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CA' NOSTRA. Un'esperienza di coabitazione di persone affette da Alzheimer

Il Progetto Ca’ Nostra nasce per favorire la convivenza con ritmi e caratteristiche della vita domestica ordinaria e l'inclusione sociale degli ospiti a praticare un modello assistenziale basato sulla persona e non sulla malattia che permetta di oltrepassare lo stigma e promuoverne la partecipazione alla vita sociale. Se da una parte è necessario, per le condizioni fisiche e psichiche degli ospiti, che in questa coabitazione si presti molta attenzione agli aspetti di assistenza, cura e tutela, allo stesso modo il ruolo dei familiari, dei volontari ma anche del personale professionista, deve giocarsi e intervenire a sostenere la vita di relazione degli anziani. La scelta dell’appartamento risponde alle esigenze della famiglie e dei loro cari in termini di accessibilità, centralità e mantenimento di relazioni con il territorio: è un appartamento vicino al centro città, con possibilità di parcheggio e inserito in una quartiere vivo. Elemento di qualità e differenza rispetto ai modelli assistenziali e di cura presenti nelle conosciute forme residenziali, è l’estrema flessibilità della gestione quotidiana in cui sono coinvolti, in base alle loro possibilità, sia i familiari che i volontari: assenza di orari rigidi, le persone vivono la vita quotidiana liberamente e anche l’accesso dei familiari non ha orario. Il modello di cohousing rappresenta un’esperienza inedita per l’Italia, sebbene si fondi su solide prassi già adottate con successo in molte realtà europee (es. Germania, Olanda, Svezia, Finlandia). L’innovazione è dunque significativa poiché propone una nuova forma di welfare che coniuga la centralità della domiciliarità con la cura e il bisogno di socialità dell’anziano e dei familiari, dove gli attori della società civile sono “protagonisti competenti” del processo di cohousing. Altri elementi innovativi sono: la rete delle istituzioni e del terzo settore per lo sviluppo progettuale; la sinergia tra famigliari, volontari e personale specializzato, formati ad hoc, per la gestione della casa e degli ospiti; l’opportunità di usufruire di un servizio a bassa soglia con riduzione degli alti costi legati all'assistenza delle persone con demenza; la replicabilità del modello in altri contesti; l’attrattività per investitori privati.

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31 2.2 L’invecchiamento degli anziani fragili L’aumento della popolazione anziana rispetto ad altre generazioni ha de- terminato non solo la cosiddetta rivoluzione di longevità, ma anche un’ apprezzabile diversificazione in questa fase della vita. Così come ci sono molti giovani-anziani attivi e partecipi, ci sono sempre più anziani in perdita di autosufficienza parziale o totale (Luppi 2015). Questi anziani vengono definiti fragili, in quanto le loro capacità psico-fisiche sono molto ridotte. Nel 1974 viene introdotto il concetto di fragilità negli Stati Uniti durante il Federal Council on Aging. Il termine viene usato per definire alcuni anziani che ricorrono ai servizi sociosanitari e successivamente è coinciso con i criteri di elettività dell’assistenza domiciliare (Casazza 2010). ‹‹ Quei sog- getti di età avanzata o molto avanzata, cronologicamente affetti da pato- logie multiple, con stato di salute instabile, frequentemente disabili, in cui gli effetti dell’invecchiamento e delle malattie sono spesso complicati da variabili di tipo socio-economico›› così la Società italiana di Geriatria e Gerontologia definisce gli anziani fragili (p.49, 2003). In letteratura gli an- ziani fragili sono quelli in condizioni di rischio e di solito si riferisce a due validità diverse: una si riferisce al processo di invecchiamento primario, cioè superati i 75 anni è molto probabile che si presenti questa condizione, anche se c’è molta variabilità individuale che determina percorsi di vec- chiaia molto diversificati (Luppi, 2015). L’altra si riferisce alla condizione medica, dunque la presenza di più patologie che riguardano l’invecchia- mento secondario e implica una rete di cura e supporto, che permettano all’ anziano di mantenere un’ adeguata qualità della vita (Chattat 2012). Lasciando da parte il fattore anagrafico, ci sono dei fattori che determinano la condizione di fragilità che non sono solo legati alla salute (Luppi, 2015). Infatti Chattat ne descrive cinque che sono frutto dell’integrazione di ‹‹di- versi modelli di approccio all’anziano in un modello multidimensionale che permette la valutazione adeguata delle aree di difficoltà ma anche la scelta

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Informazioni tesi

  Autore: Teresa Ialenti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Elena Luppi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 71

FAQ

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Parole chiave

anziani
invecchiamento
alzheimer
demenza
cura
coabitazione
assistenziale
cohousing
neurodegenerative
ca'nostra

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