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Il cinema di Fellini, Kubrick, Bunuel e Almodovar

 Federico Fellini, l’onirismo dei sensi : cinema personale, autoriale, onirico, autobiografico, visionario, pratiche surreali e spiritate.
Cineasta star. divismo non diverso da quello degli attori. Felini e Kubrick divi in modi diversi.
Kubrick : basa il successo sull’ermetismo = rifiuto di spiegare le sue opere
Fellini: artista bulimico, mette le sue ossessione al servizio del cinema, si afferma come icona, rapporto vita-opera all’insegna dell’autobiografismo esasperato. Cinema sovrabbondante e ricchissimo (contrario di quello di Bresson) -->Trasformazione da neorealismo a cinema d’autore.
Film che provengono dalla cultura popolare, circo, varietà, illustrazione.
La dolce vita (1960) :lo consacra. 1965 passaggio al color. mito del regista totale.
      Pedro Almodovar, autore trasgressore: chiaro esempio di autorialità contemporanea, portavoce di tutto il movimento. Trasgressione, passione per il proibito, furore anti-ecclesiastico, esibizione della cultura gay, assalto ai luoghi comuni della narrazione. Temi sperimentali.
Bunuel funge da fonte di idee fantasiose e polemiche.
Almodovar applica modelli di genere hollywoodiani a vicende trasgressive e contrarie alla morale comune. traveste il fim.
Stile frammentario e goliardico, pienamente postmoderno. La sua integrazione nel cinema d’autore gli permette di trattare contenutistiche altrimenti inaccettabili. La sua carriera è esemplare perché nasce in un contesto sociale preciso (Spagna appena uscita dalla tirannia).
      Nanni moretti, l’ego dell’autore: adesione reciproca tra opere e personalità dell’artista.
Autobiografia +autoproduzione e realizzazione dei propri film, tendenza a raccontarsi davanti alla macchina da presa. personaggio nevrotico.
Scene brevi, frammentarie, racconto episodico,occhio clinico e grottesco per i rituali delle nuove culture e capacità intuitiva nel mettere alla berlina ogni clichè linguistico e culturale.
Critica Italiana. rappresentante dell’ideologia di una generazione
Critica europea. cineasta puro.

Tratto da STORIA E CORRENTI DEL CINEMA EUROPEO di Silvia Lozza
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