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Funzione delle importazioni


Si comincia dalle importazioni → funzione delle Importazioni:  M = f(m, Y)
M è il valore dei beni importati, valore dei beni che il mio paese acquista dall'estero.

Il valore delle importazioni è funzione di due variabili, una è Y cioè il reddito interno: M è f(Y), dove appunto Y= domanda interna (composto dalla spesa dei consumi, investimenti e dalla spesa pubblica C, I, G).

M però è anche funzione di m, dove  m è un parametro chiamato  propensione marginale a importare che influenza la funzione delle importazioni: M è f(m) dove m è propensione marginale a importare (m potrebbe ad esempio essere influenzato dalla psicologia dell'individuo, e se io ho una propensione nazionalistica, allora ho una propensione a importare molto bassa, se invece fossi psicologicamente un esterofilo, allora avei un'altra propensione a importare). "m" serve quindi a misurare la disposizione di un soggetto che può dipendere da variabili anche psicologiche, ma anche da quelle economiche.

La relazione fra il valore delle importazioni e la propensione a importare è diretta: 
Mm, Y è diretta e questo significa che c'è una relazione positiva tra l'aumento dell'uno e l'aumento dell'altro.
Se aumento il reddito, aumenta anche la capacità di spesa e così pure il valore delle importazioni (>Y > capacità di spesa >valore di M).
Anche la relazione con "m" è diretta: maggiore propensione a importare, maggiore sarà il valore delle importazioni (>m >M). La relazione è ++ o -- (in caso di minore Y, minore è M).

Mentre Y rappresenta il proprio reddito o reddito nazionale, "m" da cosa dipende?
Esso è un parametro che dipende da vari fattori, ad esempio:
- fattori strutturali/psicologici (S) come la maggiore o minore preferenza che si ha di beni stranieri, oppure può dipendere dalla dimensione del paese (un paese piccolo ha strutturalmente una propensione a importare più grande perché privo di molte cose, privo di materie prime. B,I) dimensioni che contano sul grado di apertura e sulla propensione a importare; o ancora dipende dalla dotazione fattoriale (cioè lo stock di fattori che questo paese possiede: può essere un paese povero di materie prime che ha una prop. a importare maggiore rispetto a un paese che ha tutte le materie prime a disposizione). Essi sono fattori che si modificano nel lungo periodo e dipendono dalle caratteristiche del soggetto o del paese;
- fattori non di prezzo ma che incidono sulla competitività di un prodotto (Q), ad esempio l'immagine di un prodotto (a parità di prezzo, ha un'attrattività diversa che porta a scegliere quel prodotto rispetto a un altro), le condizioni di pagamento (a parità di qualità e prezzo si sceglie un prodotto straniero rispetto a quello italiano perché la ditta straniera offre il prodotto a condizioni di pagamenti migliori quindi è più competitivo il bene straniero rispetto a quello italiano), servizi complementari;
- fattori di competitività di prezzo, cioè dal rapporto tra i prezzi nazionali e quelli internazionali, quelli che volgarmente si chiamano "le ragioni di scambio" o " terms of trade". Qui entra in gioco la componente prezzo: posso avere un prodotto concorrente, più competitivo del proprio prodotto perché a parità di tutto il resto, costa la metà o anche il 10% in meno.

Vediamo meglio i fattori di competitività di prezzo: i prezzi che entrano in gioco, che incidono sulla scelta di importare o non importare sono tre:
p = prezzi interni
p* = prezzi internazionali
r = tasso di cambio

In presenza di beni omogenei (ad esempio beni di lusso con beni di lusso, scarpe di alta qualità con scarpe di alta qualità, vino da tavola con il vino da tavola:
- la relazione tra m e p è diretta (++;--); fra m e p* è inversa (+-;-+); fra m e r è diretta (++;--).
Diretta significa che se aumenta il prezzo interno "p", la propensione a importare "m" aumenta; oppure se p diminuisce, allora m diminuisce a sua volta, perché se i prezzi delle nostre merci aumentano, aumenterà anche la propensione a rifornirmi all'estero. Qui siamo davanti a variabili che determinano altre variabili: le variabili che vengono determinate sono rappresentate dal valore dei beni che io importo, che la nostra economia compra dall'estero. L'obiettivo è capire qual è il valore dei beni che compro dall'estero e da cosa dipende. Dipende dalla spesa e la relazione è diretta: più acquisto beni e nell'acquistarli aumento il valore, rispetto a quando ero meno ricco, di valori importati. Abbiamo visto che il valore delle importazioni dipende da variabili di spesa e variabili di prezzo. Il reddito, la capacità di spendere i soldi che si guadagnano sono variabili di spesa. Adesso stiamo guardando le variabili legate ai prezzi: più i prezzi dei beni interni aumentano (per varie ragioni), più si importerà perché con il loro aumento, chi deve procurarsi gli stessi beni troverà più conveniente indirizzare la propria scelta sui beni esteri da importare. Lo stesso discorso, di questa relazione diretta, può essere fatto se i prezzi interni diminuiscono (a causa di più produzione, di lavoratori più bravi, per riduzione dei costi di produzione), anche la propensione ad importare sarà diminuita, dove i compensi sono i prezzi interni.

La relazione tra p* ed m è inversa: se aumentano i prezzi stranieri, la propensione ad importare diminuisce, a comprare beni stranieri; lo stesso, se si riducono i prezzi stranieri, aumenta la propensione a importare anche se i prezzi dei beni italiani sono rimasti stabili.
La relazione tra m ed r è anch'essa diretta: se (r) il tasso di cambio (€/$) si svaluta cioè diminuisce il valore (r diminuisce), anche m diminuisce; allo stesso modo se r si rivaluta, anche m aumenta, perché se il tasso di cambio si svaluta vuol dire che la capacità di acquisto di 1 Euro sui mercati internazionali (americani) si riduce, quindi con 1 Euro compro meno dollari, quindi meno beni americani rispetto a quelli che avrei potuto comprare prima, quando l'euro non era svalutato. Dunque la svalutazione della moneta implica un impoverimento di un paese perché ha una ridotta capacità di acquistare beni stranieri. Per questo, tendenzialmente comprerò meno beni americani se l'Euro si svaluta, e se esso si rivaluta invece avrò una tendenza ad aumentare il valore delle mie importazioni (con 1 euro compro più beni americani, se la moneta si rivaluta e salgono le importazioni; con svalutazione abbiamo meno dollari per 1 Euro: la nostra m diminuisce). Questo succede a parità dei prezzi: posso avere p e p* fissi che non cambiano, ma una svalutazione della moneta mi porta ad acquistare meno dall'estero, una rivalutazione della moneta mi porta ad acquistare di più dall'estero.

Ricapitoliamo: la funzione delle importazioni mette in relazione il valore delle importazioni (M) che è appunto un valore (soldi che spendiamo per comprare straniero) con il reddito (Y e relazione è diretta +) e con la propensione ad importare formata dai fattori da cui essa dipende (prezzi interni +, prezzi internazionali -, tasso di cambio +, fattori non di prezzo ma caratteristiche strutturali o qualitative/di competitività non di prezzo della nostra economia)
M = m(S, Q, p+, p*-, r+)Y+

Tratto da STORIA DELLA POLITICA ECONOMICA INTERNAZIONALE di Federica Palmigiano
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