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Sibilla Aleramo, scuole dell'Agro pontino e filantropia



Sarà Cena, a quell’ epoca direttore della Nuova Antologia – abita in via Flaminia, casa frequentata da Panzini, Deledda, Pirandello ecc ecc - a trovarle il nome d’ arte di Sibilla Aleramo, aggiungendo al nome della mitica profetessa il cognome  di un’ antica casata piemontese.
Prima stesura del romanzo completata nel giugno 1903
A Roma Rina prende contatto con la sezione romana dell’ Unione Femminile – presidente Anna Celli - nata nel 1903, seconda in Italia dopo quella milanese e si offre come volontaria per conto dell’ associazione in un ambulatorio  per bambini del quartiere Testaccio allora uno dei più poveri. Nei taccuini di quegli anni S. descrive l’ esperienza traumatica – una bambina di due anni ammalata di sifilide probabilmente per un contagio deliberato secondo una credenza diffusa -. All’ inizio del 1904 conosce le condizioni dell’ Agro Romano – capanne di paglia, cumuli di strame -. Così nacquero le scuole dell’ Agro Romano – Esperienza importante destinata a durare; Rina molto attiva; l’ anima fu la Celli; la maestra Margherita Menghini; scuole a Lunghezza, Marcigliana, Pantano, Carchitti. S. cessò la collaborazione nel 1911 quando si trasferì da Roma a Firenze

La Filantropia: strategia dell’ emancipazionismo e del femminismo per entrare nella sfera pubblica attraverso la Domestication of politics, cioè la proiezione delle competenze domestiche su una scala sociale (Paula Baker, storica statunitense, citata da Emma Scaramazza). Dopo l’ Unità un esercito di maestre e di filantrope.
Ma il salto vero e proprio avvenne all’ inizio degli anni ottanta dell’ ottocento, quando nacque un movimento politico femminile.

Tratto da NOTA BIOGRAFICA SU SIBILLA ALERAMO di Loredana Rossi
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