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Principi generali dei farmaci


I farmaci possiedono siti d’azione ed effetti: i primi sono bersagli molecolari con i quali essi interagiscono sulla superficie o all’interno delle cellule dell’organismo, influenzandone alcuni processi biochimici; i secondi sono i cambiamenti che possiamo osservare in processi fisiologici e, nel caso di farmaci psicoattivi, sulla normale attività psichica.
Per essere efficace, un farmaco deve raggiungere i propri siti d’azione; ciò si ottiene mediante introduzione nell’organismo e il conseguente raggiungimento da parte del farmaco del torrente sanguigno dal quale è trasportato agli organi sui quali agisce.
Un problema cruciale per i farmaci ad azione psicotropa è la necessità di accedere al tessuto nervoso e cioè di superare la barriera ematoencefalica: una interruzione di continuità fra il sangue e il liquido extracellulare che bagna le cellule nervose, costituita dalle cellule endoteliali che formano le pareti dei capillari che irrorano il sistema nervoso. Le cellule endoteliali sono cellule appiattite e ripiegate su se stesse che danno la forma tubolare ai capillari e formano con i propri margini delle giunzioni che danno consistenza a tali strutture.
Le pareti dei capillari che portano sangue ai vari organi del corpo hanno, di norma, giunzioni lasse e permettono uno scambio sostenuto di molecole e di cellule (macrofagi) attraverso spazi che si formano tra i margini delle cellule endoteliali. Nel caso del sistema nervoso, le pareti dei capillari sono invece caratterizzate da notevole compattezza poiché le cellule endoteliali formano con i propri margini delle giunzioni strette o occludenti che impediscono il libero scambio di sostanza tra il sangue e l’ambiente tissutale irrorato. Per abbandonare un capillare encefalico, ogni molecola veicolata dal sangue deve necessariamente superare, per diffusione, la barriera formata dalla cellula endoteliale, una struttura in grado di esercitare la maggiore selezione per le sue caratteristiche di idrofobia, due volte (una in entrata nella cellula e una in uscita).
Proprio per la natura lipidica della membrana plasmatica, le sostanze liposolubili superano la barriera ematoencefalica più facilmente di quelle idrosolubili e diffondono rapidamente attraverso tutto il sistema nervoso. Per le sostanze idrosolubili utili al metabolismo di neuroni e cellule gliali (glucosio, aminoacidi) esistono specifici sistemi molecolari di trasporto ch permettono il superamento della barriera ematoencefalica.
Il primo obiettivo della psicofarmacologia è trovare farmaci in grado di superare questa barriera: una molecola totalmente idrofila attraversa difficilmente la matrice lipidica delle membrane.
Il secondo obiettivo è la scelta di una modalità di somministrazione che dia un livello ematico elevato di farmaco protratto nel tempo.
Poiché lo studio degli effetti farmacologici delle molecole fa largo uso dei modelli animali, la scelta della modalità di somministrazione, con riferimento anche alla loro invasività, deve tener conto che a ricevere un farmaco sia un animale sottoposto a sperimentazione o l’uomo.
Gli andamenti temporali dei livelli ematici di un determinato farmaco dipendono dalla modalità di somministrazione. Alcuni tipi di molecole possono restare più a lungo nell’organismo e avere effetti biologici protratti nel tempo se, a seconda della propria natura, si accumulano in magazzini di deposito (tessuto adiposo, muscoli, ossa) oppure si legano alla proteina serica albumina.
La tolleranza o assuefazione è il fenomeno per il quale gli effetti di una determinata quantità di farmaco variano considerevolemente dopo un certo periodo di uso continuativo del farmaco.
Per la maggior parte dei farmaci si riscontra, col passare del tempo, una diminuzione dell’attività e si è nella necessità, per ottenere dalla sostanza un effetto costante, di aumentarne progressivamente le dosi. Tale fenomeno non è definitivo e dipende solo da un uso frequente del farmaco; se l’assunzione è interrotta, l’assuefazione diminuisce fino quasi a scomparire. L’acquisizione della tolleranza dipende da processi di adattamento cellulare come, nel caso di molecole che agiscono su recettori dei neurotrasmettitori, la desensibilizzazione, o la diseregolazione dei sistemi di trasduzione del segnale.

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