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Parole nuove per un testo antico: l'Orestea di Eschilo da Pasolini agli Anagoor

Il presente lavoro si concentra sulle nuove traduzioni dell'Orestea di Eschilo finalizzate alle nuove rappresentazioni teatrali di età contemporanea, insistendo particolarmente sulle motivazioni che portarono grandi uomini di teatro come ad esempio Pasolini, e, più recentemente i ragazzi della pluripremiata compagnia Anagoor, a tradurre nuovamente un testo che per il teatro fu già ampiamente tradotto.

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2 Introduzione Perché studiare ancora il mondo antico? Innanzitutto perché ne siamo profondamente, a volte inconsapevolmente, influenzati. I canoni dell’arte classica, per esempio, hanno ispirato nei secoli pittori, scultori, architetti. Basterebbe camminare per le strade delle nostre città alzando il naso all’insù, ed ecco che potremmo osservare capitelli ionici, foglie d’acanto o un timpano che decorano l’ingresso di una chiesa. Per i grandi artisti, lo sguardo rivolto al passato ha da sempre rappresentato occasione di crescita, di confronto, e, soprattutto, un momento di imprescindibile e fondamentale ricerca, finalizzata alla nuova creazione. Dall’Umanesimo, durante il quale i classici greci e latini venivano riscoperti e presi a modello di riferimento, si afferma un nuovo modo di guardare all’antico. Gli umanisti vedevano negli antichi un modello da seguire, e più procedevano nella scoperta e nella traduzione dei loro testi, più si faceva chiara l'importanza di essi. Successivamente, il ritorno del mondo classico permeava anche la cultura di epoca Rinascimentale. Emblematico è il Teatro Olimpico di Vicenza, costruito da Andrea Palladio nel 1580-5 su commissione dell’Accademia Olimpica. Il teatro, fatto costruire appositamente per la messinscena di testi classici, si richiama ai principi classico-romani descritti da Vitruvio, e viene inaugurato proprio con la rappresentazione di una tragedia greca: l'Edipo Re di Sofocle. Anche il periodo Barocco, nonostante la spiccata tendenza alla stravaganza e all’eccentricità, continuava a mantenere uno stretto rapporto col passato, rielaborato in chiave originale da tutti i più grandi artisti dell’epoca: Bernini, Borromini, ecc., e così via nel corso dei secoli seguenti 1 . Insomma, lo sguardo rivolto al mondo antico ha avuto da sempre un ruolo privilegiato nel rinnovamento, anche radicale, della cultura, e ha profondamente influenzato l’uomo delle generazioni successive, non solo per la produzione artistica e figurativa rimasta in un certo senso insuperata, ma anche e soprattutto per i valori che ha tramandato. In questo senso la Grecia fu maestra: gettò le basi del pensiero filosofico razionale (si pensi ad Aristotele e Platone), della medicina moderna con Ippocrate, della fisica con 1 Cfr. sull’argomento Bertelli 2017.

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Informazioni tesi

  Autore: Angelamaria Panetta
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze dei beni culturali
  Relatore: Cristina Pace
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 70

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