Skip to content

Evoluzione della figura del Curatore


John Illife sosteneva che nel Novecento numerosi aspetti dell’universo spirituale indigeno andavano scomparendo, decaddero i grandi riti, (cerimonie per impetrare la pioggia), poi si affievolì il culto dei morti (tambiko, momento in cui la parentela riunita ricordava il morto danzando, piangendo e portando offerte sulla tomba, i vivi garantivano così identità sociale al morto, evitando di farlo finire nel gruppo indistinto di chi se n’è andato senza lasciare una traccia, come i bambini, le donne sterili…). Il contatto con le grandi religioni rafforzò l’Essere Supremo, che nella religiosità dell’altopiano Iringa tra Ottocento e Novecento era a fondamento dell’ordine sociale e naturale, a esso si attribuivano i disturbi quotidiani, le malattie ereditarie come l’epilessia, le epidemie di vaiolo e peste. Per le ‘malattie di Dio’ bastava il piccolo curatore, per le ‘malattie dell’uomo’ il grande. Le prime erano disturbi per le ragioni in cui nel mondo ci si può ammalare e morire, le altre erano malattie strane, improvvise, fuori dal comune, come l’epilessia in un adulto prima completamente sano. Qualcuno parlava della stregoneria come il ‘freddo’, che si muoveva invisibile nello spazio, come vento soffiava e distruggeva, solo il mzimu lo rivelava. Esso valicava le barriere dello spazio e del tempo e vedeva ciò che lo stregone stava facendo. L’erborista a volte intuiva che qualcosa non andava ma non aveva la chiarezza propria di questo spirito ancestrale. Da notare, nel 2002 l’autorità del curatore è stata riconosciuta di pubblica utilità, con provvedimento legislativo a favore della medicina alternativa e tradizionale.

Bibliografia

- Bellagamba Alice, L'Africa e la stregoneria. Saggio di antropologia storica, Laterza, Bari-Roma, 2008;
- Brain L. James, “Witchcraft and Development”, African Affairs, vol. 81, n. 324, luglio 1982.

Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.