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La concezione della sociologia di Weber

Weber svolge una sociologia individualizzante che richiede la spiegazione causale e l'uso di modelli che servono ad orientare il giudizio nel corso della ricerca: i così detti "tipi ideali", schemi concettuali ottenuti mediante l'accentuazione unilaterale di uno o di più punti di vista e mediante la connessione di una quantità di fenomeni particolari diffusi e discreti corrispondenti a quei punti di vista unilateralmente posti in luce in un quadro concettuale in sé unitario. Legato a questa concezione della sociologia è poi per Weber il concetto di agire sociale che egli intende riferito all'atteggiamento di altri individui e orientato in base a questo.
L'agire sociale può esser determinato:

  • Tradizionalmente (l'attore agisce solo per abitudine);
  • Affettivamente (l'attore è motivato da sentimenti, agisce d'impulso);
  • Razionalmente rispetto al valore (dalla credenza nell'incondizionato valore di un determinato comportamento);
  • Razionalmente rispetto allo scopo (l'attore valuta mezzi, scopo, valori e conseguenze; è il livello più alto di azione sociale).
Relazione sociale: comportamento di più individui instaurato reciprocamente secondo il suo contenuto di senso e orientato in conformità; è un comportamento orientato in base alla sussistenza di un ordinamento legittimo la cui validità è garantita dall'esterno mediante la possibilità di una coercizione fisica o psichica.
La legittimità dell'ordinamento può essere garantita:
dall'interno:
  • in modo affettivo;
  • in modo razionale rispetto al valore;
  • in modo religioso.
  • dall'esterno:
  • convenzione: consiste nella disapprovazione generale entro un dato ambito di uomini;
  • diritto: coercizione.
La scienza del diritto si occupa delle norme e del senso logicamente corretto che deve essere attribuito alla loro espressione linguistica.
Lo studio sociologico del diritto ha invece per oggetto i comportamenti, cioè l'agire degli uomini riferito alle norme e le rappresentazioni che delle medesime essi stessi si danno.
Costume: atteggiamento uniforme mantenuto nel solco della tradizione in base alla sua abitudine e imitazione (agire di massa che nessuno esige che venga continuato dal singolo).
Convenzione: esiste una spinta verso un determinato comportamento, ma senza nessuna coercizione fisica e psichica.
Il passaggio dal costume alla convenzione è molto fluido. E altrettanto fluido è poi il passaggio dalla convenzione al diritto consuetudinario e da questo al diritto statuito.
Il diritto consuetudinario si ha quando, da parte dei soggetti interessati, si potrà avere la richiesta di porre norme convenzionali e consuetudinarie sotto la garanzia di un apparato coercitivo.
Un ordinamento giuridico può in certe circostanza rimanere immutato benché le relazioni economiche si modifichino rapidamente.
Uno specifico orientamento economico di tipo moderno non può sostenersi senza un ordinamento statale.

Tratto da SOCIOLOGIA DEL DIRITTO di Alexandra Bozzanca
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