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La Comunicazione Politica in Rete - Campagne elettorali al tempo dei Social Network

Quando si tratta di comunicazione politica in rete è difficile arrivare a delle conclusioni. Una tabella in grado di riassumere tutti pro e contro, nonché scenari futuri, non può a tutt’oggi esistere. Così come sarebbe sbagliato arrogarsi la facoltà di valutare quali vie di sviluppo siano percorribili, e quali invece da abbandonare. Questo perché coloro i quali si occupano di approfondire la materia, sono a tutt’oggi spettatori di una evoluzione, piuttosto che analisti di una rivoluzione avvenuta. Tuttavia, è possibile affermare come esistano dei punti dai quali è possibile partire, posizioni in grado in futuro di delineare con precisione scientifica i confini della materia.
La ricerca dei citati paletti, è stata l’argomento della mia tesi di laurea. A tale scopo, fondamentale è stata l’osservazione empirica legata alle dinamiche relative alle elezioni amministrative della passata primavera, nel comune di San Lazzaro di Savena. Un’esperienza in grado di conferire all’analisi teorica la fora che solo l’evidenza empirica è in grado di conferire.
I cittadini dimostrano nei numeri, di voler approfittare delle possibilità offerte loro da un mezzo, che consente di sentirsi più vicini al sistema politico, rappresentato nella fattispecie dal proprio candidato. Anche i politici dal canto loro, dimostrano di gradire le possibilità offerte dalla rete. Non vi è candidato che non abbia approfittato di internet, al fine di invitare alla mobilitazione i propri sostenitori. Vi sono poi altri aspetti emersi nel corso della campagna. Innanzitutto l’importanza della posta elettronica. Un filo rosso di urgente priorità al quale si è affidato per interagire con la gente, avvertirne le sensazioni, e attraverso queste avere conferme in merito agli orientamenti di voto dei cittadini. Innegabilmente, alla luce di quanto visto, la rete offre spazi e possibilità d’interazione un tempo impensabili.
Bisogna però ricordare come esista sempre un lato oscuro della luna. Bisogna infatti considerare come ancora una parte consistente di popolazione, non sia fuori dal dibattito on line causa una scelta consapevole. Gran parte della popolazione rimane esclusa, perché non ha la possibilità di fare altrimenti. Il digital divide è un problema reale e più che mai vivo.
Per quanto riguarda il rapporto con gli altri media, alla luce di quanto visto è difficile pensare che l’informazione digitale rappresenti il capolinea per l’informazione che sporca le dita d’inchiostro. L’integrazione è possibile, anche perché sinergie fra i due mondi legati alla diffusione di notizie e allo scambio d’informazioni, sono già attive.
Ambivalenti gli aspetti legati al linguaggio della politica on line. Se da un lato infatti, l’interazione all’interno dei social network con annessa la possibilità di visita di profili, pare aver fatto crollare anche le ultime barriere rimaste. Dall’altro va sottolineato come le caratteristiche dello strumento internet, dove la lingua è per necessità scritta, favoriscano il dialogo democratico.
Occorre poi sottolineare come, al fine di poter essere parte integrante di una strategia di successo, tutto ciò che viene fatto mediante la comunicazione politica in rete, deve necessariamente essere frutto di una strategia pianificata d’integrazione, con gli altri mezzi di comunicazione. Essere presenti in rete, tanto per esserci, è l’errore più grave che un uomo politico, e più in generale un professionista della comunicazione, possa commettere. La coerenza fra ciò che si mostra in on line, e quanto mostrato fuori, è presupposto fondamentale di una strategia vincente.
Tutto per trovare risposta alla madre di tutte le domande: la comunicazione politica in rete può rappresentare nei fatti lo strumento capace di chiudere il cerchio. Lo strumento attraverso cui la politica possa tornare a parlare alle persone in quanto cittadini, non come elettori da conquistare, o target da colpire?
Certamente siamo ancora all’inizio di un processo, il quale in virtù della sua gioventù, mostra spesso e volentieri la propria fragilità. Compito di chi fa politica, sarà pertanto quello di indirizzare tale processo all’interno di binari tali da permettergli di crescere. Non sarà facile riuscire ad estendere ai grandi numeri, includendo cioè tutti coloro i quali ne sono tutt’ora esclusi, i vantaggi della “comunità” virtuale, impedendo che la stessa si trasformi in una delle metropoli tentacolari di baudleriana memoria.
Questa è la sfida più grande che le attuali e le future classi dirigenti, saranno chiamate ad affrontare. Riuscire a non compromettere con errori passati, a non strumentalizzare, quello che oggi è lo spazio incontaminato della rete. Uno spazio bianco, capace di liberare fantasie in merito ad un futuro migliore, allo stesso modo in cui scopre il fianco ad utilizzi aberranti. Uno spazio bianco sul quale, in qualsiasi caso, molto si potrà scrivere del nostro futuro.

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Introduzione      L’idea di questa tesi nasce da un’esperienza. Lo scorso Aprile, in preparazione alle elezioni amministrative svoltesi nel mese di Giugno, ho avuto l’occasione di seguire con occhio di riguardo, la campagna elettorale relativa alla sfida per la carica di sindaco, nel comune di San Lazzaro di Savena. San Lazzaro è un paese di trentamila abitanti sdraiato sulla via Emilia, separato da Bologna, capoluogo emiliano, dal fiume Savena. Dato il mio interesse per le pratiche relative alla ricerca e all’ottenimento del consenso nell’ambito politico, nonché in virtù del percorso di studi intrapreso, ho da subito realizzato come l’opportunità fosse di quelle da non lasciar passare senza essere colte. Poter seguire in prima persona l’incedere di una campagna elettorale, dalla pianificazione al suo prendere forma, dalla preparazione di un evento, alla stesura di un comunicato stampa; mi ha consentito di vedere applicate sul campo, le nozioni fino a quel momento apprese solamente all’interno delle pagine dei manuali, consultati lungo un percorso di studi durato cinque anni. Inizialmente l’idea era quella di realizzare una tesi, relativa all’analisi di quanto visto nei mesi che hanno preceduto le elezioni. Una tesi maggiormente prossima ad una case history: il racconto del mese e mezzo in cui la campagna elettorale è stata maggiormente serrata. Un’analisi di come quanto osservato, corrispondesse o meno a quanto letto e studiato negli anni. In realtà passati i primi entusiasmi, è stato facile rendermi conto di come la scelta di un approfondimento di questo tipo, ovvero un’analisi classica dei processi di comunicazione politici messi in atto nel corso campagna, poco o nulla avrebbe aggiunto sia nell’ambito delle mie conoscenze personali, sia nell’ambito di quanto già detto analizzato, studiato e pubblicato. Da qui la voglia di andare a rileggere gli eventi, e le modalità attraverso le quali gli stessi si sono susseguiti nel corso della campagna elettorale, al fine di poter individuare un aspetto sul quale poter soffermare l’attenzione. Sul quale poter indagare senza correre il rischio di trovarmi al termine dell’indagine, con la spiacevole sorpresa di accorgermi di come tutto il lavoro svolto, non fosse stato in grado di portar con sé nulla di più all’infuori del suo carico di fatica. Essendo io un ragazzo di ventiquattro anni, nato perciò a metà degli anni ottanta, non posso propriamente definirmi come appartenente a quella generazione di   6

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Informazioni tesi

  Autore: Matteo Defendi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Comunicazione Politica e Sociale
  Relatore: Gianpietro Mazzoleni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 213

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