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Managerializzazione ed innovazione strategica nelle PMI italiane

E’ possibile cambiare il modo di fare impresa? Questa è la domanda su cui ruotano le motivazioni che mi hanno portato ad argomentare e scrivere questa tesi e con la quale cercherò di rispondere a questo quesito; una domanda che nasce da un contesto economico di forte crisi sia a livello produttivo sia a livello finanziario la cui struttura portante fino ad ora utilizzata risulta inadeguata agli occhi di tutti per un'economia ormai globalizzata dove i confini regionali o nazionali non possono più essere un mercato sufficiente a sostenere un'impresa.
Dal 2008, anno in cui ebbe inizio la crisi economica su scala globale, le imprese, soprattutto quelle piccole e medie da sempre settore trainante dell'economia italiana, faticano a sopravvivere; basti pensare che nel 2009 sono fallite circa 9000 imprese di cui la maggioranza erano proprio di dimensioni piccole o medio piccole. Le cause principali di tutto ciò sono probabilmente riconducibili ad un errata gestione del sistema impresa, alle difficoltà di cambiare o applicare processi complessi e formalizzati in grandi aziende che nel settore delle Pmi vengono tralasciati o considerati poco importanti, il tutto in quadro dove risulta difficoltoso reperire finanziamenti.
Tutto questo verrà affrontato, partendo da un’analisi dalla situazione attuale delle piccole medie imprese in Italia e mettendole a confronto con alcune grandi imprese di successo americane e non solo, si dimostrerà che idee produttive o strutture di lavoro di grandi imprese possono essere replicate, seppur con le dovute proporzioni, in imprese da fatturati e volumi di vendita/prodotto differenti.
Inoltre si valuterà se il sistema italiano favorisca o meno una nuova generazione di imprese e si verificherà quali sono le reali problematiche strutturali delle aziende italiane prendendo in analisi i processi di internalizzazione, d’investimenti, di gestione del personale e costi del lavoro.
L'analisi proposta sarà supportata da dati tecnici e documenti cercando, attraverso l’ausilio di esempi, di proporre possibili soluzioni, sia teoriche sia pratiche per poter cercare di risolvere i problemi che, con la complicità della crisi internazionale, le imprese italiane si trovano oggi ad affrontare.

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6 1. Valutazione sull'attuale situazione e durata media delle piccole medie imprese italiane 1.1 Definizione di piccola media impresa Dare una definizione al concetto "piccola media impresa" è assai complesso in quanto esistono diverse declinazioni a seconda della disciplina alla quale ci si intende riferire: argomentazioni giuridiche, statistiche, o economiche scaturiscono definizioni con variazioni anche notevoli. Sotto l'aspetto giuridico di piccole medie imprese vengono identificate e quindi regolamentate, solamente se soddisfano le tre caratteristiche imposte dalla direttiva europea numero 2003/361: “a) il requisito del numero dei dipendenti: meno di 50 (numero medio annuo) per le piccole e tra 50 e 250 per le medie imprese; b) il requisito del fatturato (voce A1 del conto economico): fino a 7 milioni di Euro, per le piccole e da 7 fino a 40 milioni per le medie imprese (oppure un totale di bilancio fino a 5 milioni di Euro per le piccole ed inferiore a 27 per le medie imprese) (07); c) il requisito dell’indipendenza: cioè il capitale o i diritti di voto non siano detenuti per il 25% o più da una o più imprese non conformi alla suddetta definizione di PMI.” CE n.2003/361 per quanto concerne l'aspetto statistico, molto utile per analizzare le situazioni e i livelli delle Pmi, di tutti di ricerca come ISTAT e Eurostat prendono come riferimento per l'identificazione esclusivamente il numero di addetti: un'azienda di piccole dimensioni non deve superare le 49 unità.

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Informazioni tesi

  Autore: Lorenzo Arzeanti
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Scienze Manageriali
  Corso: Scienze dell'Amministrazione
  Relatore: Elisabetta Marafioti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 62

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