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PREMESSA 
 
Ho deciso di trattare questo argomento nel mio elaborato perché ogni volta che ho modo di sentire 
che una giovane vita è terminata in questo modo, nel mio animo si scatena un forte senso di rammarico 
ed il primo pensiero va subito ai famigliari ed amici che non avranno più con loro una parte integrante 
della loro vita. Nel mio piccolo anche io ho potuto sperimentare queste emozioni quando in quel 
pomeriggio del 18 novembre 2019, un compaesano, più piccolo di un anno, annunciò il suicidio sui 
social network Facebook e YouTube, lasciando un video testamento in cui descriveva 
meticolosamente le ragioni per il malsano gesto e le sue ultime volontà. Personalmente non lo 
conoscevo benissimo, ho avuto l’occasione di vederlo spesso nella pizzeria dove lavoravo come 
cameriere insieme ai suoi amici più stretti, ma non ho avuto il piacere di conoscerlo direttamente. 
Nonostante non fossi legato in alcun modo a lui, quella notizia ebbe un forte eco in me e mi scosse 
nel profondo lasciandomi senza parole. Non è solo a lui ma a tutti i ragazzi e le ragazze che soffrono 
silenziosamente in attesa di trovare un risvolto positivo per la loro vita, che voglio dedicare questo 
elaborato. Un problema che tristemente si espande sempre più a macchia d’olio soprattutto nei giovani 
e giovanissimi. Spero che questo elaborato, oggi o domani, possa essere d’aiuto a tutti coloro che 
studiano il fenomeno e che cercano di arginarlo, o meglio, di risolverlo. 
Il lavoro è dunque diviso in due capitoli: 
- Nel primo capitolo ho deciso di argomentare il soggetto degli studi, ovvero la Generazione Z, 
in chiave sociologica, approfondendo le peculiarità che caratterizzano questa generazione e la 
facilità con la quale hanno accesso a molteplici piattaforme per rimanere sempre connessi. Ho 
voluto trattare in seguito della descrizione di un social network, esaminando le preferenze del 
soggetto degli studi, per poi analizzare i principali meccanismi di dipendenza, i fenomeni 
devianti dovuti dalla rete e il suicidio minorile, vedendo quest’ultimo sotto la prospettiva del 
COVID-19. 
- Nel secondo capitolo si tratteranno argomenti relativi all’analisi del fenomeno sotto la sfera 
psicologica e medica tenendo conto dei fattori di rischio e gli studi relativi al fenomeno. Si 
prenderanno in analisi anche le misure preventive utilizzate all’interno dei diversi ambienti 
scolastici nel mondo, per concludere con delle riflessioni finali in ambito educativo e 
socioassistenziale sul tema del suicidio.
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1.1 CAPITOLO 1  
GENERAZIONE Z E RAPPORTO CON I NEW MEDIA 
La popolazione oggetto di questi studi è la Generazione Z
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, è la coorte demografica successiva ai 
Millennials o Generazione Y. I demografi ed i ricercatori, generalmente usano il periodo medio-tardo 
1990 fino al 2010 come anno di riferimento per la nascita. Spesso figli della Generazione X e talvolta 
della Y, sono stati cresciuti con una mentalità più vicina alla loro, quindi più individualista, più 
centrata sul duro lavoro per ottenere risultati sia in gruppo che con l’aiuto di altre persone. I genitori 
della Generazione Z non hanno nascosto il mondo ai loro figli ma lo hanno presentato così com’è, 
senza inganni, educandoli fin dalla tenera età ad esprimere la loro opinione nella vita di famiglia e 
comunità (Ravella, 2017). I membri della Generazione Z hanno utilizzato la tecnologia digitale sin 
da piccoli e sono all'altezza di Internet e dei social media dei quali sono il più grande pubblico. Gli 
attacchi terroristici dell'11 settembre e la grande recessione del 2008 hanno fortemente influenzato 
l'atteggiamento di questa generazione. Tuttavia, a differenza dei millennials più anziani, la 
Generazione Z generalmente non ha memoria degli attacchi terroristici dell'11 settembre. Entrambi 
gli eventi hanno causato un senso di insicurezza tra le persone della Generazione Z e l'ambiente in 
cui sono cresciuti, rendendo questa la generazione più fragile perché cresciuta in un periodo 
fortemente instabile sotto il profilo economico e politico. La recessione economica del 2008 è 
particolarmente significativa per gli eventi storici che hanno plasmato la Generazione Z, nel modo in 
cui la loro infanzia potrebbe aver attraversato le tensioni finanziarie della recessione avvertita dai 
genitori. I bambini e i giovani che sono cresciuti durante questo particolare periodo storico sono stati 
segnati dalle conseguenze delle guerre in Afghanistan e Iraq. Gli attacchi terroristici, che si sono 
intensificati dagli anni 2000 ad oggi nel mondo occidentale, hanno creato una situazione di paura e 
imprevedibilità che porta le persone a convivere con la costante paura di ciò che potrebbe accadere 
nel mondo in qualsiasi momento. Questa insicurezza provoca nei genitori un sentimento di protezione 
verso i loro figli, causando stati di ansia e preoccupazione. A causa di questi gesti di iper-protezione 
i bambini tenderanno ad evitare ogni possibile sbaglio, divenendo così adulti ligi alle regole e 
conformati. La grande recessione ha insegnato alla Generazione Z ad essere indipendente ed ha 
portato allo sviluppo di un desiderio imprenditoriale a seguito delle difficoltà che hanno avuto i loro 
genitori e fratelli maggiori nel mondo del lavoro. Questa generazione si presenta al mondo come una 
coorte di persone convinte delle loro posizioni, ferme e decise nella loro visione della vita futura, che 
puntano a valori quasi “antichi” tentando fermamente di raggiungere entro i 30 anni una sicurezza 
economica e famigliare che ormai si pensava non appartenesse più ai giovani occidentali. Nella 
 
1
 Cfr. Strauss, W., & Howe, N. (1991). Generations: The history of America's future, 1584 to 2069. New York: Quill.
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Generazione Z si nota anche una ricerca di sicurezza e stabilità, desiderando relazioni reali evitando 
di delegare questo compito ad una realtà virtuale. Internet e la tecnologia, per loro sono una parte 
della vita sin dalla nascita, quasi come se fosse parte integrante del loro corpo, perché vanno alla 
ricerca dell'autenticità, della realtà nelle relazioni e nelle cose, una situazione che, seguendo la moda 
delle generazioni precedenti, sarebbe andata persa rapidamente. Un altro aspetto caratteristico di 
questa generazione, legato alla visione realistica della vita, è quello della cura dell’ambiente e delle 
scelte ecologiche che compiono giornalmente. Costantemente minacciati dal cambiamento climatico 
che imperversa quasi senza freno, i giovani hanno deciso di scendere in piazza manifestando contro 
il cambiamento climatico per risanare le ferite provocate all’ambiente dalla produzione sempre più 
sfrenata di plastica, gas serra, Co2, che aumentano ogni giorno l’ammontare di danni all’intero 
ecosistema. Questa tendenza ha così confermato l’altruismo caratteristico d questa generazione verso 
tutti. Secondo uno studio di Hurrelmann, K., e Albrecht, E.
2
   Nel 2002, il 62% degli intervistati ha 
valutato l'inquinamento ambientale come particolarmente spaventoso; nel 2019, la cifra era salita al 
71%. Anche le preoccupazioni per il cambiamento climatico sono in aumento, attualmente al 65%. 
Tutto ciò ha messo in secondo piano altri problemi. La paura di un attacco terroristico è in calo, 
preoccupando il 66% dei giovani rispetto al 71% nel 2002. La preoccupazione per la povertà è al 
52%, in calo dal 66%, la preoccupazione per una possibile guerra in Europa è al 46%, in calo dal 59% 
e la paura di malattie gravi al 48% rispetto al 58%. Queste indagini sono state condotte nel 2019, 
quando ancora la pandemia da COVID-19 sembrava solo un miraggio, è probabile che le 
preoccupazioni economiche e sanitarie siano aumentate da allora. Dall’ estate del 2018 gli studenti di 
tutto il mondo sono scesi in piazza per protestare ogni venerdì dell’anno scolastico contro 
l’inquinamento e il cambiamento climatico globale, dando vita ad un movimento di protesta 
denominato Friday For Future o semplicemente F.F.F. Tutta questa sincronizzazione è possibile 
grazie e soprattutto alla laboriosa macchina dei social media che tiene costantemente informati i 
giovani di ogni parte del mondo dei cambiamenti in merito ad un argomento di loro interesse 
 
 
 
2
 Cfr. Hurrelmann, K., & Albrecht, E. (2021). Gen Z: Between Climate Crisis and Coronavirus Pandemic. Routledge.
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1.1 Generazione iperconnessa 
Nello specifico questa generazione ha pochi, se non nulli, ricordi della vita prima della 
digitalizzazione. Io stesso ricordo quando il primo iPhone
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 fu lanciato sul mercato nel 2007, dando 
vita ad una trasformazione radicale del telefono in tutte le sue forme, il computer si era ridimensionato 
ed era entrato in una tasca, pian piano la società mutò al ritmo di telefoni, internet e social. Con il 
passare del tempo i giochi per l’infanzia si sono trasformati in tablet e smartphone che i bambini 
imparano ad usare già da piccolissimi. Hanno imparato, anche grazie ai loro genitori, come navigare 
sul web e come imparare a riconoscere i pericoli da esso derivanti. I genitori sono direttamente 
coinvolti in questa iper-connessione preferendo la frequentazione di piazze virtuali rispetto a piazze 
vere
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 e proprie, perché meno pericolose, non rischiando così di minare l’incolumità fisica del 
bambino. Però se da un lato un bambino è protetto dalle minacce esterne non lo è all’interno. Secondo 
un grafico della globalwebindex
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 del 2018, la Generazione Z è quella che utilizza i social per più 
tempo rispetto agli Y, X e Baby Boomers, raggiungendo il primato di un utilizzo medio di due ore e 
cinquantacinque minuti al giorno. (Fig. 1) 
 
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 famiglia di smartphone prodotti da Apple. 
4
 Cfr. A. Maggiolini, M. Di Lorenzo, (Eds.). (2018). Scelte estreme in adolescenza: Le ragioni emotive dei processi di 
radicalizzazione. FrancoAngeli. 
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 società di targeting del pubblico 
Figura 1 (Global Web Index, 2018. Social Media by Generation)