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Le jardin des plantes di Claude Simon: proposta di traduzione di alcuni passi dell'opera

"J'ai essayé de donner une image de l'imbrication des souvenirs les uns dans les autres. On pourrait dire que le livre est construit comme le portrait d'une mémoire, avec ses circonvolutions, ses associations, ses retours sur elle-même..." Claude Simon

La mia tesi è incentrata sulla traduzione di alcuni passi del romanzo Le jardin des plantes di Claude Simon. Il romanzo è suddiviso in quattro parti diverse tra loro sia per veste tipografica che per caratteristiche, e per ognuna di esse è stato selezionato un passo ed è stata realizzata un'analisi degli elementi linguistici che lo caratterizzano e un'analisi delle difficoltà traduttive riscontrate.
Innanzitutto va sottolineato che si tratta di un romanzo complesso in cui l'obiettivo dell'autore non è quello di raccontare una storia, ma di trasmettere al lettore una serie di sensazioni attraverso le immagini che vengono richiamate alla memoria del narratore. Si tratta quindi di un romanzo incentrato sulla memoria, in cui si presentano delle digressioni temporali e in cui, di conseguenza, si riscontra la presenza di generi diversi: il taccuino di viaggio, il diario, il romanzo storico ecc.
Fondamentale è anche la simultaneità che si respira all'interno del romanzo. Un buon esempio di questo si ha nella prima parte, dove quello che colpisce è l'impostazione tipografica; nella pagina si presentano una serie di frammenti che occupano posizioni diverse, caratterizzati da una totale assenza di punteggiatura e che possiedono una coerenza particolare, per cui risulta difficile individuare il collegamento esistente tra di essi. In realtà si tratta di un tentativo dell'autore di creare un effetto di simultaneità di pensieri infrangendo le regole della linearità. Tentativo perfettamente riuscito perchè trasmette le sensazioni volute.

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INTRODUZIONE Claude Simon e il “Nouveau Roman” Il movimento letterario del “Nouveau Roman” si sviluppò in Francia tra il 1950 e il 1960, e prese il suo nome da un articolo di Emile Henriot apparso su “Le Monde” nel 1957 e da una raccolta di articoli di Alain Robbe-Grillet intitolata “Pour un nouveau roman” (1963). Gli autori che ne facevano parte pubblicavano le loro opere presso Les Editions de Minuit. In realtà, però, si trattava di autori dallo stile molto diverso che avevano in comune « le rejet dans le roman de la construction d’une pseudo-réalité sur une base anthropomorphique. » Tra questi autori vale la pena citare Alain Robbe-Grillet, Jean Ricardou, Claude Ollier, Nathalie Serraute, Marguerite Duras oltre naturalmente a Claude Simon, che entrò a far parte di questo gruppo dopo un suo incontro con Robbe-Grillet nel 1956. La prima opera di Claude Simon ad essere pubblicata presso Les Editions de Minuit è Le Vent: tentative de restitution d’un retable baroque (1957). Questo libro inaugura lo stile simoniano attraverso i “quadri” successivi che mettono la storia in secondo piano, mentre i personaggi e lo scenario « portent des qualités communes qui les inscrivent dans la perspective d’une durée commencée avant eux et qui durera après : le vent. » 1 con il conseguente allontanamento da quel tono polemico che aveva maggiormente caratterizzato i suoi primi romanzi (La Corde raide (1947), Gulliver (1952), Le sacre du printemps (1954)) in cui: « […] les rancœurs du soldat et les doutes du jeune romancier devant ses premiers critiques voilent les récits de compromis […] » (Longuet Patrick, Claude Simon « Et je pouvais voir », avant-propos) Cominciano dunque a distinguersi quegli elementi che diventeranno essenziali nelle opere successive, come la presenza di molteplici storie invece di una, di diverse dimensioni temporali e del distacco dalla logica del racconto grazie a un ricordo, una parola, un quadro. Lo stile simoniano: « Ceux qui lisent un livre pour savoir si la baronne épousera le comte seront dupés » (Le jardin des plantes, p. 53) Questa frase di Flaubert, citata in Le jardin des plantes di Claude Simon, esprime appieno non solo l’ideologia dell’autore per quanto riguarda il suo rapporto con la scrittura ma anche l’obiettivo finale del libro. 1 Longuet Patrick, Claude Simon « Et je pouvais voir », Ministères des Affaires étrangères, 1 (Espace culturel), 1999, sito internet : http://adpf.deleg.oxymium.net/adpf-publi/folio/simon

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Informazioni tesi

  Autore: Annamaria Martinolli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Trieste
  Facoltà: Scuola sup. di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori
  Corso: Scienze della mediazione linguistica
  Relatore: Manuela Raccanello
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 61

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