trovare dei diversivi da usare prima di fornire il dato numerico; quindi si dirà: “Attualmente il tal candidato è in leggero vantaggio sul suo avversario ma tutto è ancora possibile, siamo 51% contro 49%”.
Un altro personaggio fondamentale è l’inviato alla sede dei sondaggi che dovrà tenere banco durante tutta la diretta aggiornando continuamente i dati degli exit poll. È l’inviato con cui si avranno più collegamenti soprattutto all’inizio e colui che fornirà dati e spunti per la discussione in studio.
Gli inviati nelle sedi dei partiti raccolgono la voce dei candidati e delle segreterie che forniscono il loro parere sui dati che mano a mano vengono letti. È prassi dei partiti mandare personaggi “minori” all’inizio per lasciare ai big il commento sui dati finali o che comunque danno un quadro più certo di ciò che sta accadendo.
L’inviato al Quirinale seguirà la giornata del Presidente della Repubblica limitandosi a questo e diverrà fondamentale dopo la proclamazione dei vincitori quando ci saranno le consultazioni e il Presidente farà le sue valutazioni.
Questo è lo schema classico della diretta elettorale ma è uno schema teorico, nel senso che problemi e imprevisti possono causare difficoltà ai giornalisti nel mandare avanti la trasmissione. Sarà allora compito della redazione fare in modo che tutto fili liscio e si arrivi alla fine senza intoppi e soprattutto senza creare confusione negli ascoltatori.
Sembra normale amministrazione, almeno fino a quando le operazioni di spoglio proseguono regolarmente; in caso contrario cominciano ad esserci problemi e si rischia di rimanere senza argomenti di cui parlare. È in quel caso che si vede la preparazione e la duttilità di una redazione che deve avere sempre argomenti per mandare avanti la trasmissione anche se si trova con zero dati nuovi. L’operazione è facilitata se la radio non ha problemi di orario e quindi può andare avanti a oltranza nella diretta.
Nel caso di Radio1, la redazione, avendo la titolarità del canale può studiare tutte le misure migliori affinché si mandi in porto la diretta. Se il programma del pomeriggio non riesce a dare i risultati definitivi, ci saranno aggiornamenti in tutti i programmi successivi fino alla fine delle operazioni.
Le elezioni politiche 2006 sono state un buon banco di prova per testare le capacità di Radio1, infatti ci sono state molte novità che hanno causato ritardo e confusione nell’afflusso dei dati e nella determinazione del vincitore. Questa serie di ritardi ha messo la redazione di fronte a difficoltà impreviste che sono state comunque superate grazie alla professionalità e alla preparazioni dei giornalisti del servizio pubblico. Ascoltare e studiare quella diretta è un buon modo per capire come va fatta una diretta elettorale e come ci si comporta di fronte a una gran mole di problemi imprevisti.


Tesi dell'autore: