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Da Weber a Thompson : uno studio sul concetto di razionalità nella storia del pensiero organizzativo.

Il tema della razionalità è stato sicuramente uno dei più dibattuti nella storia e nell’evoluzione della sociologia, e in particolare nell’ambito del pensiero organizzativo.
Come verrà successivamente descritto, la razionalità nelle organizzazioni ha assunto, negli anni, molti aspetti, portando ad interpretazioni, a volte molto simili e a volte molto differenti, dell’organizzazione intesa come struttura composta da persone.
Provando quindi a seguire un filo logico, ho cercato di analizzare e studiare gli autori che più hanno contribuito all'evoluzione della teoria organizzativa. Utilizzando i loro scritti e le loro pubblicazioni, ho quindi ripercorso l'evoluzione della razionalità e il significato che essa ha avuto per alcune delle menti più brillanti e intraprendenti della sociologia moderna. Entrando più nel dettaglio, sono partito dalle idee di Max Weber, che è considerato, dalla comunità intellettuale, uno dei maggiori sociologi di tutti i tempi, proseguendo poi con Chester Barnard e Herbert Simon, che proprio ereditando molti aspetti del pensiero weberiano hanno espresso un contributo fondamentale per quanto riguarda la storia del pensiero organizzativo. James D.Thompson è l’ultimo autore studiato per questa mia tesi e ha espresso la concezione di razionalità più moderna e quindi vicina alla realtà in cui oggi viviamo.
Nel primo capitolo, come anticipato, viene analizzata la sociologia di Weber e gli strumenti di analisi che egli ha utilizzato durante i suoi studi. Si parte da un’introduzione del suo pensiero riguardante la scienza sociale in generale e la visione della realtà oggettiva intesa come “caos”, per poi passare ad una trattazione più particolare dei concetti tipici della sociologia weberiana, come la definizione del “tipo ideale” e l’analisi dell’agire sociale dotato di senso con i “suoi” quattro fondamenti. Tema centrale del capitolo è però il modo in cui la razionalità agisce all’interno dell’organizzazione, che si identifica per Weber, nella burocrazia, della quale viene descritto un modello ben definito che si ricollega successivamente alla distinzione tra razionalità formale e razionalità materiale.
Sono poi sicuramente fondamentali, per capire “l’essenza” dell’intero capitolo, i paragrafi trattanti le forme di potere e la critica sorta nel cosiddetto “dibattito post-weberiano”, che integra le analisi di autori come Merton e Gouldner.
Seguendo poi il percorso storico del pensiero organizzativo, sono giunto, nel secondo capitolo, all’analisi degli studi di Chester Barnard e di Herbert Simon. Del primo, viene descritta e analizzata la nuova visione della società che egli propone, oltre ad analizzare nel dettaglio la famosa “parabola del masso”. Viene poi messo in luce il concetto di incentivi e contributi, che regola le azioni dell’organizzazione, e il ruolo fondamentale che l’autorità detiene per il giusto funzionamento di quest’ultima.
Con Simon invece, ho iniziato l’analisi dalla sua critica ai principi classici dell’amministrazione, che hanno portato successivamente alla famosa “rivoluzione” di quest’ultimi e allo studio dei processi decisionali che l’individuo compie all’interno dell’organizzazione. Si giunge quindi al tema centrale del capitolo, la razionalità limitata. La razionalità limitata è il principio fondamentale attraverso il quale è possibile capire il funzionamento e le dinamiche di una qualsiasi organizzazione.
Concludendo il mio lavoro, ho ritenuto poi necessario, continuando a seguire il filo rosso della razionalità nelle organizzazioni, soffermarmi sulle teorie di James D. Thompson che, integrando le ricerche e gli studi di Simon, ha affrontato in chiave più “moderna” la questione della razionalità. Ha definito l’incertezza nelle organizzazioni sottolineandone l’importanza che detiene in ogni scelta che l’individuo o una coalizione compie, e ha diviso la razionalità all’interno di queste organizzazioni definite complesse, come “tecnica” e successivamente “organizzativa”, spiegando come avviene il cambiamento da una all’altra e in che modo possono modificare il destino e i fini di un’organizzazione.

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3 INTRODUZIONE Il tema della razionalità è stato sicuramente uno dei più dibattuti nella storia e nell’evoluzione della sociologia, e in particolare nell’ambito del pensiero organizzativo. Come verrà successivamente descritto, la razionalità nelle organizzazioni ha assunto, negli anni, molti aspetti, portando ad interpretazioni, a volte molto simili e a volte molto differenti, dell’organizzazione intesa come struttura composta da persone. Provando quindi a seguire un filo logico, ho cercato di analizzare e studiare gli autori che più hanno contribuito all'evoluzione della teoria organizzativa. Utilizzando i loro scritti e le loro pubblicazioni, ho quindi ripercorso l'evoluzione della razionalità e il significato che essa ha avuto per alcune delle menti più brillanti e intraprendenti della sociologia moderna. Entrando più nel dettaglio, sono partito dalle idee di Max Weber, che è considerato, dalla comunità intellettuale, uno dei maggiori sociologi di tutti i tempi, proseguendo poi con Chester Barnard e Herbert Simon, che proprio ereditando molti aspetti del pensiero weberiano hanno espresso un contributo fondamentale per quanto riguarda la storia del pensiero organizzativo. James D.Thompson è l’ultimo autore studiato per questa mia tesi e ha espresso la concezione di razionalità più moderna e quindi vicina alla realtà in cui oggi viviamo. Nel primo capitolo, come anticipato, viene analizzata la sociologia di Weber e gli strumenti di analisi che egli ha utilizzato durante i suoi studi. Si parte da un’introduzione del suo pensiero riguardante la scienza sociale in generale e la visione della realtà oggettiva intesa come “caos”, per poi passare ad una trattazione più particolare dei concetti tipici della sociologia weberiana, come la definizione del “tipo ideale” e l’analisi dell’agire sociale dotato di senso con i “suoi” quattro fondamenti. Tema centrale del capitolo è però il modo in cui la razionalità agisce all’interno dell’organizzazione, che si identifica per Weber, nella burocrazia, della quale viene descritto un modello ben definito che si ricollega successivamente alla distinzione tra razionalità formale e razionalità materiale.

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Informazioni tesi

  Autore: Simone Pascal
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Stefania Palmisano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 39

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