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L'interesse di Calvino per la scrittura combinatoria

Mentre Calvino continua la sua interpretazione razionale di quella che si definisce genericamente realtà, sempre più si accorge che la realtà stessa è segmentata in segni e codici, dipendenti dal linguaggio e sempre ridefinibili, tanto che la sostanza ultima può sfuggire a ogni accertamento.

Calvino si avvicina cos" alla scrittura combinatoria, appresa a Parigi grazie a Queneau e il gruppo di letterati dell'Oulipo. Per Calvino l'universo linguistico ha soppiantato la realtà: il romanzo è allora un meccanismo che gioca artificialmente con le possibili combinazioni delle parole.

Il gioco combinatorio è al centro di Le città invisibili (1972), che si ispira al Milione di Marco Polo. In esso resta aperto il confronto tra letteratura e realtà, fra la descrizione di città ipotetiche costruite da fantasia e linguaggio e la consapevolezza che nondimeno esiste una società, un inferno che bisogna conoscere, giacchè la menzogna non è nel discorso, è nelle cose. Si riapre così la possibilità di un discorso morale che sembra annullata in Il castello dei destini incrociati (1973).

Tratto da LA SCRITTURA E L'INTERPRETAZIONE II di Domenico Valenza
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Dettagli appunto:

  • Autore: Domenico Valenza
  • Università: Università degli Studi di Catania
  • Facoltà: Lettere e Filosofia
  • Corso: Lettere
  • Esame: Letteratura italiana
  • Titolo del libro: La scrittura e l'interpretazione: storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civilta europea, Volume 6
  • Autore del libro: Luperini Romano, Cataldi Pietro, Marchiani Lidia
  • Editore: Palumbo, Palermo
  • Anno pubblicazione: 1998

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