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Criticità del sistema diagnostico del DSM


Le diagnosi DSM hanno una ridotta attendibilità a causa dell'arbitrarietà del concetto di soglia diagnostica: il DSM ha finito paradossalmente x reintrodurre un aspetto di forte arbitrarietà del clinico, che si trova a giudicare la presenza/assenza di un disturbo senza precise indicazioni operative e solo sulla base di una valutazione personale del livello di compromissione del funzionamento individuale prodotto dalla sintomatologia.
Problema analogo è rilevabile rispetto ai cosiddetti “disturbi sottosoglia”: è facile riscontrare che spesso le manifestazioni riportate dai pazienti, pur non soddisfacendo il numero di criteri necessari per la diagnosi di un disturbo, comportano comunque uno stato di forte disagio o sofferenza per il paziente. Nel DSM IVTR è stata proposta come parziale correttivo l'applicazione a queste condizioni cliniche dell'etichetta “disturbo non altrimenti specificato”. Questa opzione, tuttavia, non ha fatto altro che incrementare la frammentazione dei quadri diagnostici.
Problema della comorbilità
Molte diagnosi di asse I appaiono spesso in comorbilità con altri disturbi. Ciò può essere attribuito a diversi fattori come all'errore di valutazione: alcuni autori ritengono che la distinzione fra due disturbi non è facilmente valutabile sulla base delle descrizioni fornite dal manuale, specialmente da un clinico non esperto.

Tratto da LA DIAGNOSI IN PSICOLOGIA CLINICA di Salvatore D'angelo
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