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Il concetto di aboriginal title negli ordinamenti di derivazione anglosassone. Principi costituzionali ed evoluzione giurisprudenziale in Nuova Zelanda e Canada

I popoli autoctoni hanno un legame unico con le proprie terre, che occupano da tempo immemorabile, ossia a partire dal periodo anteriore all’arrivo dei coloni europei. Tale relazione non è solamente di tipo fisico, ma appare soprattutto intrisa di vincoli spirituali e culturali, i quali costituiscono la base della loro identità.
L’identità collettiva dei popoli autoctoni comprende i diritti territoriali sui suoli e, in generale, sulle risorse naturali classificabili come ancestrali. I molteplici aspetti della cultura tradizionale indigena si sono conservati, de jure o de facto, anche in seguito al periodo coloniale, soprattutto grazie all’esistenza di un diritto consuetudinario indigeno, che si distingue nettamente dalle nozioni occidentali di proprietà terriera.
Le rivendicazioni dei diritti sulla terra avanzate dai popoli autoctoni non rappresentano certo una novità. Tuttavia, è solo di recente che tali richieste hanno assunto rilevanza e hanno cominciato ad essere affrontate in maniera più efficace, mediante l’utilizzo di vari mezzi. Questi ultimi, da un punto di vista più strettamente giuridico, hanno incluso, a livello internazionale, l’adozione della Convenzione OIL n. 169 e, più recentemente, l’emanazione della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni.
Sul piano del diritto interno, le rivendicazioni dei land rights avanzate dai popoli autoctoni vengono affrontate dalla legislazione, dal sistema giudiziario e, mediante un approccio più strettamente politico, dalle negoziazioni tra comunità autoctone e governo.
Per quanto concerne in particolare i Paesi di common law, i diritti sulla terra in capo ai popoli autoctoni sono stati inclusi nel concetto di aboriginal title. In genere, nei vari ordinamenti di derivazione anglosassone, sono gli organi giurisdizionali ad avere un ruolo principale per lo sviluppo e la definizione dell’aboriginal title. Merita sottolineare che, date le numerose difficoltà nell’individuare la sua vera natura, il concetto in esame si è sviluppato molto lentamente ed è stato scoperto un po’ alla volta, tanto che è solo di recente che si sono avuti dei progressi in materia.
Ogni Paese di common law ha elaborato una sua visione specifica del concetto di aboriginal title, dando vita a dei percorsi evolutivi distinti, che non sempre sono riusciti a giungere ad un’identificazione e ad una definizione precisa di tale nozione. I sistemi giuridici neozelandese e canadese, nonostante abbiano lo stesso tipo di origine, offrono degli spunti interessanti di comparazione, in quanto presentano delle peculiarità, di carattere soprattutto costituzionale, che incidono direttamente sulla tutela dell’aboriginal title. Da più punti di vista, l’evoluzione del concetto di aboriginal title ha incontrato numerose difficoltà, che incidono negativamente sul suo riconoscimento attuale, sia in Nuova Zelanda che in Canada.

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7 INTRODUZIONE I popoli autoctoni hanno un legame unico con le proprie terre, che occupano da tempo immemorabile, ossia a partire dal periodo anteriore all’arrivo dei coloni europei. Tale relazione non è solamente di tipo fisico, ma appare soprattutto intrisa di vincoli spirituali e culturali, i quali costituiscono la base della loro identità. Emblematiche, a tal proposito, risultano le seguenti parole dell’attivista aborigeno Galarrwuy Yunupingu: “Getting the land back has been important because the land is part of us, we are one because of our relationship. There is nothing – no law, no person – that will separate our connection with land. Getting the land back has kept our spirits alive”.1 L’identità collettiva dei popoli autoctoni comprende i diritti territoriali sui suoli e, in generale, sulle risorse naturali (acque, foreste, minerali presenti nel sottosuolo) classificabili come ancestrali. I molteplici aspetti della cultura tradizionale indigena si sono conservati, de jure o de facto, anche in seguito al periodo coloniale, soprattutto grazie all’esistenza di un diritto consuetudinario indigeno, che si distingue nettamente dalle nozioni occidentali di proprietà terriera. I diritti sulla terra (in inglese land rights) in capo ai popoli autoctoni esigono ora riconoscimento e tutela, sia a livello internazionale che sul piano del diritto interno. Le rivendicazioni dei diritti sulla terra avanzate dai popoli autoctoni non rappresentano certo una novità. Tuttavia, è solo di recente che tali richieste hanno assunto rilevanza e hanno cominciato ad essere affrontate in maniera più efficace, mediante l’utilizzo di vari mezzi. Questi ultimi, da un punto di vista più strettamente giuridico, hanno incluso, a livello internazionale, l’adozione della Convenzione OIL n. 169 e, più recentemente, l’emanazione della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni. Sul piano del diritto interno, le rivendicazioni dei land rights avanzate dai popoli autoctoni vengono affrontate dalla legislazione, dal sistema giudiziario e, mediante un approccio più strettamente politico, dalle negoziazioni tra comunità autoctone e governo. Vi sono molti dibattiti circa il modo migliore con cui poter far fronte a tali rivendicazioni dei popoli autoctoni. A titolo esemplificativo, da più parti si ritiene che sia preferibile ricorrere alle negoziazioni politiche con il governo, in quanto un processo giudiziario non è sempre in grado di giungere ad una soluzione 1 G.R. SCHIVELEY, Negotiation and Native Title: Why Common Law Courts Are Not Proper Fora for Determining Native Land Title Issues, in 33 Vand. J. Transnat’l L., 2000, p. 430.

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandra Bonesso
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Maurilio Gobbo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 284

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