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Prima infanzia e tecnologie digitali - Considerazioni sul ruolo dell'adulto nel rapporto tra bambini e tecnologie

I rischi dell'utilizzo precoce delle nuove tecnologie

Attraverso un'app educativa sul tablet o un video del personaggio preferito su YouTube, bambini sempre più piccoli, fanno esperienza del mondo digitale. Pediatri e ricercatori negli ultimi anni, hanno cominciato ad indagare sulle conseguenze, a medio e lungo termine, che l'utilizzo precoce delle nuove tecnologie può provocare sullo sviluppo psico-fisico del bambino.
A livello fisico, le ricerche hanno trovato una correlazione tra l'utilizzo di strumenti elettronici per più di due ore al giorno e l'aumento di peso corporeo. Il binomio obesità-schermi non è una novità, viene indagato già da diversi anni; inizialmente in relazione alla televisione, oggi che il paniere dei videoterminali è notevolmente cresciuto gli studiosi hanno ampliato il loro campo di ricerca ma ottenendo sempre lo stesso risultato. L'esposizione prolungata in età infantile alla tv, oltre che ad internet ed ai videogiochi è il fattore predittivo di obesità più rilevante per gli anni a seguire, la spiegazione si trova nella sedentarietà imposta dallo stare davanti ad uno schermo e nell'incremento del consumo di cibo (Maralli, 2007; Capellani, 2018).
L'eccessivo uso di schermi a breve distanza, come smartphone o tablet, risulta essere, inoltre, la causa di dolori all'apparato muscolo-scheletrico e di problemi all'apparato visivo. Una scorretta e prolungata posizione durante la fruizione di questi personal device provoca cefalee, dolore alle spalle e al collo anche in bambini, come confermato da numerose evidenze scientifiche, già a partire dagli 8 anni di età. L'utilizzo ad una distanza ravvicinata, induce a fatica oculare, abbagliamento ed irritazione dell'occhio. Tali disturbi sono causati dalla riduzione della frequenza dell'ammiccamento durante l'uso dei piccoli schermi a led, che provoca una rapida evaporazione del film lacrimale e causa la secchezza oculare. Inoltre sembrerebbe che sia correlata all'insorgenza di un inusuale tipo di esotropia.
La precoce e prolungata esposizione dei timpani a suoni di intenso livello, come quelli prodotti dai dispositivi digitali, conduce ad una pericolosa immersione nei suoni senza periodi di interruzioni per le orecchie. Pericolosa in quanto potrebbe portare a compromettere l'insorgenza della parola e lo sviluppo del linguaggio, oltreché a difficoltà di socializzazione, di comunicazione e di interazione con altri bambini.
Anche il sonno può essere influenzato negativamente dall'uso dei dispositivi mobili. Se utilizzati di sera, prima della nanna, la luce chiara dei led potrebbe condizionare il ritmo circadiano, avendo un effetto ritardante sul sonno. Inoltre i contenuti guardati creano un incremento della stimolazione psicofisiologica, ciò incide sfavorevolmente sulla qualità del sonno, soprattutto nella fascia di età 1-4 anni.
L'utilizzo precoce ed eccessivo delle nuovi tecnologie non crea danni solo a livello fisico, differenti ricerche attestano interferenze anche sullo sviluppo cognitivo. I bambini, in particolar modo quelli più piccoli, necessitano di fare un esperienza diretta e concreta di oggetti, strumenti, situazioni e ambienti in modo da affinare il pensiero ed il modo di risolvere le situazioni, l'utilizzo prematuro dei touch screen impedisce lo sviluppo di quelle capacità che sono alla base di uno sviluppo equilibrato, quali la costruzione di riferimenti spazio-temporali e la dimensione del reale.
Lo sviluppo dei bambini è influenzato e dipendente dall'interazione con i genitori, e la televisione di sottofondo o la presenza invadente dello smartphone interferisce sulla qualità delle interazioni tra genitori e figli. L'uso dei dispositivi mediali di sottofondo distrae il bambino dal gioco che sta facendo e disturba il contatto visivo, verbale ed emozionale tra l'adulto ed il bambino, questo può provocare effetti sia sullo sviluppo comportamentale-cognitivo del bambino sia sulle sue capacità di concentrazione. Nel 2008, Schmidt e la sua squadra di ricercatori, osservarono per un'ora e cinquanta dei bambini di dodici, ventiquattro e trentasei mesi mentre giocavano nello stesso spazio in cui si trovavano una tv ed i genitori. Quest'ultimi avevano la consegna di ignorare i propri figli salvo se fossero loro a richiedere l'attenzione. Dall'osservazione è emerso che quando la televisione era accesa, nonostante i bambini non passavano più del 5% del loro tempo a guardarla, i loro giochi erano più corti e la qualità della concentrazione durante l'esecuzione nettamente inferiore. Considerando che la capacità di concentrazione su un'attività è un importante fattore predittivo dello sviluppo futuro gli autori della suddetta ricerca concludono scrivendo che “la televisione è nociva per lo sviluppo dei bambini anche se è presente solo come rumore di fondo” (Tisseron, 2016, p. 34).
I risultati di alcuni studi canadesi, concordano con quelli riscontrati dalle ricerche dei pediatri italiani, sul fatto che l'esposizione precoce alle ITC influenza lo sviluppo del bambino a livello così profondo che gli effetti perdurano negli anni a seguire sino ad arrivare ad influenzare l'andamento scolastico. L'uso di dispositivi multimediali è stato, infatti associato a scarsi risultati scolastici, a disturbi dell'attenzione ed al basso rendimento nelle materie matematiche.
Interessanti sono, anche, i risultati delle ricerche riguardanti l'apprendimento del linguaggio e l'uso degli schermi. Nonostante ci sia una ricca produzione di app e cartoni per la prima infanzia, prima dei due anni numerose ricerche sostengono che i bambini non traggono alcun vantaggio nell'acquisizione del linguaggio dall'utilizzo di tali dispositivi, anzi ne ritardano l'apprendimento. Dal risultato, di una delle ricerche più note nel settore (Zimmerman, 2007), emerge che per ogni ora al giorno che un bambino piccolo (8-16 mesi) guarda la televisione il vocabolario diminuisce di sei, otto parole, rispetto a quello di chi non ne fa uso. La situazione cambia, con l'evolvere dell'età, infatti nei bambini che hanno tra i 17 ed i 24 mesi, l'esposizione allo schermo televisivo non ha alcuna ripercussione sull'acquisizione del lessico. Mentre dopo i due anni, con il giusto intervento dell'adulto e la buona qualità del programma, il televisore può fungere da facilitatore nell'apprendimento di parole nuove (Tisseron, 2016). Occorre però tenere presente che la ricerca in questione indaga il solo utilizzo del televisore e non è certo che l'utilizzo di differenti dispositivi possa di fatto portare agli stessi risultati. Tuttavia, il fatto che in bambini così piccoli la fruizione di qualsiasi media avvenga sempre in modo passivo di tipo televisivo, c'è ragione di credere che anche in situazioni analoghe si producano gli stessi risultati.
In un'altra famosa ricerca (Linebarger & Walker, 2005), gli studiosi hanno indagato le potenziali conseguenze che la visione di programmi differenti avrebbero provocato sull'acquisizione del linguaggio. Dividendo i programmi fruibili dai bambini molto piccoli in quattro categorie: DVD e programmi specifici per bambino, programmi che hanno uno specifico obiettivo educativo, programmi che hanno come unica finalità il divertimento, ed infine i programmi della televisione per gli adulti. Contrariamente alle idee diffuse programmi differenti non producono effetti differenti. In altre parole, è inadeguato parlare di programmi “adatti”, in riferimento alla produzione per bambini con meno di due anni. Le produzione pensate per la prima infanzia, che in alcuni casi si spacciano per educative, nella realtà tendono a catturare l'attenzione dei bambini attraverso i colori accesi, le colonne sonore e le immagini, assolvendo più ad una funzione di babysitteraggio, piuttosto che ad una funzione educativa (Cubelli & Vicari, 2016). La velocità e l'intensità delle sequenze rendono impossibile al bambino la comprensione di quello che sta guardando (Maralli, 2007). Inoltre, la presenza di una colonna sonora incapace di adattare la sua intonazione allo stato psicologico dell'infante, ostacola l'acquisizione del linguaggio. Nell'interazione tra bambino e adulto, le parole vengono supportate dall'intonazione, dall'espressione, dall' atteggiamento e dallo sguardo, che l'adulto modula in modo da facilitare il processo di significazione delle parole e delle situazioni (Tisseron, 2016). [...]

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Informazioni tesi

  Autore: Martina Laringi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Scienze della Formazione e del Servizio Sociale
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Antonella Nuzzaci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 62

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Parole chiave

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