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Processi di liberalizzazione nell'URSS: la primavera di Praga


Dopo l’allontanamento di Kruscev, l’URSS fu retta da una direzione collegiale. Fu il segretario del partito PCUS Leonid Breznev ad affermarsi come leader indiscusso del paese. Si accentuò, pur senza mai raggiungere i livelli di brutalità dell’era staliniana, la repressione di ogni forma di dissenso. L’URSS vide in questo periodo accentuare il suo distacco rispetto ai paesi occidentali. Non vi fu alcun miglioramento dei rapporti con la Cina e si scelse una più decisa politica di riarmo che assorbì quote crescenti del bilancio a scapito del tenore di vita dei cittadini. I dirigenti sovietici si mostrarono intransigenti nei confronti del più ampio e interessante esperimento di liberalizzazione mai tentato fino ad allora in un paese del blocco sovietico: quello avviato in Cecoslovacchia all’inizio del ’68 e culminato nella cosiddetta primavera di Praga. Tutto cominciò nel Gennaio del ’68 quando il segretario del partito Antonin Nowotny fu rimosso dalla sua carica e sostituito da Alexander Dubchek. Questi spinse il processo di rinnovamento fino a limiti impensabili fino ad allora. Il programma d’azione cercava di conciliare il mantenimento del sistema economico socialista con l’introduzione di elementi di pluralismo economico e con la più ampia libertà di stampa e di opinione. L’esperienza cecoslovacca fu guidata dai comunisti e non mise mai in discussione la collocazione del paese nel sistema di alleanze sovietico, ma costituì ugualmente una minaccia intollerabile per l’URSS, preoccupata degli effetti di contagio che quel processo avrebbe potuto avere sugli altri stati del blocco orientale. Il 31 Agosto ’68 le truppe dell’URSS e di altri 4 paesi del patto di Varsavia occuparono Praga e il resto del paese. I dirigenti cechi rinunciarono all’opposizione armata ma promossero un’efficace resistenza passiva che isolò politicamente e moralmente gli occupanti, così Dubchek riprese il proprio posto ma sotto lo stretto controllo degli occupanti. Poi i dirigenti liberali furono progressivamente emarginati fino alla rimozione di Dubchek che fu sostituito da Gustav Husak. Con la repressione della primavera di Praga, l’URSS registrò un ulteriore appannamento della propria immagine.

Tratto da PICCOLO BIGNAMI DI STORIA CONTEMPORANEA di Marco Cappuccini
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