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CAPITOLO PRIMO: INTRODUZIONE ALLA TESI 
 
In questi ultimi anni stiamo partecipando ad una mutazione del mercato in cui la 
competizione tra le imprese italiane e mondiali in tutte le categorie merceologiche si 
sta facendo sempre più forte: le aziende lanciano nuovi prodotti sul mercato con ritmi 
serrati, spendono ingenti capitali in ricerca e sviluppo e cercano di fidelizzare il 
cliente attirandolo con campagne di marketing di anno in anno sempre più 
aggressive. 
Ovviamente il settore dell’automotive non è da meno, infatti, stiamo assistendo ad 
una corsa frenetica delle varie case produttrici alla costruzione continua di nuovi 
modelli all’avanguardia, di restyling e di automobili sempre più tecnologiche e meno 
inquinanti, rendendo quelle in commercio obsolete dopo pochi anni di vita. 
Nello specifico, questa tesi si focalizza sull’analisi di una strategia di ritorno al 
passato, riferendosi in particolare alle maggiori case automobilistiche europee, per 
rievocare i modelli che hanno fatto la storia e che hanno avuto successo negli anni 
trascorsi. 
Così come Volkswagen ha dato il via libera a questa “moda” grazie al New Beetle, in 
seguito, le altre case hanno iniziato una strategia d’imitazione per potersi creare un 
posto all’interno di questa nicchia mercato. 
BMW, difatti, ha introdotto, pochi anni dopo, il restyling della famosa MINI, e in 
seguito FIAT ha fatto lo stesso con la 500. 
Ora la first mover ha ripreso in mano le redini del mercato grazie ad un nuovo 
modello dello storico Maggiolino. 
Sicuramente la scelta di questa strategia di ritorno agli anni che furono, consistente 
nella progettazione dei modelli che hanno reso le case automobilistiche attuali così 
importanti, è volta a diminuire il rischio d’insuccesso derivante dalla tecnica opposta, 
cioè dall’introduzione nel mercato di design nuovi che sino a quel momento sono 
stati sconosciuti e che possono far correre il rischio di non essere apprezzati 
appieno, e, visti i volumi di vendita, il successo e la fama che queste auto hanno già 
avuto storicamente, il vintage può rivelarsi una tattica vincente. 
Inoltre, tramite questo passo, i player più importanti del settore dell’automotive 
cercano di instaurare un senso di nostalgia nel potenziale acquirente per riportarlo ai 
tempi in cui era giovane ed evocare in lui un senso di benessere con l’obiettivo di 
stimolare positivamente l’acquisto.
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Essendo questo un argomento molto attuale, la scelta di trattare quest’ultimo 
all’interno della presente tesi è stata influenzata da un vasto interesse riguardo al 
mercato automobilistico attuale e non, e, il maggiolino, si è rivelata l’automobile che 
meglio soddisfaceva i requisiti per stuzzicare l’attenzione generale, sia per la sua 
logica riguardante “il presente che s’ispira al passato”, sia per aver rivoluzionato 
nuovamente il mercato dell’auto vintage. 
Inoltre, la letteratura ha scritto molto riguardo al vecchio New Beetle ma, essendo 
quest’ultimo un modello del tutto nuovo, è presente un lack negli studi del settore che 
si cercherà di colmare con questo lavoro. 
Più nello specifico, la tesi inizia a parlare del primo maggiolino realizzato nel secondo 
dopoguerra, modello nato come auto del popolo, accessibile a tutti, fino ad arrivare ai 
giorni nostri quando è stato tramutato in una macchina modaiola, di tendenza e con 
un’indole sportiveggiante. 
Vedremo l’evoluzione di quest’auto che è stata una pietra miliare nella storia 
dell’automobilismo mondiale, cercando di collocare sul mercato quest’ultimo e di 
analizzare il target cui si rivolge. 
Nello specifico, il lavoro si focalizza inizialmente sull’analisi della struttura del 
mercato e sui dati ricavati dalle fonti statistiche per cogliere, in prima battuta, come il 
maggiolino si colloca all’interno dell’arena competitiva, e, tramite una successiva 
ricerca qualitativa, grazie alla quale si vuole indagare i driver di ricerca e le 
caratteristiche che gli intervistati reputano fondamentali in un’auto, accompagnata da 
una quantitativa, ci si pone l’obiettivo di carpire quale sia il livello di apprezzamento 
effettivo di questa autovettura nel target giovanile, pubblico a cui il maggiolino si 
rivolge maggiormente. 
Il secondo step è porsi l’obiettivo di segmentare la clientela sulla base di diversi 
driver per comprendere quale sia il target di riferimento che più si avvicina a 
quest’auto in modo da consigliare la casa automobilistica sulle scelte future per 
renderla competitiva o addirittura superare i concorrenti. 
Avendo VW già provato a irrompere nel mercato con il “New Beetle” nel 1998 e 
senza mai apportare nessuna modifica negli anni, e soprattutto, avendo Volkswagen 
lanciato questa sua nuova auto (Maggiolino 2012) come “late mover” rispetto ai 
concorrenti, la tesi vuole anche capire se questo ritardo comporti uno svantaggio 
competitivo oppure se questa strategia possa essere legittimata da scelte tattiche di 
altro genere.
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Concludendo, in linea generale il lavoro vuole inquadrare le scelte di retro-marketing 
delle case automobilistiche più famose e sviluppare una comparazione per svelare 
quale tra queste sia la più apprezzata all’interno del campione di riferimento, ed 
infine consigliare la casa tedesca riguardo le possibili strade da percorrere nel futuro 
sia per migliorare il prodotto, sia per essere più apprezzata dalla clientela potenziale, 
basandosi sui trend attuali del mercato ed ipotizzando lo scenario evolutivo più 
probabile.
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CAPITOLO SECONDO: IL MAGGIOLINO: LA STORIA 
 
Il maggiolino nasce durante il secondo dopoguerra, progettato come l'auto del popolo 
(da qui il nome Volkswagen), ma in realtà quest'auto è stata ideata durante il dominio 
del dittatore Adolf Hitler prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. 
Quest’autovettura era stata pensata per essere accessibile alla classe media, cosa 
impensabile per l'epoca, e progettata per essere in 
grado di soddisfare anche esigenze militari. 
Infatti, i primi prototipi (1 cabrio e 2 berline), lanciati 
nel 1936, erano capaci di trasportare 3 soldati con un 
arma di riserva al seguito oppure 2 adulti e 3 bambini, 
superavano la velocità di 100 km/h e consumavano 
circa 7 litri ogni 100 km e cosa più importante: 
costavano meno di 1000 franchi.  
I progettisti incaricati della loro realizzazione furono 
Ferdinand Porsche e Jakob Werlin della Mercedes 
Benz. 
Questa era una macchina a dir poco fuori dal comune; era piccola, aveva il motore 
posteriore raffreddato ad aria e la maschera frontale sembrava avere due occhi, a 
causa dei due grossi anabbaglianti e molta gente diceva: “Guarda, sembra un 
maggiolino!”
1
 
Nel 1937 erano già disponibili oltre trenta diversi modelli di prova e la produzione del 
modello ufficiale iniziò l'anno dopo in una cittadina chiamata Wolfsburg, creata 
appositamente per ospitare lo stabilimento produttivo della VW. 
Oltre ad essere rivoluzionaria grazie alla sua meccanica e ad un prezzo di 990 
marchi, la VW aveva ideato un sistema di rateizzazione dilazionato in 4 anni che 
permetteva alla popolazione tedesca di risparmiare 5 marchi al giorno. 
Quest’ultimo risultò di grande successo giacché il programma registrò un’adesione di 
ben 337.000 persone. 
Il piano di accantonamento prevedeva l'inizio anticipato del pagamento settimanale 
grazie al quale si riceveva il diritto di acquistare un’auto familiare, in modo da 
permettere alla casa produttrice di evadere, con i soldi anticipati, l'enorme quantità di 
ordini richiesti dalla popolazione. 
	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
   	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
   	
  
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   Wrigth D.K. (2002), The story of the Volkswagen Beetles. Cap. The Beetle is Born p.4 	
  
Immagine 1 (Primo protoripo 
WV30) 
Fonte: 
maboiteaimages.skynetblogs.be
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Inizialmente, la produzione del Maggiolino non generava alcun ritorno all'industria 
privata e tramite questo sistema, fu possibile porre fine ad un problema di difficile 
risoluzione: soddisfare tutti gli ordini ricevuti. 
Questa macchina era talmente rivoluzionaria, con una carrozzeria di acciaio, un 
motore da 24 cv e 985 cc, che Il Fürer la battezzo come "forza attraverso la gioia", 
nome dell'organizzazione per il tempo libero.  
La seconda guerra mondiale bloccò lo sviluppo del 
maggiolino ma non la sua produzione, poiché fu tramutato 
nell'auto militare per eccellenza, grazie alla sua velocità, 
leggerezza e felicità di riparazione, difatti, furono realizzate 
due nuove versioni ad hoc: una anfibia e una alimentata 
dai gas prodotti dai Carboni di legna per contrastare la 
scarsezza di benzina. 
La produzione per uso civile fu ripresa nel 1945 nello 
stabilimento di Wolfsburg ormai semi distrutto dalla guerra, 
grazie alla volontà dell’ufficiale inglese Hirst a prendere in mano le redini dello 
stabilimento per continuare la produzione di auto belliche per l'esercito britannico. 
Questa idea fu approvata immediatamente dal governo britannico a patto che fosse 
utilizzata solo manodopera già esistente come prigionieri Francesi, Polacchi e Russi 
oltre ai deportati Italiani e Francesi. 
Al termine della ricostruzione, Hirst scelse Nordoff come persona ideale per prendere 
in mano le sorti della VW. 
Egli subentrò nel 1948 portando l'azienda a vendere 50.000 esemplari in un anno 
con un tasso di crescita strabiliante; livello che si arrestò solo negli anni '70.  
Infatti, Nordoff condusse l'azienda al successo di cui gode tuttora, vendendo in quegli 
anni 4 milioni di “Beetle” in tutto il mondo. 
Nel frattempo Ferdinand Porsche fu accusato di aver commesso crimini di Guerra da 
Pierre Peugeot, ma sfortunatamente, quando fu scagionato e gli fu permesso di 
ritornare in Germania, morì e non seppe mai il successo derivante dal “suo” 
maggiolino e lasciò le redini della sua azienda appena fondata al figlio Ferry 
Porsche. 
Finalmente, dal 1951, cominciarono le esportazioni in altri paesi come Svizzera, 
Olanda e Stati Uniti, e, in concomitanza con quest’avvenimento, furono fondate le 
Immagine 2 (Maggiolino 
camionetta militare) 
Fonte: utenti.multimania.it
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prime sedi della Volkswagen oltreoceano, in particolare in Brasile, Messico e negli 
Stati Uniti. 
Negli USA il Beetle ebbe tempi più difficili rispetto alle altre parti del mondo. 
Difatti, era vista come un’auto lenta e con interni molto piccoli dato che il guidatore 
era seduto a pochi centimetri dal parabrezza. 
“Il maggiolino aveva i suoi difetti ma i suoi proprietari amavano il loro “bug”, 
soprattutto dopo che un guidatore raccontò di essere caduto in un fiume con la sua 
macchina e scoprì che poteva galleggiare
2
”, caratteristica anche se superflua, 
rendeva quest’auto unica.  
A causa della quantità di automobili vendute, chi voleva ordinare un Maggiolino in 
America doveva aspettare fino a sei mesi. 
Dunque, la casa automobilistica decise, nel 1958, di eseguire la prima modifica 
sostanziale rivolgendosi a Sergio Pininfarina, ma, vista la perfezione del precedente 
modello, il designer consigliò a VW semplicemente di aumentare la dimensione del 
lunotto posteriore e degli altri finestrini in modo da garantire una miglior visibilità e di 
introdurre gli pneumatici privi di camera d’aria, ma il look esterno rimase totalmente 
invariato. 
Per assistere a un cambiamento radicale bisogna 
aspettare il 1967 quando i fari furono sostituiti con 
un modello rotondo e verticale, gli indicatori di 
direzione furono ingranditi, i paraurti furono ampliati 
e l’impianto elettrico maggiorato. 
Da quest’anno molta gente cominciò a gareggiare 
con il proprio maggiolino, auto perfetta per questo 
scopo, data la grandissima quantità di pezzi 
venduta, trovare ricambi non era mai stato così 
facile ed economico per nessun’altra auto.  
Ovviamente queste auto erano totalmente modificate: il motore e le sospensioni 
erano originali, ma la carrozzeria e il telaio erano alleggeriti. 
	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
   	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
   	
  
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   Wrigth D.K. (2002), The story of the Volkswagen Beetles. Cap. Fun with the bug p.8 	
  
	
  
Immagine 3 (Maggiolino formula Vees) 
Fonte: civiltascomparse.wordpress.com
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La novità più importante risale invece agli 
anni ’70, quando la casa automobilista 
tedesca, volendo modificare la meccanica 
dell’auto, introdusse nel mercato il 
cosiddetto modello 1302, in versione sia 
berlina sia cabriolet.  
Quest’ultimo, conosciuto più 
comunemente come “Maggiolone”, aveva 
la stessa estetica del Maggiolino, solo 
che, a causa degli ammortizzatori che sostituivano le molle, presentava un avantreno 
più ingombrante rispetto al secondo ed era stato allestito con motori più potenti che 
arrivavano fino a 1600 cm 
3
 di cilindrata rispetto al 1300 cm
3
 del Maggiolino. 
Sfortunatamente, nonostante i numerosi tentativi di “restyling” di quest’ultimo, questo 
modello rimase in commercio solo fino al 1980. 
Sorte del tutto diversa toccò al Maggiolino, che riuscì ad essere sempre al passo con 
i tempi, dato che, fu il primo modello di auto al mondo ad adottare gli pneumatici 
“tubeless”, il tettuccio in PVC idrorepellente e la verniciatura acrilica. 
Infatti, la VW in quegli anni sopravviveva solo grazie al Maggiolino, nonostante la 
fusione con Audi e NSU che le permise di realizzare modelli come la K 70 che 
sfortunatamente non ebbero mai il successo sperato. 
Per fronteggiare questa crisi tremenda, la casa produttrice decise di progettare 
un’auto che fosse in grado di porsi come erede del Maggiolino affidandosi a 
Giugiaro, e fu così che ispirandosi alla Fiat 127 nacque la Golf. 
Per lasciare spazio alla nuova arrivata, la 
produzione del Maggiolino fu spostata a Emden, 
sempre in Germania, e rimase ordinabile in tutto il 
mondo fino al 2003 terminando la sua carriera con 
ben 65 anni di servizio e 21 milioni di modelli 
venduti. 
Nel 1998, sulla base della Golf IV serie fu lanciata 
la “New Beetle”, totalmente diversa da quella 
precedente per target e stile, visto che fu progettata come auto Snob e modaiola, 
specialmente nella versione cabrio e che sfortunatamente non ha mai eguagliato le 
vendite di quella originale.  
Immagine 4 (Maggiolino 1302) 
Fonte: imcdb.org 
Immagine 5 (Maggiolino del 1998) 
Fonte: tuttomotoriweb.com