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Le tipologie

Tipologie: sono classificazioni e semplificazioni per poter racchiudere sotto la stessa parola diversi concetti che hanno caratteristiche diverse.

Tipologia di Petöfi

Classifica i componenti mediali che possono far parte di un comunicato. Lo scopo è quello di studiare tutte le forme di comunicazione dove il linguaggio verbale è l'elemento principale.
Ci sono 3 macro-categorie:

1. Verbale che si divide in:
• Linguistico: fonico (linguaggio parlato) o scrittografico (linguaggio scritto)
• Linguistico musicale: il testo musicale è cantato e quindi è diverso da quello parlato

2. Para-verbale: ovvero tutte quelle forme di segno strettamente collegate al linguaggio verbale e che non esisterebbero senza linguaggio verbale e sono:
• Paralinguistico (es. timbro della voce, non si può concepire il timbro della voce senza l'uso della voce)
• Cinesico: gestualità che si mette in atto mentre si parla
• Prossemico: distanza tra 2 persone che comunicano
• Prolemico: esprimersi attraverso il colore es. diventare rossi o impallidire

3. Non-verbale che si divide in:
• Uditivo: armonico (musicale-strumentale, musicale-umano) o non armonico (rumori)
• Grafico:
- simbolico-tecnico (musicale, matematico, logico)
- diagrammatico
- disegnativo
• Spazio-temporale
• Operativo:
- reale (gesti con l'oggetto)
- imitativo (gesti senza oggetti ma con imitazione)
• Oggettuale: rappresentazionale o non rappresentazionale
• Ambientale: l'ambiente entra a far parte del comunicato e diventa comunicativo e può essere naturale (ambiente così com'è) o artificiale (ambiente personalizzato)

Tipologia di Paolo Teobaldelli

Parte dicendo che uno degli elementi più importanti di un testo è la coesione, quindi ogni testo deve avere un suo senso intero.
La coesione si produce tramite la connettività che può essere di 2 tipi:
- connettività seriale = è il caso del linguaggio verbale dove le parole solo legate tra loro e solo mettendole insieme (leggendo il testo) si costruisce il senso complessivo del testo, il blocco viene suddiviso (Es. testo).
- connettività integrale = non c'è un percorso ben stabilito ma si comprende il senso a prima vista, il blocco viene interpretato senza essere suddivido (Es. quadro/disegno).

Teobaldelli introduce il concetto di prevalenza semiotica variabile poiché all'interno di una comunicazione ci può essere il variare della componente semiotica e la componente di maggioranza può essere verbale o grafica. Ad es. in “Alice nel paese delle meraviglie” c'è sia la parte del testo/verbale sia la parte dell'immagine/grafica, nelle parti in cui la pagina è costituita in prevalenza dall'immagine con il testo sotto questa pagina si può definire come un comunicato costituito da una componente disegnativo-integrale (disegno) e da una componente linguistico-grafica seriale (testo in basso) con una prevalenza del primo. Se nella pagina la componente linguistica seriale (testo) e la componente disegnativa integrale (disegno) sono bilanciate allora si parla di equidominanza. Il modello di Teobaldelli non ci dice perché alcune forme di comunicazione si sono unite storicamente prima e meglio di altre e questo aspetto viene invece ripreso da Garbuglia.

Tipologia di Garbuglia

Egli parte proprio dalla domanda “perché alcuni media si sono collegati prima e meglio di altri?” per arrivare a classificare i media in 2 macro-categorie: statici e dinamici. La caratteristica della dinamicità o della staticità non dipende dalla fruizione che il soggetto fa dell'oggetto ma dipende dalla percezione del tempo che si ha guardando quel comunicato.
I media statici sono forme di comunicazione che non fanno capire lo scorrere del tempo perché l'oggetto non cambia con il passare del tempo (Es. statua) mentre i media dinamici sono forme di comunicazione che hanno la caratteristica dello scorrere del tempo perché l'oggetto cambia con il passare del tempo (Es. film/opera musicale). Inoltre queste 2 macro-categorie a loro volta si dividono.

I media statici si dividono in:
• quelli che non devono essere convertiti in processi
• quelli che devono essere convertiti in processi (Es. scrittura= il testo è statico ma quando leggo avvio un processo verbale), che a loro volta si dividono in: spartiti (= media che sono stati creati in vista di una loro esecuzione o possono essere eseguiti) e non spartiti, l'esecuzione deve dare senso e ogni esecuzione deve avere uno spartito (i fumetti sono media statici che devono essere convertiti in processi ma non sono spartiti).

I media dinamici si dividono in:
• quelli necessariamente dinamici = se vengono interrotti danno origine al silenzio ma non danno luogo a un media statico (Es. opera teatrale), hanno a monte uno spartito su cui fare riferimento e si dividono in: esecuzioni (dipendono dallo spartito) e non esecuzioni (non dipendono dallo spartito).
• quelli non necessariamente dinamici = se interrotti possono dare vita a un media statico.
Nello schema c'è un rapporto speculare perché le 2 parti (destra e sinistra) sono simmetriche, la parte inferiore è costituita da linee tratteggiate a differenza della parte superiore perché questo rispecchia la diversità di lettura, infatti la parte superiore ci permette di descrivere un media prendendo le sue caratteristiche fisiche mentre quella inferiore mette in evidenza i suoi potenziali legami con altri media, la parte superiore descrive il comunicato così com'è mentre la parte inferiore tiene conto delle trasformazioni. Potenzialmente tutte le categorie individuate nella parte superiore dello schema possono essere sottoposte a trasformazioni.
Gli spartiti e le esecuzioni sono legati da 2 frecce che hanno valori diversi: la freccia che va dagli spartiti alle esecuzioni è messa tra parentesi perché è una potenzialità dello spartito ma non è essenziale per la sua esistenza, mentre la freccia che va dalle esecuzioni agli spartiti non è messa tra parentesi perché è essenziale per l'esistenza delle esecuzioni.
Int corrisponde all'interprete che può essere un individui/gruppo di individui che intervengono sui singoli media e possono dar vita a delle trasformazioni.
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Tipologia delle interpretazioni di Petöfi

Egli fa la distinzione innanzitutto tra:
• Interpretazione spontanea = viene prodotta in modo intuitivo
• Interpretazione teorica = viene prodotta all’interno di un quadro teorico.

I 2 tipi principali sono:
- esplicativo (explicativa-Expl): ha lo scopo (Fase 1) di assegnare al vehiculum (Ve) e ai costituenti del vehiculum (Ve-cost) una architettonica formale e semantica. Può essere strutturale (str) o procedurale (prc) che possono essere a loro volta descrittive (descr, descrivo quello che interpreto) o argomentativa (argum, dico come si è arrivati a quella interpretazione).
- valutativo (evalutativa-Eval): ha lo scopo (Fase 2) di valutare le architettoniche.

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L'interpretazione esplicativa (int Expl) ha 2 livelli/gradi:
1. interpretazione di primo grado quando ogni elemento costitutivo di Ve (ve-Cost) può essere interpretato con il suo significato letterale.
2. interpretazione di secondo grado quando si assegna a Ve un significato simbolico qualsiasi (quando si ha a che fare con testi poetici).
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Per arrivare a un testo iperonimo (HTi) c’è bisogno di attribuire a Ve una struttura sintattica (ss) e una struttura semantica (sm) e attribuisco così un senso letterale (do un senso/significato a ogni parola) a ciò che interpreto nel primo grado dell’interpretazione esplicativa. Nel secondo grado dell’interpretazione esplicativa attribuisco un senso figurale dove Ti diventa la base per un nuovo processo e gli attribuisco una nuova struttura sintattica e una nuova struttura semantica e ottengo un testo iperonimo nuovo (HTij). Si passa da un testo che di per sé non ha senso e gli viene attribuito un senso tramite una struttura sintattica e una semantica con il primo grado dell’interpretazione esplicativa, successivamente si passa ad astrarre il testo per attribuire un valore con l’interpretazione esplicativa di secondo livello.

Carlo Tullio riprende lo schema di Petöfi ma lo semplifica: il primo grado dell’interpretazione esplicativa serve per dare un senso concettuale (e non letterale come dice P.) per il primo livello di conoscenza e serve per capire a cosa serve quell’oggetto, mentre il secondo grado serve per dare un senso simbolico (e non figurale). Inoltre Tullio aggiunge un terzo livello che è quello dell’identificazione che P. non prende in considerazione, infatti P. assegna una struttura sintattica/semantica poi passa all’astrazione.

Tratto da SEMIOTICA di Emma Lampa
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