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Il cibo nei racconti per l'infanzia

Disturbi alimentari e cibo nella letteratura per l’infanzia

Quante volte ci si lamenta delle abitudini alimentari dei bambini: mangiano poco o troppo, rifiutano le verdure e arricciano il naso davanti alla bistecca, mentre prediligono le merendine e le bevande zuccherate. Anche i dati al riguardo confermano che la dieta dei piccoli italiani è spesso squilibrata: si registra un eccesso di proteine, soprattutto di origine animale, di grassi, derivati principalmente dai salumi e di zuccheri a rapido assorbimento, a discapito di fibra, calcio e ferro, che risultano, di conseguenza, carenti. Considerato lo stretto legame tra alimentazione e salute è necessario favorire, fin dalla tenera età, un’alimentazione sana ed equilibrata anche attraverso specifici interventi educativi. Un punto di partenza, utile agli insegnanti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria per introdurre un progetto di educazione alimentare, può essere l’utilizzo di uno strumento molto vicino alla realtà dei bambini: la fiaba. Storie e racconti, da quelle classiche come Hansel e Gretel, a quelle più recenti di Rodari e Piumini, forniscono spunti per attività di lettura, drammatizzazione, gioco, esplorazione di cibi e sapori, con un approccio che, partendo dalla loro esperienza quotidiana, coinvolge direttamente i bambini. Attraverso la fiaba il bambino ha la possibilità di elaborare delle fantasie che gli consentiranno di affrontare il proprio mondo interiore. Molte paure, tipiche dell’infan- zia, possono essere superate attraverso la lettura delle fiabe, permettendo al bambino di sedare l’ansia. Come già affermato in precedenza, sono molte le fiabe classiche che mettono in evidenza il linguaggio del cibo. In queste occasioni esso spesso è motivo di incidenti e punizioni, oppure, al contrario, di feste, convivialità, premi, strumento magico che risolve situazioni problematiche complesse. Nei racconti moderni invece possiamo ritrovare situazioni analoghe a quelle vissute dai bambini stessiUn punto di partenza, utile agli insegnanti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria per introdurre un progetto di educazione alimentare, può essere l’utilizzo di uno strumento molto vicino alla realtà dei bambini: la fiaba. Storie e racconti, da quelle classiche come Hansel e Gretel, a quelle più recenti di Rodari e Piumini, forniscono spunti per attività di lettura, drammatizzazione, gioco, esplorazione di cibi e sapori, con un approccio che, partendo dalla loro esperienza quotidiana, coinvolge direttamente i bambini. Attraverso la fiaba il bambino ha la possibilità di elaborare delle fantasie che gli consentiranno di affrontare il proprio mondo interiore. Molte paure, tipiche dell’infanzia, possono essere superate attraverso la lettura delle fiabe, permettendo al bambino di sedare l’ansia. Come già affermato in precedenza, sono molte le fiabe classiche che mettono in evidenza il linguaggio del cibo. In queste occasioni esso spesso è motivo di incidenti e punizioni, oppure, al contrario, di feste, convivialità, premi, strumento magico che risolve situazioni problematiche complesse. Nei racconti moderni invece possiamo ritrovare situazioni analoghe a quelle vissute dai bambini stessi. Il cibo può, quindi, essere coinvolto in una manifestazione di amicizia: un racconto di Bertelle e Giraldo ha come protagonista Anna, una bambina alla quale non piacciono i cavoletti, ma che per amicizia nei confronti di una compagna, Marta, che non mangia nulla, decide di darle il buon esempio, iniziando a mangiare tutte le verdure. In breve tempo Marta e Anna diventano amiche e imparano a mangiare anche i cavolettigia nulla, decide di darle il buon esempio, iniziando a mangiare tutte le verdure. In breve tempo Marta e Anna diventano amiche e imparano a mangiare anche i cavoletti.

Le modalità con cui vengono presentati i racconti permettono di discutere e confrontare le situazioni con gli stessi bambini. Siamo di fronte a testi diversi, fiabe, filastrocche, racconti, dove il cibo e il mangiare vengono considerati non solo in rapporto all’alimentazione, ma in particolare come espressione di immagini, sogni, tabù, scelte e valori. In alcuni casi i protagonisti possono essere animali, generalmente molto amati dai bambini, e con i quali risulta naturale identificarsi. Un esempio lo costituisce il racconto I coniglietti e il minestrone: come ben si sa, quest’ultimo, molto spesso, non incontra il favore dei più piccoli, soprattutto se vi sono pezzetti di verdura che galleggiano nel brodo. Mamma coniglia decide quindi di organizzare una sorta di caccia al tesoro nell’orto, stimolando i suoi piccoli a cercare e trovare le verdure. La strategia utilizzata è semplice e divertente e questo vale anche per l’alimentazione: l’utilizzo del gioco dovrebbe, quindi, stimolare la curiosità e la scoperta. In altri casi, invece, i protagonisti dei racconti sono dei bambini. In queste circostanze, solitamente, il protagonista prova disgusto verso un alimento, accompagnato dal categorico rifiuto di assaggiarlo, tipico dei bambini e molto difficile da modificare.
Viene, quindi, utilizzata una strategia di gioco e di scoperta che, attraverso lo stupore, permetta l’insinuarsi del dubbio e di conseguenza induca il bambino a tentare l’assaggiodificare. Viene, quindi, utilizzata una strategia di gioco e di scoperta che, attraverso lo stupore, permetta l’insinuarsi del dubbio e di conseguenza induca il bambino a tentare l’assaggio. Diventa quindi immediato capire che la formazione degli insegnanti è un primo passo fondamentale; non di minor importanza rispetto alla famiglia essi devono essere consapevoli dell’importante ruolo educativo che rivestono che si traduce anche nella trasmissione di modelli comportamentali corretti. Spesso però, gli insegnanti, trovano difficoltà nell’applicazione di progetti di prevenzione, perché ritenuti troppo lontani dalla loro realtà e visti come un ulteriore carico di lavoro. Così, nella maggior parte dei casi, fare educazione alla salute nella scuola diventa scelta dell’insegnante che decide di dedicare tempo a qualcosa di diverso dalla routine.
Recenti ricerche dimostrano che molti bambini hanno scorrette abitudini alimentari e stili di vita sempre più sedentari, con preoccupanti percentuali di bambini e adolescenti obesi o in sovrappeso (Istat 2002). Vengono utilizzati sempre più prodotti confezionati, già pronti, che richiedono, di conseguenza, tempi di preparazione più brevi. Si fa sempre più uso di carne di maiale, latte e uova a discapito di frutta, verdura, pasta, pane e riso. I bambini di oggi sono sempre più sedentari, giocano poco all’aria aperta e passano molte ore davanti agli schermi digitaliagli schermi digitali. L’alimentazione dei più giovani deve essere sia equilibrata che variata: la prima colazione e le merende dovrebbero bilanciarsi con i pasti principali, dando il giusto apporto di vitamine, proteine e carboidrati. I bambini, però, prediligono non tanto i cibi sani, quanto quelli più saporiti, dolci o salati, ricchi di grassi e poco nutrienti. Il livello di zucchero che questi cibi introducono nel nostro organismo, inoltre, diminuisce in poco tempo, per cui, dopo poco, si prova ancora una sensazione di fame: nasce così un circolo vizioso dove, per compensare il senso di fame, si ritorna a mangiare con il rischio così di alimentarsi troppo, oltre che male. Sicuramente abituare i bambini a mangiare in maniera equilibrata è tutt’altro che facile, tuttavia esistono regole e strategie che possono risultare utili sia per i genitori che per gli insegnanti.

Innanzitutto, il momento del pasto deve essere visto come un importante occasione di socializzazione: i bambini, soprattutto se piccoli, non vanno lasciati mangiare come e quanto vogliono; è bene ridurre, durante il momento del pranzo, ma non solo, tutte le possibili distrazioni, a cominciare dalla televisione che dovrebbe essere spenta, mentre nella mensa scolastica è opportuno che le insegnanti mangino con i bambini. Bisognerebbe inoltre incoraggiare i bambini ad assaggiare i cibi nuovi, tenendo in considerazione due importanti aspetti: un contesto sociale favorevole e un’offerta variata e ripetuta. Potrebbe essere utile farsi aiutare dai bambini nella preparazione di una piccola ricetta, parlando della forma, del colore, del profumo degli ingredienti utilizzati, soddisfando, in questo modo, la loro curiosità e suscitando l’interesse ad assaggiare favorevole e un’offerta variata e ripetuta.
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Il cibo nei racconti per l'infanzia

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Informazioni tesi

  Autore: Federica Moretti
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2018-19
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze della Formazione Primaria
  Relatore: Carla Boroni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 198

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Parole chiave

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