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Junger. Nichilismo non identificabile col caos


Per questo motivo l’individuo della società nichilista è colui che ha paura, si chiude in se stesso e cerca la pace dentro di sé. Dopo queste affermazioni Junger torna ad affermare che il nichilismo vive nell’ambiguità: tutti lo citano per darne un senso distruttivo, di annullamento senza però identificarlo in maniera chiara. Anche Dostojeski e Nietzsche dice Junger nonostante abbiano suggerito delle soluzioni (il primo un “riscatto” dell’individuo, nei casi in cui esso non giunga al suicidio, attraverso il reinserimento nella società; il secondo il superuomo) esse sono ancora molto fragili e per questo motivo non possono essere pensati come filosofi della ricostruzione.
Allora in questo tentativo di definizione del nichilismo Junger ammette innanzitutto che il nichilismo non è identificabile con il caos: la società nichilista ostenta caratteri di assoluto ordine. Basta pensare al rigore vigente nei campi di concentramento. Il nulla allora si nasconde dietro le tranquillizzanti sembianze dell’ordine: nascono le società di massa dove l’individuo viene completamente svuotato della sua individualità e riesce a riconoscersi solo nelle grandi organizzazioni sociali. Le società di massa diventano allora società di copertura e falsificazione dove l’individuo diventa semplicemente un ingranaggio della grande macchina della cui funzionalità non si conosce il senso. Le masse diventate completamente a-critiche sono facilmente manovrabili: e a questo contribuisce la società tecnologica, ordinatissima ma degenerante (anche la scuola di Francoforte lo aveva fatto notare in maniera evidente).

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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