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Anomalie del sistema nervoso nella sindrome di Down


La presenza di 3 copie del cromosoma 21 altera le funzioni nervose fin dai primi anni di vita, con effetti sulle funzioni cognitive e sul controllo del tono muscolare.
Un soggetto Down ha la testa più piccola del normale, con un cervello anch’esso più piccolo e anomalie a livello della corteccia cerebrale, del tronco encefalico e del cervelletto. Sono presenti errori generalizzati di sviluppo e di stratificazione corticale e localizzazione dei neuroni, conseguenti ad anomalie nei processi di migrazione. Anche l’arborizzazione dendritica è inferiore alla norma e, dopo la nascita, c’è una perdita di neuroni maggiore rispetto alla condizione normale. Gli studi hanno dimostrato diverse anomalie nei potenziali evocati in risposta alla stimolazione visiva e uditiva.
Entro i 40 anni di vita tutti i soggetti Down sviluppano cambiamenti patologici simili alla neurodegenerazione tipica del morbo di Alzheimer, con placche senili ed ammassi neurofibrillari. Tale forma di degenerazione è caratterizzata dalla deposizione negli strati corticali di placche contenenti la proteina amiloide (APP). Il gene precursore di questa proteina è proprio sul cromosoma 21. I soggetti che hanno 3 copie di questo cromosoma, esprimono il gene APP in eccesso con una deposizione precoce delle placche nel loro cervello, in particolare negli strati superficiali dei lobi frontali. Dai 35 ai 40 anni, molti soggetti tendono ad accumulare le placche cerebrali di sostanza amiloide e ad avere degenerazioni neurofibrillari. Sembra che una terapia cronica con antiinfiammatori e antiossidanti sia utile nel rallentare la comparsa di questa condizione.

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