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Levi-Strauss

Levi – Strauss fece uno studio sui miti nel suo libro “Il crudo e il cotto” che raffigurano la natura e la cultura.
Nella fiaba di Hensel e Gretel la strega vuole mangiare il bambino non la bambina, viene messo in gabbia e viene fatto ingrassare e ogni tanto la strega gli chiede di fargli vedere il dito per vedere se era cicciotello. Questo è il ricordo dell’amputazione delle dita, delle falangi, che in Europa veniva spesso praticato per far vedere come questo, il bambino, era riuscito a superare il dolore.
Finisce bene perché i due bambini riescono a capovolgere la situazione con l’astuzia e l’intelligenza e a sconfiggere la strega.
La bambina vince, nel metalinguaggio, diventa adulta e sigla la vittoria della cultura sulla natura.
La strega è vista nella sua selvaggità. Io sono uomo, entro nel mondo degli adulti e come tale devo controllare tutti gli elementi troppo selvaggi sia del mondo esterno sia del mondo interno psichico, i fantasmi, gli spiriti. Le immagini che vengono raccontate nei racconti fiabeschi servono per tirare fuori tutti i possibili fantasmi, guardarli in faccia e dire io vi sconfiggo, io sono più forte di voi.
L’uomo controlla la natura e la violenza irrazionale, la strega infatti è stupida. Questo sta ad indicare il predominio della cultura sulla natura.
Levi Strauss dice che si gioca sempre intorno alla dialettica tra natura e cultura.
La fiaba, momento educativo non solo di intrattenimento vuole trasmettere anche questo valore concettuale, io sono più forte del mondo selvaggio e istintuale.
Messaggio di fiducia e speranza nelle proprie forze, importante per i bambini, infatti le fiabe finiscono sempre bene.
Nelle fiabe di Grimm e Andersen c’è un eccesso di violenza,  dovuto forse al periodo romantico, epoca in cui vengono trascritte.

Tratto da ANTROPOLOGIA CULTURALE di Selma Aslaoui
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