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L'autoregolazione emotiva nei pazienti con Disturbo dello Spettro Autistico (ASD): esperienza presso la S.C. NPIA dell'ASL TO3 di Pinerolo

La tesi riporta un progetto sull'autoregolazione emotiva nei bambini autistici svolta presso il centro per l'autismo di Pinerolo, presso l'ASLTO3.
I primi due capitoli riguardano l'aspetto teorico del Disturbo dello Spettro Autistico in generale, nel primo, mentre, nel secondo, si concentra sull'emotività. Il terzo capitolo invece descrive il progetto svolto nel metodo, materiali e tecniche. Si racconta anche il percorso avuto.

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7 INTRODUZIONE Uno sguardo alla storia Il Disturbo dello Spettro Autistico (dall’inglese Autism Spectrum Disorder, ASD) è un insieme eterogeneo di manifestazioni caratterizzate da deficit persistenti nella comunicazione e nell’interazione sociale in molteplici contesti e da pattern di comportamenti, interessi o attività ristretti e ripetitivi. Inoltre, questi soggetti riportano frequenti comorbidità psichiatriche e mediche associate (Frye, 2018). Le caratteristiche della sintomatologia clinica possono essere estremamente eterogenee sia in termini di complessità che di severità e possono presentare un’espressione variabile nel tempo. Bleuler, psichiatra svizzero (1857-1939), introdusse il termine “autismo” nel 1911 per descrivere gli adulti con schizofrenia. Alcuni credevano che questa parola derivasse da quella freudiana “autoerotismo”, usata per descrivere uno stadio pre-infantile, molto immaturo, di pensiero allucinatorio che precede l'impegno con la realtà esterna. Altri resoconti suggeriscono che ha avuto origine dal latino “Autismus”, che deriva dal greco “autos” che significa sé, descrivendo così condizioni in cui i pazienti sono morbosamente assorbiti da sé stessi. Nel 1943, Leo Kanner, psichiatra austriaco (1894-1981), usò la parola “autismo” per descrivere una sindrome unica in una serie di bambini con ossessività, stereotipie, ecolalie e quasi una completa mancanza di interazione sociale con le persone. La descrizione di Kanner infatti considerava eminentemente due criteri clinici: innanzitutto il distacco, o meglio il disturbo del contatto affettivo, e quindi incoercibilità di abitudini ripetitive. Parallelamente, Hans Asperger, uno psicologo infantile viennese (1906-1980), nel 1944 descrisse giovani pazienti con un disturbo caratterizzato dalla mancanza di empatia, scarsa capacità di formare amicizie, conversazione unilaterale, intenso assorbimento in un interesse speciale e movimenti goffi ma con un livello intellettuale medio-alto. Questa sindrome fu poi definita come Sindrome di Asperger (AS), dal nome dello psicologo stesso. Pur essendo stato impiegato in un senso analogo a quello attuale già negli anni ’40, il termine “autismo” comparve nei sistemi diagnostici internazionali solo vent’anni

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Informazioni tesi

  Autore: Camilla Tortone
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze mediche e biologiche
  Corso: Tecniche della riabilitazione psichiatrica
  Relatore: Marco Rolando
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 118

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Parole chiave

autismo
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