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Tipi di Attaccamento



1) Attaccamento sicuro (B): il bambino è in grado di utilizzare la madre come base sicura per esplorare l’ambiente, e quando è stressato cerca il contatto con la madre e si lascia consolare. Nella ST il bambino sicuro piange quando la mamma se ne va (e la cerca), riesce comunque a esplorare l’ambiente, quando la mamma ritorna ricerca prossimità e contatto (è in grado di farsi consolare), e non è troppo a disagio quando rimane solo con l’estraneo. Un bambino con attaccamento sicuro dopo i 2 anni è in grado sia di esprimere emozioni positive sia negative, inoltre è capace di regolare le proprie emozioni o di farsele regolare dal caregiver (ha condotte regolatoria efficace in situazioni di disagio) -> questo è predittivo di buone capacità di autoregolazione emotiva in futuro. Quali sono i precursori di un attaccamento sicuro? Sono state fatte molte ricerche, anche longitudinali, per vedere qual è il predittore di attaccamento sicuro. Tali ricerche mostrano che il predittore è una mamma responsiva ai bisogni fisici ed emotivi, in grado di svolgere il suo ruolo di consolatore e base sicura, accessibile emotivamente dal bambino, e in grado di contenere tutte le emozioni, sia positive che negative del bambino. Successive ricerche, sulla trasmissione intergenerazionale dell’attaccamento, mostrano come un bambino sicuro ha a sua volta una mamma con attaccamento sicuro (valutato con AAI).

La Ainsworth ha anche evidenziato 4 sottogruppi di bambino sicuro:
- B1: il bambino privilegia l’interazione a distanza con la madre (vocalizzando, sorridendo, mostrando oggetti) rispetto alla ricerca di contatto fisico negli episodi di riunione, manifestando al contempo qualche segno di evitamento nei suoi confronti; rivela poco stress alla separazione
- B2: il bambino ricerca maggiormente il contatto e la vicinanza con la madre rispetto al B1, pur mostrando anch’esso un certo evitamento della vicinanza nei suoi confronti soprattutto nel primo episodio di riunione -> è ambivalente nella riunione
- B3: è il gruppo prototipico. Il bambino si mostra molto sicuro, non delineando nel suo comportamento nessun segno di evitamento o di resistenza nei confronti della madre negli episodi di riunione, in cui è facilmente consolabile, e dopo riprende a giocare con facilità
- B4: il bambino appare preoccupato di mantenere vicinanza e contatto con il genitore, dimostrandosi focalizzato su di lui e stressato negli episodi di separazione; appare inizialmente difficile da consolare quando il genitore torna -> è ambivalente quando la mamma se ne va

2) Attaccamento insicuro di tipo evitante (A): è collegato alla scala dell’evitamento -> è un bambino che quando la madre torna nella stanza evita il contatto visivo e continua a giocare. Quando la mamma è presente esplora l’ambiente in modo indipendente, senza condividere l’esplorazione con la madre. Quando la madre se ne va non mostra disagio ed è amichevole con l’estraneo. Il bambino quindi tenta di minimizzare la relazione di attaccamento e di spostare l’attenzione sui giochi e sull’ambiente. A livello di regolazione emotiva: piange poco e non esprime stress, come se avesse disattivato l’espressione delle sue emozioni. Quindi, non venendo espresse le emozioni, l’adulto non viene usato come regolatore. Questo attaccamento predice difficoltà di autoregolazione dopo i 24 mesi. Perché un bambino sviluppa uno stile di attaccamento evitante, con soppressione delle emozioni negative? Nel primo anno di vita il bambino ha vissuto una situazione di mancata responsività da parte della madre (quando lui piangeva i genitori non intervenivano) -> di fronte a questa situazione di reiterata mancata responsività il bambino sopprime le emozioni (dato che nessuno gli risponde). La madre è a sua volta una persona che cerca di distanziarsi dai suo affetti negativi circa le proprie esperienze di attaccamento -> viene chiamata dismissing, cioè distanziante -> fa fatica a sintonizzarsi con il bambino, in particolare con il suo disagio e il suo stress.
Anche qui si ha una distinzione in:
- A1: il bambino mostra un evitamento marcato e attivo alla riunione con il genitore non ricercandone la prossimità e il contatto e non mostrando alcun segno di rabbia o stress, nei suoi confronti; si rivela indifferente alla separazione , senza segni di disagio nello stare da solo, rimanendo occupato nel gioco; non mostra segni di visibile disagio in presenza dell’estraneo.
- A2: mostra segni di evitamento moderato nei confronti del genitore alla riunione, misti a una possibile ricerca di prossimità e a manifestazioni di rabbia, qualche disagio nello stare da solo, scarso o nullo disagio nello stare con l’estraneo.

3) Attaccamento insicuro di tipo ambivalente o resistente (C): il bambino ambivalente esplora poco l’ambiente, non è in grado di autoregolarsi ed è molto vigile nei confronti della mamma, però non riesce a farsi consolare (ambivalente quindi perché cerca il contatto con la madre ma poi non si fa consolare), inoltre ha molta paura dell’estraneo. Questo bambino massimizza la relazione di attaccamento tramite ipervigilanza e controllo e disinveste l’attività esplorativa. Privilegia l’espressione di emozioni negative. Ha una eccessiva attivazione delle emozioni rivolte al caregiver, ma comunque non è capace di usarlo come regolatore -> l’attaccamento insicuro è predittivo di difficoltà di autoregolazione dopo i 24 mesi.

Anche qui si ritrovano 2 tipologie:
- C1: il bambino mostra segni espliciti di ricerca di prossimità e contatto misti a comportamenti resistenti e di rifiuto della riunione, accompagnati da palesi sentimenti di rabbia, non si calma alla riunione
- C2: il bambino, molto a disagio negli episodi di separazione, al momento della riunione mostra deboli segni di ricerca di contatto e prossimità nei confronti della figura di attaccamento, prevalentemente in modo passivo, attraverso il pianto, piuttosto che attraverso un approccio attivo. Mostra anche qualche resistenza al contatto, però scarsi segni di rabbia. L’esplorazione è nulla e non si calma dopo la riunione.
Perché il bambino sviluppa l’attaccamento ambivalente? L’ipotesi emersa è che la madre è imprevedibile (in alcuni momenti disponibile, in altri indisponibile -> ad esempio mamme con depressione post-partum). La madre è a sua volta preoccupata nelle sue relazioni di attaccamento (Non ha integrato gli stati emotivi positivi e negativi circa l’attaccamento).

Queste sono le tipologie classiche individuate da Mary Ainsworth. Osservando poi bambini di campioni non solo normali, ma anche a rischio, sono stati individuati bambini che non si inserivano in nessuna categoria, quindi ne è stata aggiunta una quarta dalla Main:
Attaccamento disorientato o disorganizzato (D): alla presenza del genitore, durante la ST, il bambino mette in atto comportamenti conflittuali o fortemente disorganizzati (ad esempio cercare il contatto con il genitore, con la testa voltata dall’altra parte) o disorientati (ad esempio starsene immobile quasi congelato per molti secondi, dondolandosi).
Dopo aver categorizzato il bambino come disorganizzato, lo si classifica ulteriormente come sicuro o insicuro (se insicuro come ambivalente o evitante).

Tratto da PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO SOCIO-AFFETTIVO di Mariasole Genovesi
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