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Novalis - Inni alla notte ( Hymnen an die Nacht)

La formazione pietistica

Il pietismo è ostile ai dogmi e predica una sorta di religiosità interiore strettamente individuale è animato e sorretto da un’esperienza mistica con la quale gli adepti di ridestati.
Convinzione che si può ricevere il perdono dalle proprie colpe solo per intervento della Grazia divina: l’uomo percepisce in un lampo la via della salvezza e cerca di modellare la propria vita attraverso l’espiazione.
La struttura mentale di Novalis è quella di un mistico: certe immagini sono tipiche della letteratura mistica ma altre le usa senza che sia provato che poté conoscerle.
Alle fonti dell’opera di Novalis c’è tutta la tradizione cristiana dei secoli precedenti, ma non si possono dimenticare correnti come l’enciclopedismo, nel tentativo di trovare il principio organico di tutto il sapere, di impossessarsi della chiave dell’universo.
Inoltre predilezione per la matematica trascendentale.

L’idealismo magico

In questo periodo le scienze naturali si stavano trasformando in problemi di pura speculazione, in una filosofia metafisica della natura: essa è un continuo divenire creativo, ogni suo elemento è riconducibile a una forma di organizzazione superiore.
Il magnetismo è il legame tra i vari componenti, la fisica diventa una biologia cosmica.
Si è portati a scorgere ovunque delle corrispondenze: si parla di cosmomorfismo, cioè la concezione per cui in ogni parte è riprodotto simbolicamente il tutto. Questo ha per conseguenza la creazione di un Homo Magus, che conoscendo i segreti rapporti tra le cose può agire su di esse.
L’idealismo magico definisce il potere che lo spirito ha di trasformare la materia, indica l’assoluta onnipotenza dell’Io
Al centro della speculazione c’è il rapporto tra il finito e l’infinito, tra mondo sensibile e soprasensibile, tra realtà e idea, rapporto che per Novalis si evidenzia nella poesia.
Tutte le componenti della sua poesia sono rapportate al Cristianesimo, anche quando non sono accettate, come l’alchimia, l’astrologia….non è un atteggiamento, ma un rapporto individuale con la persona del Cristo, posta al centro della vita, dell’arte, del mondo.
Talvolta sembra assumere la forma della sostanza eterna di Spinoza o dell’Io filosofico di Fichte, ma non si deve cercare in lui il dogmatismo.
È il poeta che più di ogni altro incarna la sensibilità romantica, il Sehnsucht, eppure lo conosciamo come una persona dotata di molto senso  pratico. Questi due aspetti, dell’uomo positivo (concreto, impegnato nella costruzione di  una società migliore su questa terra)  e dello spirito (religioso e visionario)  coesistono in Novalis senza conflitto. Fa parte anche dell’educazione pietistica. Realismo e idealismo non si scontravano ma si completavano: fu il poeta del sogno e delle visioni, ma trovò tempo per i problemi culturali, religiosi e politici della sua epoca.


Gli Inni

Gli Inni alla notte è unico ciclo di poesia compiuto, pubblicato in vita. quasi tutti sono in prosa ritmica.
La composizione e la concezione del lungo poema cade tra il 19 marzo 1797, morte di Sophie, e il 31 gennaio 1800, invio del manoscritto a Schlegel.
Come finti letterarie ci sono sicuramente Meister Eckart, Seuse, Bohme, Young ed  Herder.
Sono un poema in prosa ritmica e in versi suddiviso in sei parti diseguali, che hanno come punto di partenza un’esperienza erotico-filosofico- religiosa  profondamente vissuta e come tema la vittoria sulla morte.
Il nucleo è al morte della giovane fidanzata: il poeta tenne un diario in cui leggiamo che in quel periodo il centro dei suoi pensieri era costituito dalla certezza della vita oltre la tomba e del ricongiungimento con la fanciulla.
Il 13 maggio Novalis recandosi alla tomba di Sophie passa attraverso un’esperienza spirituale di straordinaria intensità. A poco a poco sul pensiero della propria morte come speranza di riunione con l’amata prende il sopravvento una concezione che permette di nuovo l’attaccamento e l’interesse alla vita.
La figura di Sophie diventa mezzo per raggiungere Cristo.
-    Inno I: rapporto dialettico tra giorno e notte, tra oscurità e luce, tra morte e vita. Esaltazione del giorno.il poeta fa l’esperienza della notte, ne comprende l’essenza e prende congedo lietamente dal giorno. la notte è vista come inviata dall’amata, che può rendere eterna la loro unione;
-    Inno II: il poeta cerca nel regno della luce la notte come simbolo di vita e la trova nel sonno e in tutto ciò che dà ebbrezza. Ma soprattutto tramite la fede e l’amore che possiamo entrare in contatto con la notte e quindi con il finito.
-    Inno III: esperienza mistica alla tomba di Sophie. Certezza dell’esistenza di un’altra vita attraverso l’amore e la visione dell’amata morta.  Attraverso l’esperienza della rinascita il poeta sente di appartenere ormai ai due mondi.
-    Inno IV: il poeta è annunciatore del legame tra mondo della luce e della notte, per cui prova nostalgia. I due mondi si completano e si integrano, e c’è la certezza dell’altro regno (la notte) come liberatore dalle angosce.
-    Inno V: presentazione del mondo antico-pagano e del mondo vivificato dalla presenza del mediatore divino, Cristo. Prima gli dei vivevano in armonia con gli uomini, poi lo spirito scacciò gli dei, che ritornarono (nel senso di ritorno del sacro) con la nascita di Cristo, grazie a cui l’umanità arriva a comprendere il significato della vita e della morte e a vincerne il terrore. Ad ascoltare Gesù c’è anche un cantore venuto dall’Ellade che andrà ad annunciare la buona novella in India (potere unificante del Cristianesimo).
-    Inno VI: gioia per la morte, che apre all’uomo una nuova patria, in cui il poeta entra accompagnato da Sophie e da Cristo.

Il poeta, istintivamente portato ad amare la luce, comprende il significato della notte attraverso la dolorosa esperienza della perdita dell’amata; trasportato nei suoi regni attraverso una visione ne ritorna portandone in cuore la nostalgia,pur assolvendo con energia i suoi compiti nel mondo.
Esperienza dell’aldilà grazie alla visione dell’amata e della Croce: è il cristianesimo, non l’Ellade, a contenere i germi di una religione che unisca tutti i popoli.

Tratto da NOVALIS di Federica Maltese
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