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La flat tax come ipotesi alternativa alla tassazione delle persone fisiche

Il presente elaborato si propone di analizzare la tassazione sui redditi delle persone fisiche nell'ordinamento italiano, dal Regno d'Italia ad oggi, per cercare di delineare quali potrebbero o dovrebbero essere gli scenari futuri dell'imposta. In particolare, l'obiettivo è quello di analizzare la situazione normativa evolutiva dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, come imposta progressiva generale (con le sue deduzioni e detrazioni),e come imposta proporzionale (come eccezione, o alternativa all'imposta progressiva generale). La crisi economico-finanziaria, dell'ultimo decennio, iniziata nel 2007 e la crisi pandemica in corso, iniziata nel 2020 hanno contribuito ad aumentare le disuguaglianze economiche sia di reddito, che di mercato del lavoro, che di ricchezza. In questo contesto il sistema tributario nazionale non deve essere "afflittivo", ma deve cercare di essere sempre certo, semplice, equo e perseguire la redistribuzione dei redditi, evitando "scompensi redistributivi", per rispondere al meglio ai nuovi bisogni dei contribuenti, mantenere il benessere migliorando i servizi welfare, e incentivare lo sviluppo del progresso scientifico-tecnologico. Dall'esame di comportamenti avuti nei sistemi tributari di alcuni paesi europei si è potuto apprendere che non esiste una sola tipologia di flat tax, non esiste una flat tax pura, ma esistono tanti sistemi fiscali "tendenzialmente ad aliquota unica", costante al variare del reddito, in quanto malgrado l'apparente semplicità concettuale, isolarne e studiarne gli effetti in un sistema economico eterogeneo è tutt'altro che facile, quindi una "rivoluzione copernicana" volta all'abbandono dell'imposta progressiva a favore di una flat tax sarebbe una scelta non percorribile. In più l'analisi del comportamento dei paesi che per primi hanno scelto questo tipo di politica fiscale, ha portato a verificare che la scelta per questi è stata inversa, e cioè che dopo un primo periodo di istituzione, si sono succeduti periodi di variazioni nelle aliquote, ed ora la tendenza è quella di convergere verso un sistema ad aliquote progressive e di un miglioramento del welfare state interno che la pandemia ha contribuito a minare. Certo è che si deve perseguire anche l'allineamento impositivo e contributivo medio tra i diversi redditi dei contribuenti, in primis tra i redditi da lavoro dipendente ed i redditi da lavoro autonomo. A regime la tassazione media sui redditi da lavoro dipendente, sui redditi da lavoro autonomo, e sui redditi finanziari deve essere la medesima (non è equo che ci siano casi in cui la tassazione dei redditi da lavoro dipendente sia maggiore di quelli dei redditi dei contribuenti in regime dei minimi, o delle rendite sui capital gains). Eventuali incentivi di favore all'ingresso in particolari regimi tributari di favore devono avere una durata limitata, a riduzione progressiva, e comunque non legata a vantaggi di natura previdenziale (che una categoria può scegliere ed un'altra invece no). Una scelta non deve esser una scommessa, ma deve basarsi su analisi, modelli e simulazioni ponderate adeguatamente, in quanto ove l'analisi costi-benefici non fosse possibile da calcolare, è necessario effettuare variazioni per eccezioni per studiare gli effetti nelle sue parti e comunque dare la possibilità di intervenire legislativamente in modo semplice ed efficace (si pensi all'introduzione della c.d. cedolare secca sugli immobili, che ha contribuito alla semplificazione burocratica degli adempimenti, all'emersione del sommerso, e la cui aliquota differenziata è stata adeguata nel tempo).

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I IN NT TR RO OD DU UZ ZI IO ON NE E IV INTRODUZIONE Il presente elaborato si propone di analizzare la tassazione sui redditi delle persone fisiche nell’ordinamento italiano, dal Regno d’Italia ad oggi, per cercare di delineare quali potrebbero o dovrebbero essere gli scenari futuri dell’imposta. In particolare, l’obiettivo è quello di analizzare la situazione normativa evolutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, come imposta progressiva generale (con le sue deduzioni e detrazioni), e come imposta proporzionale (come eccezione, o alternativa all’imposta progressiva generale). Con un rapporto tra gettito fiscale e prodotto interno lordo, intorno al 43,1%, l’Italia è nei i primi posti della classifica tra i paesi avanzati con un più alto livello di pressione tributaria media. Nel confronto tra i quattro principali paesi europei, l’Italia occupa la seconda posizione per pressione fiscale complessiva, mentre scende alla terza posizione per pressione fiscale sul lavoro (preceduta da Francia e Germania). Nel rapporto percentuale che misura la pressione tributaria, sono ricomprese tanto le imposte quanto i contributi socio-previdenziali che i contribuenti versano ai fini pensionistici. In linea di principio detti contributi, rappresentano quote di reddito accantonato nel sistema previdenziale, che il contribuente riotterrà quando maturerà i requisiti per ottenere il diritto alla pensione. Tuttavia, l’ente pubblico che dovrebbe garantire questo principio, ha contestualmente in gestione anche l’aspetto assistenziale; quindi, è facilmente intuibile che il sistema nel suo complesso sia difficilmente monitorabile nello spazio e nel tempo. Una riforma previdenziale di

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Informazioni tesi

  Autore: Simone Quarteroni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università Telematica "E-Campus"
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Servizi Giuridici per l'impresa
  Relatore: Marco Margarita
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 130

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Parole chiave

riforma
tassazione
irpef
detrazione
imposta progressiva
cedolare secca
flat tax
imposizione personale
imposta piatta

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