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La Social Stock Exchange (Borsa Sociale): modelli e fattibilità

Il lavoro si pone l’obiettivo di condurre uno studio di fattibilità sul progetto Borsa Sociale o Social Stock Exchange, la creazione di un mercato borsistico per imprese non profit e for profit ad alto impatto sociale. Si descriveranno le origini e le prospettive future di questo progetto, che coinvolge il mercato dei capitali per il raggiungimento di scopi sociali: il presupposto di tale idea è che non solo la società ed i cittadini, ma anche i mercati finanziari sono chiamati a partecipare ad uno sforzo condiviso contro la povertà, la fame e le altre ingiustizie sociali del nostro mondo.
Il problema di base da cui parte la presente tesi è quello di trovare meccanismi che stimolino e facilitino la diffusione di imprese che lavorano nel campo del bisogno sociale, for profit o non profit che siano. Tale tipo di impresa, soprattutto la non profit, è caratterizzata da perenne sottocapitalizzazione che ne preclude lo sviluppo. Come si spiegherà con esempi e ragionamenti, la Borsa Sociale avrebbe la funzione di supportare la crescita delle imprese sociali, sia organizzativa che dimensionale, migliorandone la gestione e le prospettive di sviluppo, oltre ad apportarvi altri vantaggi che verranno elencati in seguito.
Il meccanismo che si vuole sviluppare è l’incontro tra un’offerta d’investitori di capitali finanziari “etici e responsabili” ed una domanda composta da imprese a scopo sociale, con un funzionamento simile a quello di una tradizionale borsa: non sarà facile implementare tale struttura, a causa della complessità delle tematiche affrontate, ma si vuole chiarire il tutto grazie agli esempi già esistenti ed al dibattito in corso.
Questo mercato andrebbe a collocarsi nel mezzo tra la logica della filantropia a fondo perduto e della finanza tradizionale esclusivamente orientata alla speculazione: una terza via di finanziamento che può avere delle ricadute positive sia sugli equilibri finanziari internazionali sia sull’effettivo benessere della popolazione. Oltre alla dimensione economica, infatti, il lavoro ragionerà su altre componenti che compongono il reale benessere della vita delle persone, cioè i fattori non economici che sono alla base dei processi comportamentali individuali, come le relazioni e gli affetti : è falso difatti credere che le persone ricerchino solo soddisfazioni di carattere economico; in questo contesto si parlerà del concetto di ritorno sociale e delle sue influenze sulle decisioni d’investimento. L’attore principale del lavoro è l’impresa sociale, a cui è indirizzato questo tipo di mercato; al termine impresa sociale si possono ricondurre diversi significati: una prima definizione, molto restrittiva, riconduce le imprese sociali alle sole organizzazioni non profit. Una seconda definizione, maggiormente allargata, che sarà utilizzata nel corso di questo lavoro, considera imprese sociali tutte quelle aziende che, operando tramite criteri di sostenibilità e di responsabilità sociale, si pongono obiettivi dichiarati di creazione di valore sociale. Le imprese sociali si collocano nel mercato utilizzando modelli organizzativi e lavorativi tipici dell’impresa capitalistica, utilizzati però non per massimizzare il ritorno del capitale investito ma per il raggiungimento degli scopi sociali tipici invece del terzo settore; questi soggetti mirano a fini non prettamente lucrativi, e producono congiuntamente capitale economico e sociale.
Le ipotesi che la tesi vuole dimostrare sono le seguenti: in primo luogo si vuole analizzare se le proposte del business sociale e della finanza etica che emergono dal dibattito odierno siano valide e se tali proposte possano porsi da reale integrazione rispettivamente all’imprenditorialità classica ed alla finanza tradizionale. Nella prima ipotesi si vuole anche chiarire se le tradizionali fonti di finanziamento delle imprese sociali presentino delle debolezze tali per cui risulta essere necessaria la ricerca di altri strumenti innovativi; in secondo luogo si proverà la bontà o meno dei modelli di Borsa Sociale già esistenti, cercando sia di individuarne vantaggi e svantaggi sia di ipotizzare se questi possano essere trasferiti in Italia. La terza ipotesi del lavoro si focalizza sul capire se e come si potrà offrire il ritorno finanziario agli investitori che scambiano titoli nella Borsa Sociale; la quarta ipotesi lavora sulla definizione dei profili della domanda e dell’offerta, quantificarli ed ipotizzare il funzionamento del mercato con le sue criticità. La quinta ipotesi vuole definire i criteri e gli indicatori che discriminino l’accesso alla Borsa Sociale e che ne determino il pricing.

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1 1 – INTRODUZIONE Il lavoro si pone l’obiettivo di condurre uno studio di fattibilità sul progetto Borsa Sociale o Social Stock Exchange, la creazione di un mercato borsistico per imprese non profit e for profit ad alto impatto sociale. Si descriveranno le origini e le prospettive future di questo progetto, che coinvolge il mercato dei capitali per il raggiungimento di scopi sociali: il presupposto di tale idea è che non solo la società ed i cittadini, ma anche i mercati finanziari sono chiamati a partecipare ad uno sforzo condiviso contro la povertà, la fame e le altre ingiustizie sociali del nostro mondo. Questa è una visione innovativa dei mercati finanziari, concepiti da molti invece come luogo di egoismi e strumenti di guadagno speculativo, non accessibili alle fasce svantaggiate della società per migliorare la propria condizione; i mercati stessi sono anche visti come non rappresentativi dell’economia reale di una nazione 1 , o addirittura come uno dei maggiori artefici della crisi finanziaria, che ha portato la fiducia degli investitori ai minimi storici 2 . Il problema di base da cui parte la presente tesi è quello di trovare meccanismi che stimolino e facilitino la diffusione di imprese che lavorano nel campo del bisogno sociale, for profit o non profit che siano. Tale tipo di impresa, soprattutto la non profit, è caratterizzata da perenne sottocapitalizzazione che ne preclude lo sviluppo. Come si spiegherà con esempi e ragionamenti, la Borsa Sociale avrebbe la funzione di supportare la crescita delle imprese sociali, sia organizzativa che dimensionale, migliorandone la gestione e le prospettive di sviluppo, oltre ad apportarvi altri vantaggi che verranno elencati in seguito. Il meccanismo che si vuole sviluppare è l’incontro tra un’offerta d’investitori di capitali finanziari “etici e responsabili” ed una domanda composta da imprese a scopo sociale, con un funzionamento simile a quello di una tradizionale borsa: non sarà facile implementare tale struttura, a causa della complessità delle tematiche affrontate, ma si vuole chiarire il tutto grazie agli esempi già esistenti ed al dibattito in corso. 1 A Milano sono quotate 336 imprese, lo 0,0024 % delle socie di Confindustria ed un infinitesimo di quelle dell’economia del Paese. Dati da “L’invadente borsa di pochi padroni” (2009) Altraeconomia num. 105 maggio 2009, pag. 18. 2 In particolare, la crisi globale è stata accelerata dalle società di rating, le quali con un giudizio positivo hanno reso vendibili prodotti finanziari che altrimenti difficilmente sarebbero stati venduti. Vedi DACREMA P. “La crisi della fiducia” (2008).

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Informazioni tesi

  Autore: Cesare Vitali
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano
  Facoltà: Economia
  Corso: Management delle imprese sociali e no profit
  Relatore: Giorgio Fiorentini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 161

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