Skip to content

La psicologia di Comunità dal “caso” al “problema”

La psicologia di Comunità dal “caso” al “problema” 

Il caso suddetto serve a mostrare che lo psicologo per intervenire deve portare nel setting un po' del mondo esterno dei soggetti perché le "ramificazioni sociali" il paziente le ritrova dopo l'ora di consultazione. 
GRANOVETTER studioso di reti sociali afferma che per avere la conoscenza globale della situazione occorre guardare le cose come dall'alto di un aereo. 
KORCHIN 1976 pur considerando fine primario di ogni terapia la modifica della personalità e del funzionamento della persona dice che occorre anche modificare le influenze che agiscono sulla persona generando o acuendone i problemi. 
MATARAZZO afferma che i fattori psicosociali sono implicati in tutte le malattie. 
L’approccio della psicologia di comunità, pur conservando due caratteristiche di base di quello clinico (atteggiamento d’aiuto rivolto al cambiamento e attenzione al caso particolare) se ne differenzia per molte altre caratteristiche: 
La persona è vista come un soggetto attivo in continua transazione col mondo, quindi con un’attività inserita concretamente nel sociale del quale deve far fronte a vincoli e risorse. Il sociale non entra solo con la sua dimensione hic et nunc ma come elemento con una storia. 
I problemi umani vengono considerati non solo nella loro dimensione personale e soggettiva ma anche in quella sociale ed oggettiva. 
Da ciò deriva che: 
Le situazioni critiche non sono solo affrontate nel loro sbocco finale, ma considerando la dimensione storica si porta in primo piano il concetto di PREVENZIONE. 
Al sociale viene attribuito un ruolo eziologico forte, come elemento che contribuisce al costituirsi del disagio. Questo punto di vista rinforza il concetto di prevenzione ed impone anche la messa in atto di approcci clinico-sociali, connessi per esempio all’uso di reti sociali, empowerment dentro i gruppi, dinamiche di auto-aiuto. 
È chiaro come la psicologia di comunità estenda il suo campo di ricerca e intervento al di là dell’area della salute mentale comunemente riconosciuta in ambito clinico, rivolgendosi ai problemi sociali della comunità organizzata sul piano nazionale e locale. 
PUNTI PROCEDURALI di SINTESI dell’OTTICA della PSICOLOGIA di COMUNITÀ: 
1. Il caso particolare è costituito dalla persona nelle sue relazioni, ma anche dalla situazione globale comprensiva della persona e dell’ambiente 
2. si rivolge non solo alle situazioni soggettive intrapsichiche ma anche a quelle oggettive ed alle dinamiche sociali 
3. la situazione critica in atto non è vista come un evento che fa emergere dati problematici della persona, ma come una condizione transitoria da cui la persona può uscire reperendo le adeguate risorse 
4. punta all’attivazione di risorse personali e sociali 
5. particolare attenzione alle risorse reperibili nel sociale ed al quadro in generale 
6. analisi delle relazioni materiali e simboliche che si ripercuotono sulla situazione e contribuiscono a costituirla 
7. poiché tale analisi comporta strumenti non tradizionali e non presenti in ambito psicologico classico, cerca contributi sia a livello multidisciplinare che di conoscenza che i soggetti stessi producono sul territorio 
8. per far emergere tale conoscenza si lavora per l’attivazione della collaborazione con persone coinvolte nella situazione 
9. sollecitare la dimensione attiva del soggetto e la sua azione concreta nel sociale 
10. l’intervento è sempre rivolto all’interfaccia tra sociale ed individuale, soggettivo ed oggettivo. 

Tratto da LA PSICOLOGIA DI COMUNITÀ di Ivan Ferrero
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.