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Il periodo vociano di R. Longhi

Il periodo vociano di R. Longhi


Sempre per l'Arte prepare numerose recensioni, i viaggi a tavolino come li chiamava, incentrati sui problemi di metodo o su avvenimenti rilevanti di costume artistico fuori d'Italia.
I taglienti e polemici interventi scritti per la Voce di Prezzolini sono motivati dall'esigenza di incidere sulla situazione culturale artistica contemporanea, e denunciavano l'immobilismo di alcune tendenze critiche e la miopia di molte scelte ufficiali.  Nei saggi sul Futurismo quali Pittori futuristi e La scultura futurista di Boccioni Longhi svolge una critica di appoggio alle loro testi pubblicate nel manifesto del 1911. Longhi aderisce al futurismo come conseguenza alla sua reazione al simbolismo tardottocentesco e alla fiducia che riponeva nel superamento della staticità cubista, auspicando una visione dinamica e di acquisito trascendentalismo fisico.  La sua collaborazione con la Voce lo mette in condizione di conoscere meglio la cultura letteraria e artistica francese del secondo Ottocento, apprezzando particolarmente Baudelaire (con il quale condivide l'invito a stabilire una teoria del bello razionale e storica, non unica e assoluta), Mallarmè (per l'ostilità nei confronti dell'ispirazione romantica e per l'antinaturalismo), Laforgue (per il saggio sull'impressionismo e l'esaltazione del colore) e soprattutto Fromentin. È in Eugene Fromentin, pittore e scrittore, che trova quello che cerca, per gli esempi di una critica d'arte vivente ma rivolta ad artisti del passato, per gli esempi di ekphrasis (l'arte di descrivere le immagini) moderna, che su base tecnica riesce a cogliere dall'interno lo specifico tono lirico dei singoli artisti. I suoi artisti preferiti erano gli impressionisti e i realisti, che contrappose ai simbolisti. Sarà questo filone di ricerca espressiva del secondo Ottocento che lo porterà a trovare l'ispirazione per tentare di ricostruire un'ideale storia del realismo nell'antica pittura italiana, le cui tappe individuerà in un arco temporale compreso tra il XIII e il XVIII secolo.

Tratto da STORIA E CRITICA D'ARTE di Gherardo Fabretti
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