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Il binomio tra ricerca azione e gruppo in Lewin


La ricerca azione è da Lewin realizzata sempre in GRUPPO il binomio tra ricerca azione e gruppo deriva dal fatto che quest’ultimo è il luogo psicosociale all’interno del quale i soggetti costruiscono le loro azioni ed è, inoltre, uno strumento che può facilitare i processi di cambiamento Assumere il gruppo come unità di analisi significa affermare che i problemi dei gruppi non sono riconducibili alla somma dei problemi dei singoli individui, così come non lo sono i suoi bisogni. Pertanto il gruppo è portatore di problemi specifici e lo studio deve vertere sulle caratteristiche del gruppo come complessa struttura di ruoli, di posizioni, di canali di comunicazione, di modalità di esercizio del potere, al fine di collegare fattori soggettivi e fattori strumentali nell’ambito di un contesto fondamentalmente unitario. 
Nel pensiero lewiniano il costrutto di “campo” ha un ruolo chiave e può essere applicato allo studio dell’individuo, dei gruppi e dei fenomeni sociali. Concepito come sistema di forze, è un sistema dinamico, definito dall’interdipendenza tra gli elementi che lo compongono. Si tratta di un sistema costantemente attivo che, quando è in stato di riposo, si fonda su un equilibrio che non è statico, ma è il prodotto della contrapposizione tra le forze presenti al suo interno. La rottura di questo equilibrio, a causa dell’ingresso di nuovi elementi nel campo, produce un mutamento che coinvolge tutte le componenti del campo stesso. 
Il campo è costituito dalla situazione attuale che, suggerisce Lewin, dovrebbe essere vista “come un prodotto di certe condizioni o forze”. Centro dell’interesse è quindi “la costellazione di forze” presenti entro un campo, nonché i concetti di CAMBIAMENTO e di RESISTENZA al CAMBIAMENTO. Esperimento con le massaie per modificare le abitudini alimentari enorme superiorità del COINVOLGIMENTO nel GRUPPO, della decisione presa nell’ambito delle sue dinamiche e, in sostanza, della PARTECIPAZIONE ATTIVA ai problemi ed ai progetti rispetto all’azione diretta ad influenzare secondo i classici canoni della propaganda. 
In chiave teorica Lewin definisce lo stato di equilibrio sociale nei termini di un “equilibrio quasi stazionario” caratterizzato cioè da oscillazioni intorno ad una linea di equilibrio provocate da forze uguali e contrarie, tendenti all’innalzamento o all’abbassamento dello standard di vita sociale. Un mutamento nella struttura di tale campo di forze può avvenire o con l’aggiunta di forze nella direzione desiderata o con la diminuzione delle forze opposte la scelta dell’una o dell’altra alternativa non è del tutto indifferente, nella misura in cui gli effetti secondari dei due processi, che pur conducono allo stesso livello di equilibrio, sono abbastanza diversi. Infatti l’equilibrio sarà raggiunto nei due casi ad uno stato di diversa tensione nel caso si aumentino le forze nel senso desiderato, si verificherà un aumento di tensione nel campo, accompagnato, al di sopra di un certo grado, da una più alta aggressività, da una maggiore emotività e da una più bassa costruttività. La tensione sarà, invece, bassa nel secondo caso. per questo Lewin compie un tipo di strategia basata sulla riduzione delle forze opposte. 
La possibilità di un’azione di mutamento psicosociale deve, poi, tenere conto, secondo Lewin, di certe resistenze interne iniziali, dovute ad abitudini cristallizzate, che ancorano gli individui agli “standard di gruppo”. 
Un processo di cambiamento ben riuscito (cioè che produce una modificazione relativamente duratura degli atteggiamenti) consta di tre tappe: 
1. fase di ROTTURA (UNFREEZING) dell’equilibrio ottenuta agendo sui fattori di resistenza, spesso legati all’adesione alle norme sociali. 
2. fase di SPOSTAMENTO (MOVING) in cui gli elementi già presenti nel campo e quelli nuovi si muovono nelle direzioni dettate dalle forze che agiscono all’interno del campo (es. cambiare e sviluppare nuove credenze, valori, atteggiamenti, sulla base di nuove informazioni). 
3. fase di RICOSTRUZIONE (REFREEZING) in cui la nuova situazione creatasi si stabilizza intorno ad un nuovo equilibrio (quindi stabilire ed integrare i nuovi valori, atteggiamenti, comportamenti…) 
Con la ricerca azione Lewin propone un metodo per produrre un CAMBIAMENTO controllato dai contesti di vita reale per analizzare scientificamente la variazione dei sistemi di forze. In tal modo l’INDAGINE SCENTIFICA è messa a disposizione per affrontare PROBLEMI PRATICI contribuendo a “rafforzare quell’approccio razionale ai problemi sociali pratici che è una delle esigenze fondamentali per la loro risoluzione” L’idea di Lewin non è di contestare il metodo sperimentale in sé, di cui egli riconosce l’importanza e la validità per il progresso scientifico, ma di sviluppare una metodologia d’indagine che si adatti ad essere utilizzata sui GRUPPI NATURALI. egli riteneva, infatti, che la sperimentazione fosse una parte importante di ogni sforzo per il cambiamento. 
Uno dei problemi che Lewin evidenzia e che è strettamente connesso alla doppia natura “scientifica” e “pratica” della ricerca azione, è quello legato al cosiddetto POTERE di CONTROLLO dello sperimentatore sulla situazione sperimentale. Se nel caso di un esperimento in laboratorio lo psicologo ha generalmente il controllo della situazione, cioè può creare le condizioni fisiche e psicologiche che desidera, questo non avviene durante la ricerca sperimentale su gruppi naturali. tuttavia, il ricercatore deve, in qualche modo, avere il potere di creare le costellazioni e le variazioni necessarie per produrre il cambiamento. UN TALE POTERE È ACQUISIBILE SOLO OTTENENDO la COOPERAZIONE ATTIVA del GRUPPO OGGETTO di INDAGINE, ad esempio un’organizzazione Chi è a capo di un’organizzazione, anche se convinto della validità dell’esperimento, difficilmente concederà allo sperimentatore una libertà d’azione illimitata, mentre potrebbe essere disposto a cooperare con lo sperimentatore sino a stabilire, di comune accordo con quest’ultimo, la procedura sperimentale da seguire (mediazione tra gli interessi della ricerca e gli interessi dell’organizzazione) ciò presuppone che chiunque sia coinvolto nell’esecuzione del progetto debba, in una certa misura, familiarizzarsi con gli aspetti scientifici del problema. 
Il modello classico della ricerca azione struttura e metodi 
Nella sua formulazione originale (modello classico) il processo di ricerca azione consiste in una spirale di cicli, ognuno dei quali si articola in tre momenti successivi: 
1. PIANIFICAZIONE 
2. ESECUZIONE 
3. RICOGNIZIONE o INCHIESTA volta a valutare i risultati di ogni momento, a preparare una base razionale per il momento successivo e per modificare, se necessario, il piano di azione originale. 

Tratto da LA PSICOLOGIA DI COMUNITÀ di Ivan Ferrero
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