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L'identificazione dello spettatore col film

L'identificazione dello spettatore col film




Una serie di analogie hanno permesso alla teoria del cinema di avvicinare lo spettatore al soggetto della psicoanalisi sulla base di un certo numero di comportamenti e di meccanismi psichici; tuttavia è bene fare un punto su ciò che la teoria psicoanalitica stessa intende per identificazione, in quanto i concetti tratti da questa disciplina hanno dato luogo ad un uso particolarmente selvaggio nel campo della teoria e della critica del cinema, generando in tal modo molta confusione. Nella teoria psicanalitica il concetto di identificazione occupa un ruolo centrale a partire dall’elaborazione, da parte di Freud, della seconda teoria dell’apparato psichico, in cui egli introduce l’Es, l’Io e il Super-Io; lungi infatti dall’essere un meccanismo psicologico tra altri, l’identificazione è al tempo stesso il meccanismo di base della costituzione immaginaria dell’Io (funzione fondativa) e il nucleo, il prototipo di un certo numero di istanze e di processi psicologici ulteriori attraverso cui l’Io, una volta costituito, continua a differenziarsi (funzione di matrice).

Il senso dell’espressione identificazione primaria è notevolmente variato nel vocabolario della teoria psicanalitica, tanto nel tempo quanto da un autore all’altro; qui verrà inteso nel senso freudiano, come identificazione diretta e immediata che si colloca anteriormente ad ogni investimento dell’oggetto. Il soggetto umano, nei primissimi tempi della sua esistenza, nella fase che precede il complesso di Edipo, si troverebbe in uno stato relativamente indifferenziato, in cui l’oggetto e il soggetto, il sé e l’altro non potrebbero ancora essere posto come indipendenti. L’identificazione primaria, segnata dal processo di incorporazione orale, sarebbe la forma più originaria di legame affettivo a un oggetto, e tale prima relazione all’oggetto sarebbe caratterizzata da una certa qual confusione, una certa qual indifferenza tra l’Io e l’altro; nel corso di questa primitiva fase orale dell’evoluzione del soggetto, caratterizzata dal processo di incorporazione, non si sarebbe in grado di fare distinzione tra l’investimento oggettuale e l’identificazione dell’oggetto.


Tratto da ESTETICA DEL FILM di Nicola Giuseppe Scelsi
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