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Età evolutiva e comportamenti disfunzionali; la dimensione suicidaria nei social media

Suicidio adolescenziale legato alla rete

Ho voluto parlare precedentemente dei fenomeni come il Cyberbullismo, Child grooming e del fenomeno degli hikikomori perché questi hanno due comun denominatori ed una conseguenza che li attraversa, ovvero che tutti i fenomeni comportano l'uso delle ICT (Information and Comunication Technologies) e aumentano l'insorgenza di fattori di rischio legati al suicidio.

In questo capitolo andrò ad analizzare alcune fenomenologie che vedono i fattori "rete" e "suicidio" strettamente correlati fra loro. Voglio trattare in primis un fenomeno che per molto tempo ha fatto scalpore sulle testate giornalistiche ma che via via è andato scomparendo, sto parlando del fenomeno della blue whale challenge, ovvero la "sfida della balena blu".

Questa sfida è nata nel 2013 sul social media russo VKontakte, in quegli anni erano molto popolari le challenge che imperversavano sui social e sostanzialmente consistevano nello sfidare una persona della nostra lista contatti a compiere una determinata azione.

Vorrei ricordare la ice bucket challenge, nella quale uno sfidante deve rovesciare o farsi rovesciare addosso un secchio contenente acqua con ghiaccio nominando a sua volta altre tre persone che avranno ventiquattro ore di tempo per filmare il tutto e postarlo sui relativi social media.

Lo scopo finale di questa sfida è quello di sensibilizzare l'attenzione generale sul problema della sclerosi laterale amiotrofica, infatti ogni partecipante dopo aver effettuato la sfida dovrà donare una qualsivoglia cifra alla A.L.S. Association, il tutto molto nobile. Il problema si presenta però quando lo scopo che si vuole perseguire con una challenge è atto a ledere l'integrità fisica e psicologica di un partecipante, questo è il caso della Blue whale challenge, nome che non è affatto scelto a caso perché si rifà al comportamento tipico delle balenottere azzurre che, ad un certo punto della loro vita, senza apparente motivo, scelgono di spiaggiarsi e morire.

Generalmente a scegliere questo tipo di morte sono gli esemplari di cetacei che si sono persi e che non riescono a tornare nel gruppo. Esattamente come quegli adolescenti che sebbene abbiano tutta la vita davanti si sentono lontani, diversi, isolati. E non sanno come uscirne. La sfida consiste nello svolgere una serie di compiti, 50 per l'esattezza (Fig. 2), che variano dall'autolesionismo all'ascoltare musiche psichedeliche, allo svegliarsi alle 4:20 del mattino. Una delle regole della sfida è quella di non fare parola a nessuno, in pratica questi compiti sono volti ad effettuare un vero e proprio lavaggio del cervello nella vittima. Tutti questi compiti hanno come meta quella di far suicidare il partecipante. I compiti vengono consegnati e svolti sotto l'attenzione di un "curatore" ovvero un amministratore del "gioco", colui che verifica l'effettivo compimento incitando il soggetto a provocarsi ferite autolesive oppure ad organizzare l'incontro con un'altra balena. I curatori scelgono ed inviano tutti i contenuti, dalle musiche ai film, a quanto dovranno tagliarsi etc. I giocatori si tengono in contatto tramite i social media con i messaggi diretti, difficili da tracciare per via dell'istantaneità con la quale vengono mandati ed eliminati automaticamente dal sistema poco dopo averli letti.

L'attività sui social è anche volta all'adescamento di altri individui tramite la pubblicazione di post e hashtag contenenti parole chiave ben definite. I soggetti che il curatore andrà a adescare saranno solitamente minori, con una tendenza alla depressione, visibile tramite i contenuti che postano sui propri profili e a cui mettono "mi piace". Il soggetto avente queste caratteristiche sarà più facile da adescare e da piegare alle volontà del curatore. Se la vittima ad un certo punto dovesse disobbedire ai comandi, l'adescatore provvederà a minacciare personalmente il soggetto di minare l'incolumità propria e dei suoi cari, oppure bullizzerà la vittima creando così uno stato d'animo talmente assorto nella sfida che porterà quest'ultima a non rendersi conto che è in gioco la vita. La vittima è invogliata a partecipare perché, per ogni prova superata si innesca un meccanismo di ricompensa che vede la vittima più sicura di sé stessa con la sensazione di avere abbastanza coraggio per affrontare le prossime sfide. Lo scopo del curatore è quello di ripulire la società dai soggetti più deboli che la appestano, la cosiddetta "spazzatura genetica". [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Età evolutiva e comportamenti disfunzionali; la dimensione suicidaria nei social media

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Informazioni tesi

  Autore: Davide Coppa
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Luca Toschi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 51

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