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Paolo di Tarso e la diffusione del cristianesimo

Paolo di Tarso era di famiglia genuinamente ebraica, fariseo e rigorosamente osservante. Studiò col famoso rabbino Gamaliele. Partecipò alla prima persecuzione degli ellenisti. Non possiamo dare una intepretazione unilaterale di Paolo, cioè non possiamo né passare sopra il Paolo giudeo osservante di Luca né sopra il Paolo greco. Paolo era di Tarso, nella greca Cilicia, quindi la sua lingua era il greco prima dell'aramaico e la sua formazione è prima di tutto ellenistica, tant'è vero che quando cita le Scritture lo fa tramite la Bibbia dei Settanta. Paolo era anche cittadino romano.
Non conosce il Gesù terreno ma il Gesù celeste, nel famoso episodio di Damasco (avvenuto forse nel 33) e da allora si convince che la salvezza non poteva venire dall'osservanza della legge mosaica ma dalla fede in Cristo morto e risorto. Nel 47 – 48 inizia la sua attività apostolica sostenendo che l'offesa fatta a Dio da Adamo è stata cancellata col sacrificio vittorioso di Gesù. Ma Paolo non ha mai smesso di meditare sulla salvezza del popolo ebraico e il rifiuto del suo popolo per la figura di Cristo come Messia è sempre stata per lui un problema angoscioso.
Paolo dice che Dio non ha ritirato l'antica alleanza ma la salvezza viene ora dalla fede in Cristo e se gli ebrei rimangono il popolo eletto, rimangono l'Israele secondo la carne, mentre i cristiani sono
l'Israele di Dio (lettera ai Galati). Paolo sosterrà molti altri scontri come spiega Luca negli Atti degli Apostoli: con Pietro sul problema dei rapporti rituali (la comunione della tavola) con i pagani; nel Concilio di Gerusalemme (49?) dove si affronterà il problema della libertà dei pagani dalla legge mosaica.
La prima diffusione del cristianesimo nell'Impero Romano.
Da Paolo in poi il cristianesimo inizia a diffondersi fino all'estremità della terra (Grecia e Roma) come dice Luca negli Atti. Il racconto di Luca è certamente parziale ma analizziamolo. Luca dice che Paolo inizia la sua predicazione presso i giudei, dove trova un'accoglienza fredda. Passa così ai pagani dove riscuote ben altro successo e la chiesa inizia a ellenizzarsi e arriva a Roma. Va ricordato che Luca sente molto il fascino della cultura ellenistica e che questa sua versione è troppo semplicistica. La componente giudaica ha continuato ad avere un ruolo molto forte per tutto il I secolo e anche nel II secolo; il partito di Giacomo esprime proprio questa tendenza si è detto prima, e dopo la guerra contro Roma molte comunità giudaico – cristiane sopravviveranno, dando vita alla letteratura apocrifa del Nuovo Testamento di cui si parlerà più in là. Ci sono poi le comunità dell'Osroene e dell'Adiabene, che adottano un cristianesimo risalente alla missione palestinese, di impronta giudaica e lingua aramaica.
Come si diffonde quindi il cristianesimo con l'attività apostolica di Paolo? Paolo segue le grandi vie di comunicazione romane: Siria, Cilicia, Asia Minore, Grecia e Italia; queste sono le aree fondamentali della predicazione paolina e i luoghi dove nascono le prime importanti comunità cristiane: Antiochia prima di tutte, poi Efeso, Smirne, Filippi, Tessalonica, Atene, Corinto e Roma.
Luca parla anche dei modi di diffusione e della reazione che suscita nella popolazione locale, ed è credibile quanto dice, cioè che Paolo prima si rivolga alla comunità giudea del luogo tentando di dimostrare che Gesù è il Messia, una predica che suscita molte resistenze. Si rivolge così ai pagani, specialmente i convertiti al giudaismo che non tenevano troppo in conto l'osservanza della Torah.
Le rimostranze dei giudei sono interessanti perché controbattono dal punto di vista religioso ma di fronte ai Romani pongono il problema dal punto di vista politico, additandoli come sediziosi e disturbatori. Ma anche molti pagani protestano, temendo danni commerciali derivanti dalla predicazione. Le autorità romane non reagiscono con troppa veemenza considerato anche il fatto che Paolo era cittadino romano.

Tratto da STORIA DEL CRISTIANESIMO di Gherardo Fabretti
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