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La Comunicazione Interpersonale

 
La psicologia studia la comunicazione con l'obbiettivo di capire il modo in cui le persone attraverso i propri scambi comunicativi costruiscono relazioni costruttive (che per Berne è strutturare relazioni intime) e manipolatorie/violente (che per Berne è strutturare giochi psicologici). 

 
Per comunicazione si intende uno scambio di notizie sullo stato del mondo. La comunicazione non è una capacità solo umana poiché anche gli animali possono avere uno scambio comunicativo molto complesso. 

Ad esempio le grida d'allarme che gli animali emettono in presenza di un predatore nell'ambiente; tali allarmi sono dei vantaggi per gli altri animali che ricevono il segnale ma è difficile definire questi segnali come altruistici. Gli animali sono in grado di cogliere i segnali dei co-specifici e di distinguere segnali analoghi emessi da altre specie e questo è frutto di apprendimento di carattere associativo (ogni volta che arriva quel segnale arriva il predatore). Ma non esiste evidenza che l'animale che ha lanciato l'allarme lo abbia fatto intenzionalmente, cioè con lo scopo di avvisare gli altri animali. 

La comunicazione umana di fronte a un pericolo è molto più variabile rispetto a quella animale; una persona può reagire al pericolo semplicemente esprimendo paura (gridando/fuggendo) e questo comportamento innato è un segnale non intenzionale per gli altri che lo colgono, può minimizzare i propri segnali di paura, ad esempio per non spaventare un bambino, può usare un comportamento arbitrariamente scelto come segnale (es. fischiettare), può attirare l'attenzione su di sé per permettere agli altri di scappare (comportamento altruistico). 

In conclusione la comunicazione animale di basa su relazioni innate di fronte ad eventi specifici e sull'apprendimento di sistemi di segnalazione di altre specie che coabitano e questo porta ad un'efficace trasmissione di informazione. Gli animali sono anche capaci di simulazione e inganno. La comunicazione umana è caratterizzata da maggiore flessibilità poiché l'uomo sceglie tra un numero maggiore di alternative. 

Tra la comunicazione umana e quella animale ci sono aspetti di continuità e di discontinuità.
Aspetti di continuità: espressione delle emozioni, possibilità di apprendimento comuni a uomini e animali come il condizionamento/apprendimento per prove ed errori/imitazione/per insight (per cui le soluzioni alle proprie difficoltà comunicative possono presentarsi improvvisamente).
Aspetti di discontinuità: Solo gli esseri umani possono creare e tramandare segnali nuovi, basati sulla consapevolezza reciproca dell'esistenza di una comune intenzione di comunicare. La comunicazione umana crea il senso del Noi che supera la comunicazione basata sul semplice perseguimento di uno scopo di sopravvivenza individuale. 
 
Tomasello e i suoi collaboratori hanno condotto degli studi sull'ipotesi di altruismo spontaneo negli animali. Si fece un'osservazione su un gruppo di scimmie antropomorfe in condizioni di semi-cattività, in questa condizione di vita le scimmie apprendono a servirsi del gesto umano del pointing (=indicare). In un primo esperimento Tomasello fa in modo che la scimmia veda un uomo che mette del cibo su un secchio poi l'uomo si allontana e ne entra un altro e la scimmia è in grado di segnalare all'umano dove si trova il cibo tramite un pointing. Si tratta di una dimostrazione di come l'animale abbai imparato a comunicare con un componente della specie umana usando un segnale proprio dell'altra specie. Nel secondo esperimento il cibo viene posto in un secchio quando la scimmia non c'è, quando l'animale arriva l'uomo le fa segno indicando il secchio dove si trova il cibo. In questo caso, lo stesso animale che sapeva usare il pointing per dirigere l'umano non sa decifrare il gesto del poiting con cui l'umano cerca di aiutarlo. Secondo Tomasello il motivo di questa difficoltà sta nell'incapacità di decifrare il diverso tipo di intenzione comunicativa che è alla base dei due gesti, solo in apparenza sono uguali. Il primo pointing, fatto dalla scimmia all'uomo, ha un'intenzione imperativa, nel pointing fatto dall'uomo alla scimmia c'è invece un'intenzione informativa di carattere altruistico. L'animale è arrivato ad associare il gesto dell'indicare con un comando e non riesce a decifrare l'intenzione altruistica del gesto umano, cioè che l'additare può essere usato dagli umani per aiutarsi poiché la funzione altruistica non fa parte dell'animale.

Tomasello ha condotto anche una serie di esperimenti sui bambini che hanno partecipato al rouge test e hanno dimostrato di sapersi riconoscere allo specchio, in questo test il bambino è stato sporcato con il rossetto e poi viene posto davanti allo specchio. Da una certa età (14 mesi) il bambino guardando lo specchio porta la mano sulla macchia di rossetto che ha sulla fronte e questo è un indizio che il bambino è in grado di riconoscersi nell'immagine riflessa. È solo quando è arrivato a questo primo senso di sé che il bambino diventa capace anche di empatia, ovvero prova la stessa emozione che vede espressa da un altro essere umano. Dopo questo test i bambini venivano messi in una situazione in cui vedevano un adulto i difficoltà nel compiere qualche compito ma non faceva nessuna richiesta esplicita di aiuto al bambino. In questa situazione il bambino aiutava spontaneamente l'adulto ma a questo comportamento di aiuto l'adulto non rispondeva con nessun comportamento di ringraziamento (sorriso, cenno del capo, sguardo di approvazione). L'esperimento era organizzato in modo tale da dimostrare la tesi che l'unica condizione necessaria e sufficiente per il comportamento altruistico del bambino sarebbe la risonanza empatica provata dal bambino alla vista del disagio evidente dell'adulto in difficoltà senza bisogno di nessun segnale di richiesta di aiuto o di gratitudine. Un aspetto molto interessante di questi esperimenti di Tomasello è che il bambino pur aiutando spontaneamente cerca comunque un segnale positivo dall'adulto, infatti il bambino continua ad aiutare l'adulto ma manifesta di essere scocciato.

Tomasello propone due idee sul salto evolutivo che consente di distinguere la comunicazione umana da quella animale:
1. Solo la cooperazione umana si basa sull'altruismo gratuito, anche gli animali sono capaci di cooperazione ma essa è funzionale per la sopravvivenza dei più forti. Solo gli esseri umani sono capaci di altruismo come forma di cooperazione destinata all'aumento delle probabilità di sopravvivenza di tutti i membri del gruppo.
2. Tomasello commenta il comportamento del bambino che si trova ancora in uno stato prelinguistico ma riesce già a comunicare con chiarezza all'adulto in modo non verbale il suo desiderio di avere un segnale di ritorno (feedback). Il bambino che è arrivato allo stadio di sviluppo in cui inizia a provare empatia per l'altro in difficoltà lo aiuterà spontaneamente (altruismo innato) ma per avere conferma della sua empatia da parte dell'altro. La comunicazione umana si basa sull'aspettativa di una reciprocità nelle relazioni interpersonali e il bambino, anche se non sa esprimerlo a parole, ha consapevolezza di sé e dell'altro e sa come dovrebbero andare le cose in una relazione che funziona, ovvero ognuno deve fare la sua parte e lo scambio di informazioni/aiuto deve essere reciproco.

Tratto da PSICOLOGIA SOCIALE di Emma Lampa
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