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La Palestina al tempo di Gesù


All'arrivo di Gesù la Palestina era un territorio sotto controllo romano.
Due grandi territori, la Batanea e la Galilea, godevano di una certa indipendenza, mentre la Galilea era diventata, nel 6 d.C. provincia romana, controllata da un prefetto (non un procuratore) mandato da Roma o dal Governatore.
La Palestina era amministrativamente controllata da tre grandi gruppi: i sommi sacerdoti, gli anziani e gli scribi, che insieme formavano il Sinedrio.
Religiosamente erano divisi in vari gruppi giudaici tra cui spiccano i SADDUCEI, i FARISEI, gli ESSENI e i SEGUACI DI GIUDA IL GALILEO.
Non dimentichiamo però nemmeno il giudaismo ellenistico, un giudaismo della diaspora che risente delle influenze ellenistiche.
La predicazione di Gesù.
La predicazione di Gesù è immediatamente successiva a quella di Giovanni Battista. Se il Battista inizia la sua predicazione nel 26 e termina nel 27, quella di Gesù, che dura ipoteticamente o uno o tre anni, inizia nel 28 e termina tra il 29 e il 30. Siamo sotto l'imperatore Tiberio, Caifa è il sommo sacerdote del Sinedrio e Pilato è il prefetto della Giudea. Non ci sono eventi molto importanti che fanno da cornice alla predicazione di Gesù, dato che la rivolta di Giuda il Galileo era terminata da vent'anni e la grande guerra giudeo – romana sarebbe avvenuta nel 66 e terminata nel 73.
Giovanni Battista era un predicatore itinerante che annunciava l'imminente fine del mondo, predicando l'espiazione dei propri peccati con un battesimo nel fiume Giordano. Pare che Gesù si unisca ai seguaci del Battista me le Scritture non ne parlano molto perché l'argomento dava dei problemi (Giovanni ad esempio dice che il Battista quasi non lo vorrebbe battezzare).
Battista è l'ELIA che precede il MESSIA.
Gesù veste i ruoli di:
- Predicatore itinerante, soprattutto per la Galilea ma anche a Cafarnao, al lago di Genezaret, a Tiro e Sidone, Cesarea e Decapoli.
- Taumaturgo. Ne parlano Marco, Luca e Giuseppe Flavio.
- Nabi o profeta. Ne parla Marco, indicando in Gesù un uomo ispirato e posseduto da Dio. Gesù reca una nuova salvezza e per tutta l'umanità, non solo per Israele. Non predica ritorni della dinastia di Davide né liberazioni dal dominio romano ma la salvezza celeste. La sua idea salvezza è riservata in special modo ai poveri.
- Rabbi o dottore della Legge. Gesù conosce bene l'Antico Testamento e svolge attività didattica itinerante, spiegando la legge di Mosè anche nelle sinagoghe. Sostiene molti dibattiti con i farisei e gli scribi in generale, e corregge la Legge, non si limita ad interpretarla (vd. polemica sul sabato.
- Messia. Gesù all'inizio non si proclama Messia e la sua predicazione riguarda maggiormente la salvezza ultraterrena. Dopo la confessione di Pietro, sostiene Marco, Gesù inizia ad affermare il suo carattere messianico entrando a dorso d'asino a Gerusalemme. Infine, alla domanda di Caifa durante il processo del Sinedrio, dichiara apertamente la sua messianicità. Lui non è il messia dei Salmi e del Libro dei Profeti ma il messia del Libro di Daniele.
Annunciando la sua necessaria morte Gesù porterà lo sgomento tra i discepoli e subito dopo la sua morte, la delusione si impadronirà di molti di loro come testimonia Luca: “noi speravamo fosse lui quello che avrebbe salvato Israele”.


Tratto da STORIA DEL CRISTIANESIMO di Gherardo Fabretti
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