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APPROFONDIMENTI

Cittadinanza: elemento essenziale del Riconoscimento

10/10/2006

Cittadinanza: elemento essenziale del Riconoscimento

Qualche giorno fa,in giro per Napoli con un amico straniero, assistevo ad una scena triste quanto simbolica: Un anziano signore rovistava in un cassonetto; e proprio nel mentre io e Mansur addentavamo la nostra pizza ''a portafoglio'', questo diseredato si accontentava di avanzi e cornicioni. Proprio come un cane randagio. Il mio amico, allora, tra il serio ed il faceto, rivolgendomi uno sguardo quanto mai intenso disse:
''come facciamo noi ad integrarci in questa vostra società,se per le strade si assiste a questi episodi da terzo mondo?''. Ed io: ''scusa, ma cosa c'entra quel vecchio con i problemi connessi all'integrazione di voi stranieri?'' Allora lui: ''se non riuscite a garantire e preservare i vostri vecchi e a dare un futuro ai vostri giovani, come posso io sperare che riusciate a garantire me e quelli come me?''.
Questa risposta mi fece balenare un pensiero per me importante: che i problemi sociali, la gran parte, sono concatenati indissolubilmente.
Studiarne uno, vuol dire non poter prescindere da tutti gli altri.
Ed è per questo che la mia analisi, parte dalla società nostra, da
ciò che sappiamo offrire agli ''altri diversi'' per favorirne l'integrazione.
Cerco, in questo lavoro, di evidenziare il ruolo preponderante che ciascuno di noi può e dovrebbe svolgere per garantire una proficua relazione multiculturale.
Cerco di individuare i fondamenti del rapporto interculturale, ovvero quegli elementi che lo prefigurano e potrebbero, concretamente,
portare a maturazione un sistema sociale e culturale che tenga davvero conto delle esigenze di chi viene nel nostro paese spesso alla ricerca di stabilità, diritti negati, lavoro, cibo con cui sfamarsi e sfamare.
A tal proposito, parlo di ''bisogno di riconoscimento'', come di un elemento saliente e caratterizzante del rapporto fra noi e ''gli altri significativi''.
Si afferma che ''il riconoscimento,il mancato riconoscimento e il misconoscimento da parte di altre persone, plasmano l'identità di ciascun individuo.
Inoltre, che l'importanza di tale riconoscimento è accresciuta dall'idea che ciascun individuo ha una identità propria, personale, unica.
Quindi, nell'ambito di un sistema sociale, ad essere tutelate non devono essere delle ''categorie di individui''; ma ogni persona-cittadino-individuo. Intendo, adesso, analizzare uno degli aspetti più importanti ed interessanti del riconoscimento.
Ovvero, il diritto fondamentale della cittadinanza, da me, forse solo lambito in questo progetto.
A tal proposito, devo opportunamente citare quanto apprezzato in un articolo molto interessante di Stefano Rodotà(Repubblica di martedì 15 agosto pp.37-40). In esso, l'autore scrive:
''La cittadinanza si rivela sempre più come una costruzione edificata sul modo concreto in cui le persone avvertono il bisogno di diritti, ne cercano il riconoscimento, ne praticano la realizzazione.'' Essa è elemento essenziale per l'affermazione di tutti quei diritti universali che costituiscono l'ossatura di una società multiculturale. Affermare tali diritti, volerli far accettare da ogni individuo, ''esige una faticosa maturazione.
Ma è il vero antidoto alla violenza di tradizioni che vogliono continuare a cancellarli''.
Poi l'autore continua:'' il patrimonio dei diritti di ciascuno non è solo quello, limitato, che gli viene messo a disposizione della cittadinanza nazionale. Si arricchisce grazie alla possibilità di realizzare altrove diritti negati nel proprio paese.
Si diventa cittadini del mondo grazie ad un accesso ai diritti che scavalca le frontiere.
Nella dimensione globale, la continua circolazione delle persone porta con se anche una circolazione di valori e modelli di comportamento, che favorisce la lenta creazione di riferimenti comuni''.
Ciascuno di noi dovrebbe comprendere l'importanza che sta nel riconoscere gli altri; nel cercare di interagire con loro senza porsi nel senso di favorire una assimilazione tout-court nel nostro tessuto sociale.
Dovremmo sforzarci di interloquire con questi ''altri significativi'' per cercare di capire ciò che vogliono,le esigenze e le aspettative che li spingono ad affrontare cambiamenti sì radicali di vita.
Tale sforzo, non potrebbe che giovarci e favorire un rapporto che altrimenti rischia di essere sterile e conflittuale.
D'altra parte, è proprio il sistema globalizzato che ci siamo dati ad attribuire somma importanza al dialogo: come scritto da Rodotà, la circolazione degli individui porta con se una parallela circolazione di valori diversi e spesso in conflitto.
Secondo me, tali valori vanno analizzati e contestualizzati, non solamente condannati.
Condannare semplicemente, spesso, può voler dire criminalizzare.
E tale criminalizzazione va a discapito di una giusta integrazione.
E', questo diritto, l'unico modo per permettere ad ogni cittadino di autodeterminarsi e di divenire un tutt'uno con la società che lo ospita.
Del resto, Dahrendorf nella sua ''società aperta'', afferma che la cittadinanza definisce in forma pratica ciò che tutti gli uomini hanno in comune, così che siano liberi di svilupparsi in tutta la loro diversità.


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