4 
 
Introduzione 
Negli ultimi 20 anni l'industria del calcio europeo ha conosciuto una fase di progresso continuo che 
ancora oggi avanza inarrestabile. Il calcio è diventato un fenomeno di proporzioni mondiali, le 
entrate sono cresciute in modo esponenziale e le partite sono diventate importanti eventi sportivi e 
commerciali. I nuovi investimenti, i contratti di sponsorizzazione e i prezzi pagati per gli ingaggi e 
gli acquisti dei calciatori hanno raggiunto cifre impossibili da immaginare fino a pochi decenni fa, 
contribuendo a delineare un quadro così affascinante e attraente per i tifosi e gli addetti ai lavori, ma 
anche preoccupante per le autorità. La realtà delle società di calcio professionistiche si è evoluta di 
pari passo con la disciplina normativa che regola la loro speciale attività, con l’istituzione di 
regolamenti sempre più stringenti e severi necessari per tutelare un settore sempre più rilevante dal 
punto di vista sociale ed economico. In un simile contesto, è senz’altro importante cercare di 
comprendere come le società di calcio sono tenute a valutare contabilmente il loro asset strategico 
più importante, rappresentato dai diritti allo sfruttamento delle prestazioni sportive dei calciatori 
della propria squadra. Infatti, la voce contabile “diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei 
calciatori” è l’elemento che ha maggiore peso nell’attivo di bilancio di una società di calcio, e 
assume una rilevanza notevole nelle valutazioni dei club più ricchi nel calcio dei nostri giorni. 
Come è noto, le società di calcio professionistiche europee svolgono la loro attività e predispongono 
la propria informativa di bilancio sulla base della disciplina contenuta nel regolamento UEFA Club 
Licensing and Financial Fair Play Regulations, emanato appunto dalla massima autorità del calcio 
continentale. Il regolamento UEFA deve essere obbligatoriamente applicato dalle società calcistiche 
iscritte nei massimi campionati organizzati dalle federazioni nazionali europee, e costituisce 
requisito necessario per poter partecipare alle competizioni internazionali UEFA, obbiettivo 
primario dei principali club del vecchio continente. Il regolamento disciplina ogni aspetto 
dell’attività tipica dei club, compresa la gestione economico-finanziaria, e detta le regole di base per 
la predisposizione del bilancio d’esercizio delle società calcistiche. I club interessati, quindi, devono 
osservare e rispettare una serie di criteri e requisiti contabili fissati dal regolamento, con particolare 
attenzione dedicata alla valutazione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori. Questa voce di 
bilancio viene considerata come un’attività immateriale, e deve essere contabilizzata secondo le 
regole previste per tale tipologia di attività. Secondo il UEFA Club Licensing, i diritti pluriennali 
alle prestazioni dei calciatori devono essere valutati inizialmente secondo il criterio del “costo”, e 
ammortizzati lungo la loro vita utile pari alla durata del contratto stipulato tra il club e il giocatore. 
Inoltre, devono essere sottoposti annualmente a impairment test per l’identificazione di eventuali 
perdite di valore e quindi eventualmente svalutati. Un impairment test viene eseguito per valutare se 
un elemento dell’attivo patrimoniale è iscritto in bilancio ad un valore effettivamente recuperabile. 
Il valore contabile di un’attività deve essere ridotto se in seguito all’impairment risulta che 
l’elemento patrimoniale considerato presenta un valore effettivo inferiore. In questo senso, il 
regolamento UEFA è dichiaratamente ispirato ai principi contabili internazionali IAS/IFRS e, in 
modo particolare, allo IAS 38 in tema di valutazione delle attività immateriali e allo IAS 36 per 
quanto riguarda il trattamento contabile delle perdite per riduzione di valore delle attività. Dunque, 
sebbene le società calcistiche europee tenute ad applicare i principi contabili internazionali 
rappresentino una minoranza, è importante tenere in considerazione il fatto che la disciplina 
generale che detta le norme contabili e di redazione del bilancio nel settore calcistico sia stata scritta 
sulla base dei principi IAS/IFRS. L’obiettivo di questo lavoro, quindi, è innanzitutto quello di 
capire come le società di calcio professionistiche valutano contabilmente il loro asset strategico più 
importante. Più specificamente, si vuole comprendere come devono essere applicate le norme che 
impongono l’esecuzione periodica dell’impairment test per queste attività immateriali, così 
particolari da richiedere un’opportuna interpretazione dei principi contabili di riferimento che si è 
tradotta nella stesura di uno specifico corpo normativo aggiuntivo dedicato alla loro trattazione. Il 
tema assume notevole importanza nelle valutazioni di bilancio delle maggiori società calcistiche
5 
 
internazionali. Per la realizzazione di questo studio è stato selezionato un campione costituito da 12 
società calcistiche europee quotate in borsa e che partecipano ai principali campionati nazionali 
europei, individuate tra i 24 club europei attualmente presenti nei mercati finanziari. Le società 
analizzate sono: Ajax, Benfica, Borussia Dortmund, Celtic, Juventus, Lazio, Lione, Manchester 
United, Porto, Rangers, Roma, Sporting Lisbona. Nell’individuazione del perimetro di analisi, non 
sono state prese in considerazione le società appartenenti alle federazioni nazionali ritenute di 
minore interesse da un punto di vista sportivo. La scelta dei club elencati non è casuale, ed è 
motivata dal fatto che la natura di tali società implica l’obbligo e la necessità di fornire un elevato 
livello di informativa di bilancio, in considerazione della portata dei soggetti interessati alle loro 
vicende economiche e finanziarie. Una società di calcio quotata in borsa deve redigere un bilancio 
che è destinato principalmente agli investitori attuali e potenziali, e in questa prospettiva appare 
chiara l’importanza di valutare nel modo più opportuno la voce contabile che assume il maggior 
peso nell’attivo patrimoniale di un’impresa calcistica. Alla luce delle considerazioni sopra esposte, 
si ritiene che, per poter comprendere meglio il significato contabile della voce “diritti pluriennali 
alle prestazioni sportive dei calciatori”, si rende necessario sviluppare un’ampia trattazione non solo 
della disciplina dettata dalla UEFA, ma anche dei principi contabili internazionali IAS/IFRS 
considerati. L’elaborato, in questo modo, mira ad illustrare come tali principi contabili sono 
applicati nel mondo delle imprese calcistiche. Dunque, la tesi è articolata in sei capitoli più una 
parte conclusiva. Il primo capitolo introduce i principi contabili internazionali e la disciplina sulla 
redazione del bilancio d’esercizio in ambito IAS/IFRS, mentre il secondo e il terzo capitolo offrono 
un approfondimento sui due già citati principi contabili specifici, lo IAS 38 “Attività immateriali” e 
lo IAS 36 “Riduzione di valore delle attività”. Il quarto capitolo, invece, descrive il bilancio delle 
società di calcio professionistiche, nelle sue caratteristiche peculiari, e illustra la disciplina 
normativa di riferimento per le società oggetto dello studio, contenuta nel regolamento UEFA Club 
Licensing. Il quinto capitolo presenta un approfondimento teorico sul tema dei diritti alle 
prestazioni sportive dei calciatori, con una revisione della letteratura disponibile e un 
approfondimento tecnico-pratico sulla valutazione contabile di tali attività in base al quadro 
normativo di riferimento per il settore. Il sesto capitolo, infine, si propone di investigare 
sull’applicazione delle norme che regolano e impongono l’esecuzione dell’impairment test per i 
diritti alle prestazioni dei calciatori nella realtà operativa delle società di calcio professionistiche. La 
lettura e l’analisi delle più recenti relazioni finanziarie pubblicate dalle società studiate ha 
consentito di trarre delle opportune considerazioni finali espresse sulla base delle evidenze 
applicative ottenute, esposte nella parte conclusiva dell’elaborato.
11 
 
1.2 Applicazione dei principi contabili internazionali nell'Unione Europea 
L'introduzione dei principi contabili internazionali all'interno del quadro normativo europeo ha 
seguito un lungo percorso intrapreso dalla CEE
11
 col processo di armonizzazione contabile che ha 
interessato i paesi membri, a partire dall'emanazione della IV Direttiva nel 25 luglio 1978
12
. Il 
desiderio di dare vita a un solido sistema economico, capace di garantire prosperità ai Paesi aderenti 
e dimostrarsi competitivo a livello mondiale, ha portato la CEE ad ideare una serie di interventi 
mirati ispirati dall’esigenza di maggiori qualità, trasparenza e comparabilità delle informazioni 
economiche-finanziarie prodotte dalle imprese e di una migliore comparazione dei bilanci delle 
società europee. La IV Direttiva CEE è stata in seguito rivista dalla successiva VII direttiva del 13 
giugno 1983. Questa aveva il preciso obbiettivo di regolare l’armonizzazione a livello contabile del 
bilancio dei gruppi societari, prevedendo l’obbligo di redigere il consolidato in tutti i Paesi membri. 
Le direttive sono norme sovranazionali che necessitano di essere recepite negli ordinamenti 
nazionali dei diversi Paesi membri dell'Unione Europea (allora CEE), e che presentano al loro 
interno una serie di opzioni di scelta che i governi locali sono tenuti ad esercitare per applicare la 
normativa. Il percorso di armonizzazione contabile perseguiva il fine di creare un sistema contabile 
comune tra gli Stati europei, ma l'adeguamento di questi ultimi ha reso necessario includere 
un'eccessiva presenza di opzioni riguardanti la rappresentazione dei valori in bilancio e dei criteri di 
valutazione delle poste. Questo avrebbe dovuto agevolare l'introduzione delle direttive nelle 
legislazioni nazionali, ed ha comportato, invece, lunghe tempistiche di recepimento e interpretazioni 
sensibilmente differenti su alcuni principi contabili da parte dei Paesi membri
13
. I forti cambiamenti 
                                                             
10
 Cfr. Dezzani F., Biancone P. P., Busso D., IAS/IFRS, IPSOA, ediz. I, 2010, pag. 19. 
11
 La CEE, fondata con i trattati di Roma del 25 marzo 1957 (siglati da Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi), costituisce la 
prima forma di organizzazione economica sovranazionale in Europa. Nel corso degli anni sono aumentati i Paesi membri e la loro integrazione. Ciò 
ha portato ad una graduale evoluzione che, il 7 febbraio 1992 con il Trattato di Maastricht, ha dato vita all’attuale Unione Europea a cui aderiscono 
oggi 27 Paesi. 
12
 IV direttiva del Consiglio del 25 luglio 1978 basata sull’articolo 54, paragrafo 3, lettera g), del trattato e relativa ai conti annuali di taluni tipi di 
società (78/660/CEE). Pubblicata sulla GU n. L 222 del 14 agosto 1978, pag. 11. 
13
 L ’Italia, con i suoi 13 anni per il recepimento della VII direttiva comunitaria, è uno dei casi più esemplari. Essa infatti ha avuto attuazione in Italia 
con Il D. Lgs 127/1991.
12 
 
che hanno interessato lo scenario internazionale nei decenni successivi, in particolare nel corso 
degli anni '90, con la rapida evoluzione tecnologica e conseguentemente dello scenario finanziario e 
dei mercati, ha portato l'Unione Europea a rivedere la propria strategia. Con la Comunicazione n. 
508 del 14 novembre del 1995, l'UE riconosce l'esigenza di implementare un quadro normativo 
contabile uniforme, abbandonando così il progetto di armonizzazione contabile europea in favore 
dell'adozione di principi contabili internazionali. Le imprese europee in espansione avevano la 
necessità di operare e reperire capitali al di fuori del proprio Paese, e quindi di avere la possibilità di 
negoziare i propri valori mobiliari sui mercati internazionali. Tali imprese lamentavano 
l'insostenibilità dei costi e la complessità dovute alla predisposizione di due diverse serie di conti e 
dell'informativa economico-finanziaria necessaria per l'ammissione alla quotazione dei Paesi 
extraeuropei. La comunicazione 508/95 CEE si inserisce in questo contesto, e gli obbiettivi 
perseguiti dall'UE che il documento esprime, sono riassumibili nei seguenti punti: 
a) eliminazione del divario esistente tra prescrizioni della normativa comunitaria e le esigenze dei 
mercati internazionali; 
b) proseguimento dell’attività finalizzata al miglioramento della comparabilità dei conti; 
c) partecipazione dell’UE al dibattito internazionale sull’armonizzazione contabile; 
d) costituzione di un organismo europeo di normalizzazione contabile con compiti di accertamento 
della comparabilità dei principi contabili internazionali con le direttive comunitarie. 
Si passò in questo modo da un concetto di “armonizzazione” a quello di “standardizzazione”, 
ovvero di omologazione, e seguì un grande dibattito in merito alle regole contabili che l'Unione 
Europea avrebbe dovuto individuare per la redazione del bilancio delle imprese sopra citate. Le 
alternative di scelta in questo senso, erano date dalla possibile realizzazione di un corpo di principi 
contabili europei, e l'utilizzo di principi contabili già esistenti, e in quest'ultimo caso, le due opzioni 
erano i principi contabili internazionali IAS e i principi contabili statunitensi, questi ultimi accettati 
dalle maggiori borse nel mondo. Fino a quel momento, nell'ambito delle grandi imprese europee 
operanti a livello internazionale, sia i principi emanati dallo IASC sia quelli emanati dal FASB, 
erano riconosciuti e già ampiamente utilizzati. La scelta dell'UE è ricaduta sull'adozione dei principi 
contabili internazionali, in quanto gli US GAAP
14
 erano ritenuti non idonei in quanto redatti sulla 
base della specifica realtà del contesto americano, oltre che caratterizzati da uno standard 
qualitativo giudicato inferiore rispetto agli IAS. Tale decisione venne motivata dall'UE tramite la 
Comunicazione 232 del 99, che garantiva una preventiva verifica della compatibilità di tali principi 
con le finalità espresse dalle direttive comunitarie IV e VII. Il processo di adozione dei principi 
contabili internazionali in Europa prese ufficialmente avvio tramite il Consiglio Europeo di Lisbona 
del 23 e 24 marzo 2000
15
, che invita la Commissione a prendere misure per migliorare la 
comparabilità dell'informativa pubblicata dalle aziende quotate. L'iniziativa si concretizza con la 
Comunicazione n. 359 del 13 giugno 2000, che pianifica il nuovo percorso di armonizzazione 
contabile in Europa, annunciando l'introduzione, entro il 2005, dell'obbligo per le società quotate 
nei mercati regolamentati dell'UE di redigere i loro bilanci consolidati in conformità agli IAS. Con 
la pubblicazione del Regolamento n. 1606 del 2002
16
, l'Unione Europea ha dunque imposto alle 
                                                             
14
 Negli Stati Uniti la contabilità delle imprese è retta dai Generally accepted accounting principles (Gaap). L’enfasi è sul general, nel senso che questi 
“principi contabili generalmente accettati” stabiliscono solo linee-guida generali, e possono essere applicati in maniere diverse, tutte formalmente 
corrette. 
15
 Consiglio Europeo di Lisbona 23 e 24 marzo 2000: Conclusioni della presidenza, I) Occupazione, Riforme economiche e coesione sociale, 2) 
Predisporre il passaggio a un’economia competitiva, dinamica e basata sulla conoscenza. 
16
 GU della Comunità Europea (11/09/2002), Regolamento (CE) N. 1606/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 19 
luglio 2002 relativo all’applicazione dei principi contabili internazionali.
13 
 
società quotate l'adozione dei principi contabili internazionali nella redazione del bilancio 
consolidato, lasciando la facoltà agli stati membri di estendere l'obbligo o permettere che gli stessi 
principi fossero utilizzati anche nel bilancio d'esercizio delle società quotate e nei bilanci d'esercizio 
e consolidati delle altre società (non quotate). Il Regolamento, si applica dagli esercizi che hanno 
avuto inizio il 1° gennaio del 2005, e di conseguenza i primi bilanci IAS/IFRS in Europa sono stati 
pubblicati nella primavera del 2006. L'adozione dei principi IAS/IFRS da parte dell'UE, ha 
impegnato quest'ultima nell'ideazione di una particolare metodologia di omologazione dei principi 
contabili
17
. A tal fine, per quanto riguarda l’omologazione regolamentare è stato istituito il Comitato 
di regolamentazione contabile o ARC (Accounting Regulatory Committee), che coinvolge i 
rappresentanti di tutti gli Stati membri, e ha il compito di fornire pareri sull’opportunità o meno che 
l’UE adotti uno specifico principio contabile IAS/IFRS. Mentre per quanto concerne la procedura di 
omologazione contabile, l'UE ha fondato il Comitato tecnico di contabilità, avente natura 
prevalentemente consultiva in merito all'adozione degli IAS/IFRS. Fondamentale per quest’ultimo 
punto è stata la creazione nel giugno del 2001 dell’EFRAG (European Financial Reporting 
Advisory Group), un'organizzazione privata sostenuta dagli standard setter nazionali, associazioni 
di categoria e di regolamentazione dei mercati borsistici e altri. I principali compiti dell'EFRAG 
sono: 
a) effettuare la valutazione tecnica degli IFRS e degli IFRIC. 
b) presentare proposte di variazione alle direttive contabili UE, al fine di modificare la normativa 
comunitaria ed evitare divergenze con gli IFRS. 
Con la pubblicazione, nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 29 settembre 2003, del 
Regolamento CE n. 1725/2003, vengono finalmente approvati i principi contabili internazionali. I 
principi elencati dal Regolamento erano 32 e coincidevano con la totalità dei principi fino ad allora 
emanati dallo IASB26, ad esclusione degli IAS 32 “Financial Instruments. Disclosure and 
Presentation” e IAS 39 “Financial Instruments. Recognition and Measurement”
18
. La successiva 
Direttiva CE n. 51 del 18 giugno 2003
19
, nota come “Direttiva di modernizzazione”, ha introdotto 
diverse novità funzionali al processo di convergenza verso la normativa contabile internazionale. Le 
principali modifiche introdotte dalla direttiva sono: 
a) l’integrazione dei principi generali di redazione del bilancio di esercizio, con il principio di 
prevalenza della sostanza sulla forma; 
b) modifiche ai prospetti di bilancio per quanto attiene alla forma e al contenuto: oltre allo Stato 
Patrimoniale, Conto Economico e Nota Integrativa si aggiungono, in base allo IAS 1 (Presentazione 
del bilancio), e il Rendiconto Finanziario; 
c) modifiche relative ai criteri particolari di valutazione; 
d) modifiche relative alla relazione sulla gestione e al controllo legale dei conti. 
Il fine di queste modifiche era quello di completare la fase di preparazione all’applicazione dei 
                                                             
17
 L ’applicazione dei principi contabili internazionali all’interno del contesto europeo è stata subordinata a una verifica di compatibilità con le direttive 
contabili europee: tecnicamente si dice che i principi contabili internazionali sono sottoposti a un processo di omologazione (endorsement process). 
18
 Saranno comunque entrambi applicati, IAS 32 e IAS 39, con il Regolamento CE n. 1126/2008 della Commissione del 3 novembre 2008. 
19
 GU dell’Unione europea (17/07/2003), Direttiva n. 2003/51/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2003 che modifica le 
direttive 78/660/CEE, 83/349/CEE, 86/365/CEE e 91/674/CEE relative ai conti annuali e ai consolidati di taluni tipi di società, delle banche e altre 
istituzioni finanziarie e delle imprese di assicurazione.
14 
 
principi contabili internazionali IAS/IFRS, il quale avrebbe garantito per il bilancio d'esercizio la 
capacità di offrire “un quadro fedele della posizione finanziaria e delle prestazioni di un’impresa”, 
come evidenziato nel punto 4 della Direttiva. Tuttavia, la completa applicazione del corpo dei 
principi contabili internazionali nel territorio europeo risulterà difficoltosa, in particolare in merito 
all'adozione del criterio del fair value, in quanto tale criterio è spesso ritenuto incompatibile coi 
principi dettati dal quadro contabile di riferimento delle singole realtà nazionali. L'applicazione 
degli IAS/IFRS in Italia è disciplinata dal D.Lgs. n. 38/2005, il quale ne dispone l'obbligo di 
utilizzo nella redazione del bilancio consolidato e nel bilancio d'esercizio per: 
a) società quotate in mercati regolamentati nell'UE; 
b) società aventi strumenti finanziari diffusi presso il pubblico; 
c) banche e intermediari finanziari; 
d) imprese di assicurazione
20
; 
Sempre il D.Lgs. n. 38/2005 dispone la facoltà di utilizzo degli IAS/IFRS per il bilancio consolidato 
per: 
e) imprese incluse in un consolidato redatto dalle imprese da a) a d); 
f) imprese che redigono il consolidato diverse da quelle da a) ad e), con facoltà di utilizzo per il 
bilancio di esercizio solo se si utilizzano gli IAS/IFRS per il consolidato; 
Si ha inoltre facoltà di utilizzo degli IAS/IFRS per la redazione del bilancio d'esercizio per le 
società diverse dalle precedenti. Il legislatore italiano inoltre, esclude dall'ambito di utilizzo degli 
IAS/IFRS le imprese che possono redigere il bilancio d'esercizio in forma abbreviata. In merito 
all'applicazione dei principi contabili internazionali, la situazione nei restanti stati membri dell'UE 
può essere riassunta dalle seguenti tabelle. 
Per quanto riguarda le società quotate: 
 Bilancio d'esercizio Bilancio consolidato 
IAS/IFRS obbligatori per le 
quotate 
Danimarca, Grecia, Repubblica 
Ceca, Estonia, Lituania, Malta, 
Slovacchia, Slovenia 
UE 
IAS/IFRS facoltativi per le 
quotate 
Finlandia, Germania, Irlanda, 
Lussemburgo, Paesi Bassi, 
Portogallo, Regno Unito, 
Norvegia, Islanda, Lichtenstein, 
Polonia 
Nessuno 
                                                             
20
 Per tali imprese l'obbligo per il bilancio d'esercizio si ha solo se sono quotate e non redigono il bilancio consolidato; negli altri casi vi è il divieto di 
utilizzare gli IAS/IFRS per il bilancio d'esercizio.
15 
 
IAS/IFRS vietati per le quotate Austria, Francia, Spagna, 
Svezia, Ungheria, Lettonia 
Nessuno 
 
Mentre per quanto concerne le società non quotate nell'UE, la situazione è la seguente: 
 Bilancio d'esercizio Bilancio consolidato 
IAS/IFRS obbligatori per non le 
quotate 
Estonia(*), Lettonia(*), 
Lituania(*), Malta, Slovenia(*) 
Germania(**), Lettonia, 
Lituania, Malta, Portogallo(*), 
Estonia(*), Lettonia(*), 
Lituania(*), Malta, Polonia(*), 
Slovacchia, Slovenia(*) 
IAS/IFRS facoltativi per le non 
quotate 
Danimarca, Finlandia, 
Germania, Grecia, Irlanda, 
Lussemburgo, Paesi Bassi, 
Portogallo, Regno Unito, 
Norvegia, Islanda, Lichtenstein, 
Estonia, Polonia, Slovenia 
Tutti tranne Lettonia, Lituania e 
Malta 
IAS/IFRS vietati per le non 
quotate 
Austria, Francia, Spagna, 
Svezia, Repubblica Ceca, 
Ungheria, Slovacchia 
Nessuno 
(*) solo per banche e istituzioni finanziarie. 
(**) solo per le società che richiedono l'ammissione alle quotazioni in borsa. 
1.3 Il bilancio d'esercizio secondo gli IAS/IFRS 
Il principio contabile internazionale IAS 1
21
 ha la finalità di definire i criteri per la presentazione di 
tutti i bilanci redatti per scopi di carattere generale, preparati secondo gli International Financial 
Reporting Standards (IFRS)
22
. Lo IAS 1 definisce quindi le regole di base per la presentazione del 
bilancio, le componenti del bilancio e i requisiti minimi per il contenuto dei prospetti che lo 
compongono. Il principio è applicato da tutti i tipi di entità per l'informativa contabile annuale, sia 
per il bilancio d'esercizio di una singola entità, sia per il bilancio consolidato di un gruppo
23
. 
Secondo quanto definito dallo IAS 1, l'obbiettivo del bilancio è di fornire informazioni strutturate 
sulla situazione patrimoniale e finanziaria, sul risultato economico e sui flussi finanziari di 
un'entità
24
. Le informazioni presentate nel bilancio devono essere utili per l'utilizzatore, e devono 
cioè essere in grado di consentirgli di prendere decisioni economiche consapevoli, e per questo 
devono essere caratterizzate da una qualità adeguatamente elevata. L'informazione, inoltre, deve 
essere attendibile in modo tale che: 
                                                             
21
 International Accounting Standard Board, IAS 1, 2018. 
22
 International Accounting Standard Board, IAS 1, 2018, par. 2. 
23
 Per le informazioni contabili infrannuali si deve fare riferimento allo IAS 34. 
24
 International Accounting Standard Board, IAS 1, 2018, par. 7.