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La dimensione storica e culturale dei processi psicologici


La memoria nasce come oggetto di studio della psicologia generale, perché è una delle funzioni cognitive dell'uomo insieme al linguaggio e al pensiero, ma diventa oggetto della psicologia sociale con le memorie di un particolare momento storico-culturale.
La memoria collega le singole esperienze individuali di un soggetto e permette che le varie esperienze individuali possano essere connesse in un quadro sociale complessivo rendendo possibile le comunicazioni significative.
Alla base dei processi di memoria c'è la formazione dei riflessi condizionati che presuppone l'esistenza di una memoria dell'organismo: dopo numerose ripetizioni uno stimolo inizialmente neutro diventa un segnale del prossimo stimolo che innesca un riflesso. Questo è stato dimostrato da Pavlov con i suoi esperimenti sul cane dove il campanello veniva associato al cibo e a seguito di ripetizioni il solo segnale (campanello) faceva attivare la salivazione. La memoria dell'organismo nelle situazioni di laboratorio consente all'organismo di mettere ordine nel fluire caotico degli stimoli ambientali ed è alla base della differenza che l'apprendimento crea tra individui in partenza simili. 

Nella vita quotidiana abbiamo: (1) la memoria procedurale, ovvero la memoria del corpo, (2) la memoria episodica, ovvero la memoria organizzata intorno ad eventi acceduti, (3) la memoria semantica, ovvero la memoria che cerca di estrarre un senso alle esperienze vissute, che vengono attivate nello stesso momento, sono memorie individuali che hanno una dimensione collettiva.

Ci sono 3 tipi di memoria nella vita quotidiana:
1. Memoria del corpo: l'arco riflesso è un tipo di legame tra la sensazione e il movimento che unisce la percezione dello stimolo da parte di un neurone sensorio e il comando di azione da parte di un neurone motorio, vengono esclusi i processi superiori perché c'è la necessità di ridurre al minimo i tempi di attesa tra stimoli e risposta poiché i riflessi sono finalizzati a proteggere con la massima tempestività la sopravvivenza e il benessere dell'organismo.
2. Memoria del comportamento: l'apprendimento svolge un ruolo all'interno dei processi fisiologici più basici modificandone il comportamento, questi apprendimenti comportano una modifica del funzionamento di base del corpo e diventano fonte di informazioni sulla persona.
3. Memoria sociale: la memoria procedurale individuale può tradursi in informazione sociale per gli osservatori. Oltre alla formazione dei riflessi condizionati esiste l'educazione all'uso del corpo che riguarda la capacità di acquisire un modo di muoversi adatto rispetto ad alcuni copioni o scripts (=schemi di memoria) che sono socialmente attesi in alcune situazioni specifiche.

Una delle difficoltà maggiori che le persone possono incontrare nelle nuove società interculturali nasce dall'incomprensione reciproca che divide chi usa scripts culturalmente diversi di fronte a situazioni simili, l'incomprensione che si crea può risolversi con facilità o può dare origine a un disagio con gli scripts emotivi, ovvero delle sequenze di azioni che vengono eseguite per esprimere le proprie emozioni in situazioni socialmente significative.

Interpretare le emozioni altrui: lavoro fatto da Freud sulla statua di Michelangelo “Mosè” che regola la propria rabbia, altre interpretazioni dicono che la statua è nel momento immediatamente prima di scagliare le tavole ed esprimere l'ira. Diversamente da quello che ha fatto Freud, nella vita quotidiana non c'è tempo e risorse interpretative approfondite di fronte alle emozioni degli altri e per questo quando qualcuno si esprime usando uno script emozionale diverso dal nostro si entra in una situazione di difficoltà interpretativa che spesso si risolve ricorrendo a scorciatoie o a pregiudizi.

Per quanto riguarda la descrizione verbale delle emozioni c'è un cambiamento del lessico emotivo, cioè cambiano le parole usate per descrivere a sé e agli altri le proprie e le altrui emozioni.
I movimenti innati di espressione delle singole emozioni hanno un'azione informativa di ritorno (feedback) sulle persone che li effettuano
Strack e i suoi collaboratori ha condotto un esperimento chiedendo a dei soggetti di guardare un filmato divertente con una penna tra i denti (simulando un sorriso) oppure tenendo una penna tra le labbra (era impossibile poter sorridere), questo esperimento ha dimostrato che i partecipanti inseriti nella condizioni in cui le labbra erano indotte al sorriso ritenevano di essersi divertiti di più rispetto ai partecipanti posti nella condizione in cui era difficile sorridere. La conclusione è che una parte della comprensione delle nostre emozioni nasce dal feedback informativo che ci deriva dai movimenti del nostro corpo.

Le memorie difficili riguardano il ricordo delle guerre, una delle tracce più caratteristiche del ricordo della violenza nella memoria degli appartenenti ai due gruppi è il persistere di un conflitto tra vittimazioni per cui gli appartenenti a ognuno dei due gruppi ricordano con più facilità quegli aspetti del passato in cui il proprio gruppo appare come vittima piuttosto che come aggressore. Questa distorsione selettiva della memoria è comprensibile per il bisogno individuale di difendere l'aspetto positivo della propria identità sociale e per l'aumentata disponibilità sociale di alcuni ricordi rispetto ad altri che porta ad una maggiore diffusione di una violenza subita dal gruppo piuttosto che una violenza agita dal gruppo. Si è assistito ad una profonda modificazione delle interpretazioni della narrazione della guerra, la valutazione migliore viene assegnata al ruolo della vittima. 
I processi di incontro interculturale possono essere esaminati come un difficile dialogo tra memorie collettive differenti. Gli aggressori provano paura di fronte alla minaccia dell'esecuzione sociale che consegue al riconoscimento della loro indegnità morale, il bisogno che accompagna questa emozione è il tentativo di evitare l'esclusione, mentre le vittime provano vergogna conseguente alla loro esperienza di impotenza di fronte alla violenza e il bisogno che accompagna questa emozione è il tentativo di riconquistare potere sulle proprie vite. Secondo Nadler e Shnabel le emozioni di vittime e aggressori sono barriere emotive che però possono diventare spinte motivazionali per una nuova possibilità di interazione fiducia reciproca.

Difficoltà del contatto interculturale: esempio di Bilewicz e Jaworska con giovani polacchi ed ebrei, il gruppo polacco viene rappresentato dai giovani ebrei ricorrendo alle forme di memoria più socialmente disponibili all'interno del proprio gruppo sociale che ricorda le azioni dei polacchi nella seconda guerra mondiale come azioni di complicità o di inerzia.
L'ascolto della testimonianza di polacchi che durante la guerra hanno fatto del loro meglio per proteggere la vita degli ebrei ha permesso ai giovani di entrambi i gruppi di superare una rappresentazione semplificata del passato. L'effetto di questa ricerca è quello di suscitare emozioni di fierezza da parte dei giovani polacchi.
Secondo un altro filone di ricerca lo spazio più ampio di riconciliazione tra gruppi si apre quando una narrazione veritiera diviene socialmente più diffusa con il riferimento al concetto di parrhesia secondo cui comunicare con franchezza a una persona una difficile verità significa trattarla come persona forte.
La memoria episodica individuale non può essere separata dal confronto che ogni adulto deve fare con la narrazione della memoria storica del proprio gruppo.

Tratto da PSICOLOGIA SOCIALE di Emma Lampa
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