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Opportunità di diversificazione degli intermediari


Le opportunità di diversificazione degli intermediari, emergenti da:
° Dal fenomeno dell’utenza congiunta (circostanza che dati segmenti di clientela utilizzino contemporaneamente e in modo stabile un’ampia varietà di strumenti e servizi), che consente di migliorare significativamente i profili di rendimento/rischio delle relazioni di scambio con diversi segmenti di clientela, favorendo la stabilità delle quote di mercato.
° Dalla situazione di produzione congiunta, per gli effetti di economie  di costo che ne derivano: economie di scala (dovuta alle maggiori dimensioni operative dei singoli processi) e economie di scopo (dovute al maggiore "raggio d’azione" dell’attività aziendale). [lo stesso fattore è condiviso e impiegato congiuntamente da una pluralità di prodotti, processi, mercati e tecnologie]. Queste economie di costo sono tanto più consistenti tanto maggiore è il grado di correlazione tra le combinazione attuate.
Nb: la scelta di diversificare l’attività non esclude necessariamente e totalmente i vantaggi della specializzazione, infatti le specializzazioni acquisite e sviluppate possono essere conservate, purché il modello organizzativo adottato riesca nello stesso tempo a:
- proteggere le condizioni di contesto favorevole alla specializzazione
- mettere in comune i fattori produttivi condivisibili delle diverse attività diversificate e integrate.
La condizione fondamentale di successo della diversificazione risiede nella capacità di sfruttare le economie di ricavo e di costo potenziali nelle situazioni di utenza e produzione congiunte; tuttavia di per sé tale condizione non è sufficiente ma devono coesistere altre due condizioni
- sviluppo di bisogni finanziari sempre più focalizzati e diversificati e dalla conseguente maggiore articolazione della domanda di strumenti e servizi finanziari
- disponibilità di risorse interne dotate dei caratteri idonei per alimentare le nuove combinazioni prodotto-mercato-tecnologia. Queste risorse c.d eccedenti hanno, a seconda dei casi, natura finanziaria (capacità di autofinanziamento della crescita) oppure non finanziaria (fattori produttivi corrispondenti a capacità produttiva non utilizzata). Le risorse eccedenti devono avere caratteri di fungibilità per poter essere rimpiegate in combinazioni diverse, e la loro conversione ai nuovi impieghi deve comportare costi convenienti rispetto ai ricavi ottenibili.

Tratto da IL SISTEMA FINANZIARIO di Alessia Chiovaro
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