Maturazione dell'affinità degli anticorpi

La maturazione dell'affinità è il processo che porta all'aumento dell'affinità degli anticorpi per un particolare antigene T-dipendente a man mano che la risposta umorale procede. Essa è il risultato di mutazioni somatiche che avvengono a carico dei geni che codificano per le Ig, seguita dalla sopravvivenza selettiva dei linfociti B che, proprio grazie a queste mutazioni, produrranno gli anticorpi con l'affinità maggiore. Affinché il processo di maturazione dell'affinità possa procedere sono necessari i linfociti T helper e il sistema CD40-CD40L. Pertanto questo processo si verifica solo in corso di risposte anticorpali dirette contro antigeni proteici T-dipendenti. Nei linfociti B attivamente proliferanti della “zona scura” dei centri germinativi si osserva un'elevata frequenza di mutazioni puntiformi a carico dei geni V che codificano per le Ig. I meccanismi alla base di questo processo di ipermutazione somatica sono ancora poco conosciuti. Si pensa che un meccanismo utile per generare queste mutazioni coinvolga AID, che come sappiamo converte i residui di citosina in  uracile. Quest'ultimo viene generalmente sostituito con timidina durante la duplicazione del DNA, generando così mutazioni puntiformi C-T. Comunque, alcune di queste mutazioni risulteranno “utili” poiché daranno origine ad anticorpi ad alta affinità. Altre invece, essendo le mutazioni del tutto casuali, potrebbero dare origine ad anticorpi a bassa affinità per l'antigene. Ne deriva la necessità di una tappa successiva, durante la quale avvenga la selezione positiva dei linfociti B che producono anticorpi ad alta affinità. Infatti, le FDC della “zona chiara” presentano gli antigeni e a questo punto, i linfociti B in grado di legare questi antigeni con elevata affinità sopravvivono selettivamente a quelli dotati di un'affinità minore.