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Atleti di Cristo. Tra sacro e profano, un movimento salvifico espresso dalla religiosità brasiliana

Il presente lavoro ha come obbiettivo l’analisi di una peculiare espressione del caleidoscopico scenario religioso del Brasile contemporaneo: quella degli ‘Atleti di Cristo’, sportivi con la vocazione e la missione di diffondere il messaggio universale del Cristo, e che costituiscono un movimento salvifico del tutto particolare nel panorama attuale.
Il principio del metaforico viaggio che siamo in procinto di fare ha come spunto di base l’incontro tra due poli opposti e complementari, il sacro (o ‘religioso’) e il profano (o ‘civile’), dicotomia costantemente presente nella cultura occidentale, grazie alla quale essa rappresenta e suddivide la realtà.
Uno sport, in questo caso il calcio, assume qui il ruolo del ‘profano’, incontrando il ‘sacro’ nel fervente cristianesimo degli Atleti, un movimento costituito soprattutto da calciatori, ma anche da professionisti di altre discipline sportive, in Sudamerica e altrove nel mondo.
In questo caso, però, sembra venir meno la dialettica sacro/profano delineata dal Sabbatucci: “[…] è la religione a determinare ciò che è ‘sacro’ distinguendolo da ciò che non lo è, appunto, il ‘profano’ […]” . Ma di quale religione si sta parlando? Ed è possibile, oltre che lecito, applicare la nostra concezione di ‘religione’ a una realtà comunque differente, in quanto ‘altra’?
Sabbatucci ricorda che la distinzione nacque con l’affermarsi del cristianesimo nella Roma classica, e che fu il cristianesimo stesso a utilizzare il termine ‘religio’ per definire sè stesso, termine che tra l’altro non significava ‘religione’ nel senso attuale, ma culto esclusivo (il Dio unico dei cristiani).
Sempre Sabbatucci afferma: “In pratica ogni ricerca storico-religiosa ha rimesso in discussione la categoria del ‘religioso’. In tutta la letteratura storico-religiosa, dagli inizi ad oggi, è stata materia del contendere: ciò che era già o non ancora religione […] ”.
Anche questa ricerca presenta questa possibilità, e gli elementi per mettere in discussione le attuali categorie storico-religiose non mancano.
Il contesto osservato è il seguente: il culto ‘religioso’ più diffuso in Brasile, quello cristiano, si inserisce nel culto ‘profano’ più praticato, quello del calcio, la cui importanza all’interno della cultura brasiliana lo fa assurgere a vocazione diffusa e ritualità di massa (i brasiliani stessi riconoscono la loro patria come ‘o Paìs do futebol’, ‘il Paese del pallone’).
In questo senso, l’attento studio degli evangelici dello sport evidenzia lo svilupparsi di un nuovo, originale modello sincretico, nato non già da credenze religiose di diverse culture, come ad esempio è avvenuto in un’altra realtà religiosa brasiliana, l’umbanda, bensì dall’incontro di un elemento che appartiene propriamente alla categoria del ‘sacro’, il culto cristiano, e di un altro di carattere ‘profano’, il calcio, entrambi portati in Brasile dall’Europa, seppure con tempi e dinamiche del tutto differenti.
Lo sport, strumento di benessere fisico, socializzazione e svago, assume carattere di sacralità nel cristianesimo evangelico degli AdC: ed ecco che le grandi performance fisiche vanno di pari passo con le alte vette raggiunte a livello spirituale, tanto che per il vero Atleta di Cristo non vi è più reale differenza tra le due cose, poiché le considera l’una lo specchio dell’altra.
A tal proposito è importante sottolineare che al giorno d’oggi gli sport in generale, pur avendo perso le antiche connotazioni sacre, “sono religiosi nel senso che sono istituzioni, discipline e liturgie organizzate: e ancora nel senso che insegnano le qualità religiose del cuore e dell’anima”, secondo la felice espressione di Michael Novak, autore che ha dedicato un libro al fenomeno sportivo negli Stati Uniti, arrivando a considerarlo come una religione a tutti gli effetti.
Manuel Vàzquez Montalbàn ha a sua volta dedicato un saggio al gioco del calcio, definendolo “una religione laica […], uno sport che ci consente un’esperienza religiosa indispensabile al nostro ecosistema emozionale […]”. Nella fattispecie, il calcio è un veicolo di comunicazione planetaria di grande influenza sulle masse, un ‘mito’ contemporaneo con le sue simbologie e celebrazioni in cui l’immaginario popolare elegge i propri dei, eroi e demoni.
Da qui all’analogia con una religione vera e propria quale il cristianesimo, il passo è breve.

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Informazioni tesi

  Autore: Gianluca Lombardi
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2002-03
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Lettere
  Relatore: Gilberto Mazzoleni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 159

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Parole chiave

atleti di cristo
calcio
religione
sport
brasile
storia delle religioni
movimenti religiosi
chiesa evangelica

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