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APPROFONDIMENTI

Non ghetti ma strutture alberghiere dove essere liberi di esprimersi

26/10/2006

Non ghetti ma strutture alberghiere dove essere liberi di esprimersi

Cercavo un argomento per la mia tesi che non fosse banale e nemmeno sentito già diverse volte, qualcosa che potesse interessare e non far sbadigliare. Così è stato infatti ne hanno parlato per mesi, ma solo per il coraggio di affrontare un argomento cosi delicato e temuto: IL TURISMO OMOSESSUALE.
La diversità per me non è mai stata un problema, partendo dal principio che la normalità è relativa e molto soggettiva, ed anche per la diversità valgono le stesse regole.
Da laureanda in economia e gestione dei servizi turistici indirizzo ricettivo-ristorativo, il mio obiettivo era quello di definire dei nuovi target verso cui rivolgere la domanda e di capirne i desideri e le necessità.
Infatti dando uno sguardo al panorama alberghiero italiano è stato facile accorgersi che le strutture alberghiere sono quasi tutte uguali e si rivolgono verso target ormai standard…nulla di innovativo.
Come mai nessuno ha mostrato curiosità verso i turisti omosessuali? Hanno ideato bar fatti di ghiaccio, alberghi d’oro, alberghi o B&B per ciclisti, per naturalisti, ma non per omosessuali.
Mi è bastato guardare oltre oceano per accorgermi che la mia intuizione non era sbagliata, anzi si tratta di un target che da un punto di vista economico risulta essere allettante per molti settori industriali dalla moda alla cosmesi,al wellness, all’hi-tech e al turismo.
Domanda spontanea:perché dobbiamo sempre guardare i nostri amici americani ed imitarli? Magari per una volta ciò non sarebbe sbagliato soprattutto perché economicamente si tratta di un’imitazione valida.
Da un punto di vista umano, quindi non da studentessa, il mio obiettivo era diverso volevo soprattutto parlare di LIBERTA’.
Si tratta di una libertà di espressione che va al di là della semplice accettazione a parole, ma di accettare la libertà di comportarsi secondo le proprie esigenze e il proprio orientamento sessuale tenendo sempre presente il rispetto per gli altri.
Entrambi i miei obiettivi confluiscono in un'unica idea:la creazione di strutture ricettive, anche in Italia, esplicitamente per la popolazione omosessuale.
Non va vista come una volontà di creare dei ghetti, ma piuttosto di dare la possibilità di potersi comportare come si crede senza essere sottoposti ad occhiatacce, risatine e commenti poco carini sia da parte del personale alberghiero sia dagli altri clienti presenti nella struttura.
Immaginate una coppia omo, che si tiene per mano, a colazione di fianco ad una famiglia con figli piccoli, come reagirebbero i bambini?Ed i genitori di fronte alle insistenti domande dei figli?
Si tratterebbe di creare ambienti tolleranti alla diversità sessuale, con personale empatico, discreto, mentalmente aperto e che ospiti eterosessuali che sappiano che alloggiando li potrebbero imbattersi in una coppia omo che durante la cena magari si tiene per mano.
L’idea spaventa perché si ha un’idea della omosessualità poco chiara. C’è chi pensa ancora che sia una malattia, chi invece un castigo divino, chi qualcosa di peccaminoso e poco ”pulito”.
Quindi vengono pensati come luoghi poco decorosi, dove si potrebbe trovare e fare di tutto e nessuno lo immagina come un luogo dove dare l’opportunità a qualcuno di sentirsi libero di essere quello che si è, senza colpe e limitazioni.
Da un punto di vista economico il discorso è diverso perché non è stata riconosciuta la potenzialità economica di questo segmento di mercato.
Si tratta di un segmento che va dal 5% al 7% della popolazione italiana, sono per lo più professionisti, monogami, con un reddito superiore del 20% circa a quello degli eterosessuali, laureati, consumatori attenti ed informati.
Sono stati definiti TREND SETTER ovvero capaci di orientare i consumi, lanciare nuove mode e influenzare le scelte degli altri consumatori.
Molte aziende si stanno avvicinando a questo segmento che fa gola, ma poche hanno il coraggio di soddisfare e appoggiare in modo palese e dichiarato questo segmento di popolazione.
Per l’industria del turismo sono una vera fonte di sviluppo perché i gay viaggiano più volte l’anno rispetto agli eterosessuali ed è disposto a spendere fino a 4000 euro per un solo viaggiano. Prediligono soggiornare in città o luoghi noti per la loro tolleranza pochi scelgono l’Italia anche se rappresenta il paradiso tanto cercato.
Negli ultimi anni qualcosa si mosso anche in Italia ad esempio a Torre del Lago molti alberghi si sono dichiarati gay friendly, il comune di Tarquinia ha stanziato un piano di sviluppo per rilanciare la città come meta per omosessuali, ma anche in questo caso si è molto distanti dalle capitali europee per non parlare di quelle extraeuropee.
L’Italia sembra non essere pronta a proporsi anche come meta per un turismo omosessuale e neanche l’alta potenzialità economica del segmento sembra fare la differenza.
Forse perché siamo un paese tradizionalista?O perché abbiamo paura del giudizio di altri?O per la chiesa?
A voi l’ardua sentenza.



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