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APPROFONDIMENTI

How to: EU Projects!

24/06/2011

How to: EU Projects!

L’europrogettazione ormai è entrata negli studi di tutti o quasi tutti i professionisti in ogni settore.
Avere mezzi finanziari è il punto di partenza per avviare attività che diversamente non potrebbero nascere o per lo meno avrebbero non poche difficoltà dovute a carenze finanziarie. I programmi stabiliti dall’UE mirano ad ottenere risultati macro per lo sviluppo, agendo in diversi ambiti e con finanziamenti seguiti in modi diversi.
Si è fatta la distinzione tra fondi diretti e fondi strutturali e capirne le diverse modalità di accesso è il primo passo per un europrogettista o consulente per avviare un progetto così finanziato.

È necessaria una certa impostazione per prepararsi alla presentazione di progetti europei, partendo da conoscenze di contesto e pervenire a pratiche operative con la consapevolezza delle origini di tali opportunità.
Per giungere ad un progetto europeo è necessario acquisire conoscenze e competenze che formeranno la base imprescindibile per la compilazione.
Come startup della formazione della figura professionale si deve partire senza dubbio dalla conoscenza delle vicende che hanno portato all’Unione Europea e le istituzioni che ne compongono i vertici. La conoscenza dei trattati, soprattutto quello di Lisbona, è consigliata per capire l’ottica e l’ambito di applicazione.

Entrando più nello specifico, e quindi una volta selezionati i fondi a cui fanno capo le azioni alle quali si vuole partecipare, bisognerà leggere i regolamenti comunitari che li regolano. Questo significa che quanto meno è invocata la lettura del regolamento generale 1083/2006, quello relativo al FESR 1080/2006, quello del FSE 1081/2006 e infine il regolamento di attuazione dei fondi: il 1828/2006.
Avvicinandosi alla fase operativa ci si allontana da quello che si può definire come “Strumento Giuridico” e ci si pone a ridosso dei “tool”, che potremmo dire ingegneristici.

Gli strumenti di Project management sono indispensabili per un’organizzazione efficiente e professionale del lavoro. Molti hanno doti innate o una forma mentis che gli permette un’organizzazione naturale. Anche l’esperienza come libero professionista è una spinta razionalizzante non indifferente, ma dato il carico di lavoro consistente in fase di presentazione alla valutazione di un progetto è adeguato affidarsi a pratiche professionali per l’organizzazione e gestione del team, per la predisposizione degli obiettivi di lavoro e per la schedulazione delle attività.

Strumenti di PM quali Gantt, Wbs e Pert e molti altri, prima o poi verranno richiesti anche in termini formali, che si operi nella finanza agevolata per lo starting-up aziendale sia e a maggior probabilità che si operi in programmi ad esempio di cooperazione internazionale, apprendimento permanente ed altri.
Gli applicativi informatici sono indispensabili per presentare un prodotto professionale. Software come Excel e MSP sono fondamentali e permettono di disporre la parte contabile e quella organizzativa richiesta nella modulistica, soprattutto nel plico cartaceo.

L’ultimo strumento potrebbe essere definito “di comunicazione” e riguarda le capacità di pubblicizzazione dei risultati, di diffusione dell’idea anche in fase pre-progettuale, di reclutamento del partenariato e come strumento di supplemento la conoscenza delle lingue dei paesi aderenti al proprio progetto, ma soprattutto della lingua veicolare, ossia l’inglese.
Per i fondi diretti è imposta dall’operatività, per i fondi strutturali non è richiesta, appunto perché il bando è emesso da un’istituzione nazionale ed è rivolto a beneficiari della stessa nazione.

A questo punto si può affermare di aver formato la figura denominata “Europrogettista” che ha determinate caratteristiche specifiche e varie provenienze come ancora più svariati punti di arrivo.
È una figura generalmente definita per essere preposta alla realizzazione dei processi, alla consulenza e alla predisposizione della modulistica. Ogni componente di un team di lavoro nell’ambito può definirsi tale.
Cercare una definizione precisa su manuali e on-line non da i risultati sperati e mi sembra doveroso dare un volto, una posizione nell’universo a questo incarico. Si potrebbe partire dal definirne la forma mentis, il cursus studiorum.

Altro aspetto si ritrova nelle mansioni svolte e nel ruolo, ossia quello del coordinatore di un team, di uno specialista della burocrazia, di una figura di pubbliche relazioni, di un manager preposto al problem-solving, di un ingegnere preposto al problem setting, di un comunicatore o PR capace di creare un network per le partnership, e di progetto in progetto altre configurazioni possono essere assunte.
Intervistando chi da anni opera in questo modo ed in più si inquadra professionalmente con la dicitura “europrogettista” sono emerse ulteriori questioni.

I progetti spaziano fra miriadi di settori e la preparazione base rimane quella definita negli strumenti sopracitati, ma di caso in caso necessitano specialisti in grado di affrontare i temi propri delle azioni. Solitamente si cerca di divenire specialisti di determinate tipologie di progetti in modo da assumere informazioni riutilizzabili e rielaborabili in modo migliorativo anno dopo anno senza upgrade dispendiosi in termini di impegno e tempo.
Ad esempio i consulenti aziendali, commercialisti e avvocati si dedicano alla finanza agevolata derivante dai fondi strutturali che a livello di NUTS 2 e 3 si articolano in bandi di complessità contabile e aziendalistica.
Esperti di internazionalità mirano alla cooperazione come per i progetti nel programma di INTERREG IVC, i docenti e le università come gli istituti di formazione al LLP per i programmi molto famosi ed in voga quali l’Erasmus, il Leonardo da Vinci, il Tempus ed altri.

Individuando delle problematiche da risolvere senza dubbio non si può non menzionare la consegna dei plichi cartacei, necessaria in quasi tutti gli accessi alle call for proposal.
Innanzitutto consiste in un costo sia in termini monetari che di tempo ed inoltre è spesso motivo di esclusione. La preparazione del cartaceo in questo secolo dovrebbe essere eliminata. È possibile digitalizzare ogni documento e ottenerlo più rapidamente e di migliore qualità in formato elettronico. Per non parlare dell’impatto ambientale che questo spreco di carta comporta. Fortunatamente la tendenza è proprio questa grazie all’uso della PEC e delle piattaforme on-line.

Questi “strumenti” sono necessari alla formazione di una figura professionale capace di affrontare la progettazione europea in tutti i possibili aspetti. Alcuni sono conoscenze base e altri veri e propri tool concreti come applicativi o tecniche operative. Avere quanto meno nozioni nell’utilizzo di ognuno di questi quanto meno permette un coordinamento ottimale. Affrontare la multidisciplinarità richiesta, d’altra parte è compito di più individui, ma in tal modo si spinge l’operare “parlando nella stessa lingua”, volendo utilizzare un concetto tipico del team-working.


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