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Analisi del sistema museale italiano e confronto con i principali modelli europei

Secondo le stime di NEMO (Network of European Museum Organisations) i musei europei sono più 30.000, senza considerare gli spazi espositivi anche permanenti.
Può essere molto utile, ai fini di una migliore comprensione del sistema museale italiano e di come questo si sta sviluppando in seguito alle ultime riforme, andare ad analizzare come sono composti i “sistemi museali” dei principali paesi europei.
L’Europa infatti è il continente con la più alta presenza di musei fra i primi 20 più visitati al mondo e presenta un numero di musei e collezioni di primo piano, grazie alla sua storia millenaria.
Nello specifico andremo a vedere come sono organizzati, anche solo genericamente, i musei di Gran Bretagna, Francia, Spagna e Germania, facendo anche una rassegna dei principali musei di questi paesi.
Il panorama museale europeo è infatti caratterizzato da una grandissima diversità sia per quanto riguarda l’esistenza di una disciplina generale che per le forme ed i modelli di gestione dei singoli musei.
Quello che differenzia i singoli Paesi è anche la presenza o l’assenza di una legislazione specifica che definisca il concetto di museo.
Vedremo quindi il sistema inglese, fortemente incentrato su una impostazione manageriale della gestione, come fosse una azienda, con il Ministero a dettare la struttura generale e lasciare poi la libertà a ciascun museo di attuare le politiche che meglio ritiene utili per il conseguimento dei suoi obiettivi.
Il sistema francese, caratterizzato attualmente da una ampia capacità di agire in capo allo stato centrale grazie alla struttura dei ‘Musei di Francia’, che sta tuttavia cercando di smussare in favore di una migliore e più efficace redistribuzione delle competenze.
Ci sono poi il sistema spagnolo dove ampia autonomia è lasciata alle Comunità Autonome in base ad accordi frutto di contrattazioni e delegando a loro la gestione dei musei e il sistema tedesco, ora fortemente decentrato, con le competenze in termini di cultura che sono in capo ai singoli Länder, ma che vira verso un obiettivo di definizione di standard minimi generalizzati per tutto il sistema.
Verrà quindi infine analizzato il modello italiano, con un focus sui risultati post-riforma Franceschini, confrontandolo con i risultati ottenuti dai principali modelli europei e andando a comparare anche il nostro modello di gestione, vedendo verso quale modello siamo diretti.
Nell’analisi del sistema museale italiano verrà fatta una analisi più approfondita sui musei indicati come principali dalla più recente riforma.

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4 1 Introduzione Secondo le stime di NEMO (Network of European Museum Organisations) i musei europei sono più 30.000, senza considerare gli spazi espositivi anche permanenti. Può essere molto utile, ai fini di una migliore comprensione del sistema museale italiano e di come questo si sta sviluppando in seguito alle ultime riforme, andare ad analizzare come sono composti i “sistemi museali” dei principali paesi europei. L’Europa infatti è il continente con la più alta presenza di musei fra i primi 20 più visitati al mondo e presenta un numero di musei e collezioni di primo piano, grazie alla sua storia millenaria. Nello specifico andremo a vedere come sono organizzati, anche solo genericamente, i musei di Gran Bretagna, Francia, Spagna e Germania, facendo anche una rassegna dei principali musei di questi paesi. Il panorama museale europeo è infatti caratterizzato da una grandissima diversità sia per quanto riguarda l’esistenza di una disciplina generale che per le forme ed i modelli di gestione dei singoli musei. Quello che differenzia i singoli Paesi è anche la presenza o l’assenza di una legislazione specifica che definisca il concetto di museo. Vedremo quindi il sistema inglese, fortemente incentrato su una impostazione manageriale della gestione, come fosse una azienda, con il Ministero a dettare la struttura generale e lasciare poi la libertà a ciascun museo di attuare le politiche che meglio ritiene utili per il conseguimento dei suoi obiettivi. Il sistema francese, caratterizzato attualmente da una ampia capacità di agire in capo allo stato centrale grazie alla struttura dei ‘Musei di Francia’, che sta tuttavia cercando di smussare in favore di una migliore e più efficace redistribuzione delle competenze. Ci sono poi il sistema spagnolo dove ampia autonomia è lasciata alle Comunità Autonome in base ad accordi frutto di contrattazioni e delegando a loro la gestione dei musei e il sistema tedesco, ora fortemente decentrato, con le competenze in termini di cultura che sono in capo ai singoli Länder, ma che vira verso un obiettivo di definizione di standard minimi generalizzati per tutto il sistema. Verrà quindi infine analizzato il modello italiano, vedendo la sua storia, le sue performance e facendo un focus sui risultati post-riforma Franceschini. Vedremo poi verso quale modello siamo diretti e le necessarie riforme strutturali per arrivare a “destinazione”.

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Cazzaniga
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Scienze Economiche e Aziendali
  Corso: Economia e amministrazione delle imprese
  Relatore: Silvio  Modina
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 42

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