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Il referendum sul divorzio attraverso le pagine de “La Stampa” e del “Corriere della Sera”

L’altalena del referendum sul divorzio, resterà un episodio emblematico nella storia del costume politico italiano. Raramente si è manifestata con maggiore evidenza l’abilità dei leader democratici di rilanciarsi la patata bollente. Come abbiamo potuto vedere nel secondo capitolo di questa tesi la volontà di evitare a tutti i costi il referendum sul divorzio si è manifestata per tutto il periodo che abbiamo preso in considerazione. Molteplici sono stati i tentativi di raggiungere questo scopo: inizialmente si è pensato di modificare la legge che regolamenta i referendum, successivamente si sono intrapresi accordi per rivedere la norma sul divorzio; l’esito negativo di questi accordi ha portato all’escamotage dello scioglimento delle Camere con la speranza che modificando le maggioranze parlamentari si riuscisse ad arrivare ad un accordo sul divorzio al fine di far naufragare il referendum. Ma a naufragare non fu il referendum ma bensì, come abbiamo visto nell’ultima parte del capitolo precedente, l’accordo tra i partiti i quali si sono mostrati arroccati sulle loro posizioni e poco disponibili a scendere a compromessi.
L’obiettivo principale di questa tesi, non era quello di narrare i vari tentativi per evitare il referendum ma quello di analizzare come il Corriere della Sera e La Stampa hanno a loro volta raccontato ai loro lettori le vicende. La scelta è ricaduta su questi due quotidiani poichè già negli anni settanta si erano affermati tra i primi cinque quotidiani in Italia pur mantenendo un atteggiamento neutrale nel riportare le notizie.

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18 Capitolo 2 IL REFERENDUM SUL DIVORZIO Attraverso le pagine de “La Stampa” e del “Corriere della Sera” 2.1 Introduzione Delle 72 consultazioni referendarie svoltesi in Italia a partire dal 1946 quella del 1974 è sicuramente la più famosa anche perché per la prima volta dalla nascita della Repubblica si mette in moto la macchina del referendum abrogativo. Argomento principale di questo capitolo sarà appunto il referendum abrogativo del 12 maggio 1974 conosciuto anche come referendum sul divorzio poiché aveva come scopo l’abrogazione della legge 898 del 1° dicembre 1970 “disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio”. Prima di iniziare, ritengo sia utile parlare di come si sia approdati a questo referendum e quale fu l’iter di approvazione della legge posta all’abrogazione. Il 1° ottobre 1965 il deputato del Partito Socialista Italiano Loris Fortuna, propose alla Camera dei Deputati 34 un testo abbastanza moderato che limitava l’esercizio del divorzio a una ristretta serie di casi accuratamente definiti. Parallelamente iniziò su un settimanale milanese di stampo radical- socialista intitolato “Abc”, una campagna di appoggio alla proposta di legge. L’iniziativa di Abc consistette nell’apertura di una nuova rubrica dal titolo “Lettere dei fuori legge del matrimonio”. Queste lettere erano rivolte direttamente all’onorevole Fortuna e tutte avevano la medesima richiesta: una normativa sullo scioglimento del matrimonio. 36 mila furono le missive che giunsero alla Camera dei Deputati. I mittenti erano persone molto diverse per età, sesso, livello di istruzione, attività lavorativa 35 . La questione del divorzio divenne quindi un’urgenza grazie alla gente comune. Tutto ciò però non impedì alla Democrazia Cristiana di bloccare l’iter parlamentare del progetto, già fatto oggetto di feroci attacchi da parte delle gerarchie ecclesiastiche. L’opinione pubblica laica, influenzata dall’attività della Lid (Lega italiana per l’introduzione del divorzio), si schierò progressivamente a sostegno dell’iniziativa di Fortuna ma il progetto decadde con la fine della 34 www.camera.it 35 Rai Storia, intervista a Fiamma Lussana (storica)

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Informazioni tesi

  Autore: Fabrizio Fabusini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi del Piemonte Orientale A.Avogadro
  Facoltà: Lettere
  Corso: Lettere
  Relatore: Marco Mariano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 44

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