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Cibo e controllo: Anoressia, Reverse Anorexia e Ortoressia

In questo lavoro di tesi ho voluto approfondire le dinamiche, familiari, sociali ed individuali che predispongono allo sviluppo dei disturbi alimentari.
In particolare, nel primo capitolo, ho esaminato il ruolo della donna nella nostra società, il modificarsi delle sue mansioni e delle aspettative sociali che la pongono in una posizione simile a quella dell’uomo.
Snellezza, capacità e dinamicità sono i tre fattori principali che consentono alle donne di sentirsi accettate e valorizzate nella nostra epoca consumistica. Sin da piccoli, infatti, veniamo educati all’idea che “l’apparire” (belli, in forma o di buona estrazione sociale) sia più importante dell’“essere” (quindi di dimostrare buoni valori morali e valorizzare se stessi per come si è). Ho inoltre spiegato come i mass-media influiscono in questo condizionamento sociale, diffondendo un’ideale di bellezza standardizzato e irrealistico, che esalta la perfezione e rifiuta il grasso.

Il risultato di questo processo è un intenso bisogno di approvazione che spinge gli individui verso diete e sedute in palestra a volte estenuanti. Con il rischio estremo di sviluppare patologie legate al cibo e all’alimentazione. Un’ulteriore fattore predisponente dei disturbi alimentari è la vulnerabilità emotiva del soggetto: la malattia, in tal senso, si istaura come “metodo” per non entrare in contatto con emozioni forti ed incontrollabili (es. istinti pulsionali sopravvenuti all’età dell’adolescenza) che destabilizzano il soggetto. In tal senso “il pensiero ossessivo del cibo cancella tutte le altre sensazioni, elimina le emozioni, annulla le passioni”.

Sono passata ad approfondire il risultato del legame che il bambino istaura con la propria madre e le conseguenze che ne derivano. In tal senso l’allattamento, il contatto fisico ed il modo con cui la mamma risponde ai suoi bisogni (responsività materna) permette al bambino di sviluppare un sentimento di fiducia e di sicurezza verso l’esterno. Al contrario un genitore concentrato troppo su di sé, sulle proprie angosce ed aspettative personali, tenderà a rapportarsi con il bambino in modo incoerente, facendolo sentire inadeguato e non compreso nei suoi bisogni di protezione e sicurezza. Questo atteggiamento renderà il soggetto vulnerabile e insicuro, tanto da predisporlo ai disturbi dell’alimentazione.

“La difficoltà di relazione con il mondo diventerà cosi la difficile relazione con il cibo-mondo”.

In seguito ho approfondito il legame che si istaura tra le patologie alimentari ed i cambiamenti fisici che seguono la pubertà. Durante l’adolescenza, infatti, risulta fondamentale che la famiglia, i coetanei e, in generale, le figure di riferimento del ragazzo apprezzino ed incoraggino le trasformazioni corporee dell’età. Le sopraggiunte pulsioni sessuali ed il bisogno di uscire dall’ambiente familiare per confrontarsi con l’esterno, rendono il soggetto vulnerabile alle critiche e ai giudizi.
Tanto da trasformare “la patologia delle relazioni in patologia del rapporto con il cibo”.
Nei capitoli seguenti ho trattato i principali disturbi dell’alimentazione.
Nel capitolo due, in particolare, ho spiegato i meccanismi che regolano la fame e la sazietà, quindi ho approfondito i disturbi da assunzione eccessiva di cibo: Obesità, BED e Bulimia Nervosa.
Nel capitolo tre mi sono soffermata sugli studi relativi all’Anoressia Nervosa: quali sono i fattori scatenanti di tale patologia? In che cosa consiste il trattamento? In questo capitolo ho approfondito le diverse correnti teoriche ed illustrato gli attuali criteri diagnostici (DSM-V) per l’Anoressia. Ho spiegato, poi, le varie tipologie di trattamento per la suddetta patologia.
Infine, nell’ultimo capitolo ho affrontato due nuove patologia basate su comportamenti restrittivi nei confronti del cibo: l’Ortoressia e la Reverse Anorexia.

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7 Capitolo 1 Il cibo ed i suoi significati 1.1 Aspetti culturali Il ruolo della donna nel corso di questi ultimi decenni si è particolarmente evoluto ed ha acquisito caratteristiche che tradizionalmente facevano parte del modo di operare maschile. Accanto al rispetto dei valori tradizionali, come la cura della casa e della famiglia, si è affermato un modello di donna “magra e scattante”, indipendente, dinamica e combattiva. Questa concezione ha posto in crisi molte donne, che, nella convinzione di “non essere abbastanza”, si sono rivolte a dietologi e personal-trainer nella prospettiva di poter modificare la propria forma fisica, di adeguarsi, quindi, all’immagine ideale trasmessa dai media, per risultare più attraenti, ricercate, grazie all’aspetto esteriore del proprio corpo. “Il raggiungimento della magrezza è il mezzo per risolvere i problemi legati al raggiungimento della propria identità 5 ” (Goldon,1991). In un contesto sociale in cui domina l’abbondanza, dove tutto è “tutto è “in più”, ovviamente, superfluo” 6 il rifiuto del cibo appare il mezzo più semplice, ovvio, per arrivare al successo nella nostra società che si distingue sia dai paesi in via di sviluppo che da quelli non industrializzati per l’opulenza socio-economica 7 di cui è promotrice: “La rivoluzione industriale e tecnologica, se produce una preziosa accumulazione di beni e di materiali, può avere come risvolti lo sviluppo di un’etica consumistica ed esterioristica […] i pericoli di questo processo consistono nella perdita del senso dei valori, nella difficoltà di fondare solidi terreni di riferimento […] nella 5 G.Nuvoli “Rapporti con il cibo e comportamento alimentare” FrancoAngeli, Milano 2010 p.107 6 . L.Peirone, E.Gerardi “Anoressia Rabbiosa” Edizioni Psiconline, Francavilla al Mare 2010 p.21 7 Ibidem.

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Informazioni tesi

  Autore: Giada Manzetti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Educatore Professionale di Comunità
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Fabrizio Iecher
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 69

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