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Il vagabondaggio


La costruzione del rapporto salariale moderno riguarda alcune condizioni precise: circoscrivere l’insieme della popolazione attiva, enumerare i diversi tipi di impiego, chiarificare le categorie ambigue di impiego come il lavoro a domicilio o i lavori agricoli, delimitare i tempi di attività opposti a quelli di inattività e conteggiare il tempo del lavoro. La questione in questi termini si pone solo nel 20 sec anche se esistono nelle società precedenti questioni che riguardano il salariato. Il salariato rappresenta il cuore della questione sociale, nelle società preindustriali la povertà è una condizione di tutti. Inizialmente il salariato era frammentario miserabile e disprezzato si è passato poi ad una società salariale nella quale solo partecipando a questa condizione la maggioranza dei soggetti sociali trae le proprie garanzie e i propri diritti.

Nella società preindustriale il vagabondaggio rappresenta l’essenza negativa del salariato. Il vagabondo è un salariato nel senso che possiede solo la forza delle proprie braccia ma gli è impossibile entrare in rapporto salariale per venderla. 
La teoria del salario secondo Marx: MARX ha elaborato la sua teoria del salariato a partire dalla situazione del proletariato moderno, ma la caratterizzazione che ne da riguarda una prospettiva antropologica più ampia in quanto per lui la forza lavoro non si può presentare sul mercato come mercanzia ma può solo essere offerta dal proprio possessore e quindi il salario è il costo della transazione che avviene tra il proprietario della forza lavoro e l’acquirente.
Il salario può essere pagato in denaro o cin natura, il salario in denaro rappresenta la forma di retribuzione più compita della retribuzione salariale ed è legata allo sviluppo di un economia monetaria. L’artigianato si è costituito nel prolungamento dell’economia domestica. In città le corporazioni dei mestieri si organizzano in comunità autonome. L’artigianato non è il salariato ma ne costituisce la principale matrice. All’inizio il mestiere è costituito dal maestro che ha un paio apprendisti che non percepiscono retribuzione, questa organizzazione fa si che il salariato sia uno stato transitorio che si acquisirà nel momento in cui gli apprendisti divengono maestri. L’ideale della situazione salariale è la sua auto abolizione, nel momento in cui il lavoratore diveiene maestro condivide tutte le prerogative del mestiere. Una comunità di mestiere persegue un doppio fine: assicurarsi il monopolio del lavoro in città e impedire che si sviluppi concorrenza tra i membri. Questa organizzazione del lavoro non permette lo sviluppo di accumulazione capitalistica e blocca la possibilità di espansione di ogni unità produttiva. Questa struttura ha conosciuto la sua epoca d’oro nel 12 e 13 sec e corrispondeva alle condizione di organizzazione del lavoro industriale nella città medioevale si rinforza fino al 700. Quando si afferma il potere reale si appoggia sulle comunità di mestieri e incoraggia la loro espansione per controllare la produzione industriale.

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